Difendere le foreste, rendendole sicure e resilienti. Con l’obiettivo di preservare i polmoni verdi dagli incendi, la Commissione europea ha pubblicato il 22 marzo, all’indomani della giornata internazionale delle foreste, nuove linee guida per facilitare una migliore comprensione della prevenzione di questo problema e garantire risposte efficaci.
Quella degli incendi è una emergenza sempre più ricorrente, non solo nel nostro continente, e che colpisce tanto il capitale naturale quanto l’economia e la popolazione. A preoccupare, oltre alla sua maggiore frequenza, sono anche le modalità con cui propone: “catastrofiche”, cioè tanto violente da rendere questo problema non domabile.
Attualmente, l’85% delle aree bruciate in Europa si concentra nella parte meridionale (Portogallo, Spagna, Francia, Italia e Grecia) a causa delle condizioni meteorologiche a più alto rischio della regione mediterranea. Qui, gli incendi hanno bruciato una media di quasi mezzo milione di ettari di terra ogni anno negli ultimi 20 anni.
Solo in Portogallo, nel 2017 oltre mezzo milione di ettari di terra sono stati polverizzati da conflagrazioni, causando 118 morti, tra civili e vigili del fuoco. Un anno più tardi, la Grecia è stata vittima di incendi che hanno portato alla morte 102 persone: il bilancio più alto in termini di vite umane causato da un singolo incendio in Europa dall’anno 1900.
Parallelamente, anche Paesi non tradizionalmente considerati soggetti al rischio di conflagrazioni sono stati pesantemente colpiti: in Svezia, le fiamme hanno bruciato oltre 23mila ettari e l’assistenza impiegata per combattere gli incedi boschivi è stata la più grande operazione di protezione civile per gli incendi boschivi negli ultimi dieci anni.
Le cause, come spiega la Commissione in una nota, comprendono i cambiamenti climatici così come il cambio di gestione dei terreni, le tendenze sociali quali l’abbandono delle aree rurali e l’espansione urbana, l’evolversi delle tradizioni culturali e dei comportamenti nel tempo libero e alcune politiche, non ottimali, di gestione degli incendi.
Proprio per questo l’istituzione europea ha voluto tracciare un percorso in cui gli Stati membri possono impegnarsi, attraverso la governance, la pianificazione e la gestione delle foreste, accedendo a finanziamenti per la resilienza.
«Gli alberi sono nostri alleati nella lotta contro la crisi climatica e della biodiversità. Aiutano a purificare l’aria, raffreddare le città e stoccare la CO2 – ha dichiarato Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo del Green Deal europeo – Gli esseri umani hanno già esercitato un’enorme pressione sulle foreste del mondo, e gli incendi sono un’ulteriore minaccia. Con questo rischio esacerbato dall’aumento delle temperature e dall’aumento della siccità, è fondamentale una maggiore protezione delle foreste, una migliore prevenzione e risposte più rapide».
Con il Green Deal europeo l’Unione ha annunciato entro il 2021 una nuova strategia forestale per garantire un’efficace imboschimento e la conservazione e il ripristino delle foreste nel Vecchio Continente.
«Siamo pronti a lavorare insieme ai nostri partner per una prevenzione più efficace degli incendi – ha ricordato Jutta Urpilainen, Commissaria per i partenariati internazionali – Questo lavoro richiede la condivisione delle conoscenze sulle tecniche di gestione sostenibile delle foreste, adattate alle esigenze locali, nonché il ripristino delle foreste. Le foreste del mondo sono indispensabili per la biodiversità, il clima e per noi umani; dobbiamo rispettare e proteggere gli ecosistemi che ci danno tanto, anche in termini di posti di lavoro e mezzi di sussistenza. Con il Green Deal, miriamo a garantire la conservazione di foreste sane per le generazioni future».
Ci sono altri due strumenti a cui l’Unione ha pensato. Il primo è la strategia europea per la biodiversità fino al 2030. Il secondo è la nuova strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici: il climate change, infatti, sta già danneggiando direttamente e indirettamente le foreste, flagellate anche da siccità e invasioni di coleotteri della corteccia.
Inoltre, il Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione ha sviluppato profili nazionali nell’ambito del Sistema globale di informazione sugli incendi boschivi (GWIS) per la gestione degli incendi boschivi e la riduzione del rischio di catastrofi in tutto il mondo, con particolare attenzione ad aree fragili come l’America latina e i Caraibi.
«Gli incendi in Amazzonia e nel mondo degli ultimi anni sono stati senza precedenti nella loro distruzione – ha precisato Janez Lenarčič, Commissario per la gestione delle crisi – Il sistema globale di informazione sugli incendi boschivi è quindi fondamentale per fornire informazioni sul pericolo di incendio e sulle aree bruciate a livello globale perché aiuta la Commissione a fornire tutti dati a disposizione per coordinare la risposta europee e proteggere vite, mezzi di sussistenza e ambiente».
I profili nazionali del Ccr dovrebbero poter offrire informazioni dettagliate sulla distribuzione geografica di incendi sulle aree bruciate e sulle emissioni di biomassa, consentendo una valutazione degli impatti a livello nazionale e internazionale.
«Gli incendi boschivi possono avere conseguenze catastrofiche sull’ambiente e sulle persone. I profili nazionali contribuiranno a valutare il rischio e mitigare il pericolo, dimostrando come la scienza possa contribuire a migliorare e proteggere le vite e il nostro pianeta», ha concluso Mariya Gabriel, Commissaria responsabile per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù.