La (rin)corsa dell’Europa verso l’immunità di gregge passa da Corvo, l’isola più piccola e remota dell’arcipelago portoghese delle Azzorre, dove l’85 per cento dei 400 residenti ha già ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer/Biontech. Il governo regionale delle Azzorre ha scelto di includere tutti i maggiori di 16 anni di Corvo nel primo ciclo di vaccinazioni perché sull’isola, la cui superficie territoriale è di appena 17 chilometri quadrati, è presente un solo respiratore e non ci sono ospedali. La pandemia, in ogni caso, sembra essersi dimenticata di questo piccolo scoglio nell’Oceano Atlantico dove è stato registrato appena un caso di Covid-19 (peraltro importato). Bar, caffè e ristoranti accolgono i clienti, non c’è coprifuoco, i bambini vanno a scuola e le mascherine non sono obbligatorie all’aperto. Il percorso verso la normalità, già iniziato, può ora accelerare.
Alle Azzorre la diffusione del virus SARS-CoV-2 è sempre stata sotto controllo grazie all’implementazione di politiche di sicurezza molto strette, su tutte l’obbligo per i visitatori di esibire un test molecolare negativo eseguito non più di tre giorni prima dell’arrivo. Le nove isole dell’arcipelago sono sottoposte a restrizioni molto blande che vanno dalla chiusura di bar e ristoranti a mezzanotte al limite di 10 persone per tavolo passando a una serie di limitazioni alla capienza del pubblico presente a eventi culturali e sportivi. Al momento ci sono 105 casi attivi di Covid-19, 103 dei quali individuati nella grande isola di São Miguel mentre 4 persone sono ricoverate negli ospedali della regione. Dall’inizio della pandemia sono invece stati diagnosticati 4019 casi di positività al Covid-19 e 29 decessi.
L’industria turistica delle Azzorre, una terra di straordinaria bellezza situata in mezzo all’azzurro dell’Oceano Atlantico, può guardare con una certa fiducia all’imminente stagione estiva anche grazie al Green Pass, l’iniziativa annunciata da Bruxelles per facilitare la libertà di spostamento all’interno del territorio dell’Unione. Il settore turistico, nato circa 10 anni fa, contribuisce alla formazione di circa il 6 per cento del Prodotto Interno Lordo delle Azzorre e offre lavoro a 4700 persone. L’arcipelago ospita circa 400mila persone l’anno, che nel 90 per cento dei casi prenotano il viaggio tramite un tour operator ed in maggioranza giungono dal Portogallo.
Lisbona dovrebbe riaprire le proprie frontiere al turismo a partire da maggio, quando dovrebbero essere rimosse la maggior parte delle restrizioni in vigore. Il governo portoghese si è trovato costretto a imporre un lockdown nazionale alla metà di gennaio dopo l’esplosione di casi di Covid-19 determinata dalle festività di Natale e di Capodanno. L’allentamento delle restrizioni durante le feste e la presenza della variante inglese del Covid-19 avevano portato il paese ad avere il più alto tasso di incidenza di Covid-19 al mondo e il sistema sanitario sull’orlo del collasso. La situazione è poi tornata, progressivamente, sotto controllo e i nuovi casi giornalieri sono passati dai 13mila di fine gennaio ai 673 dei 17 marzo. Il turismo ha portato in dote oltre 30 miliardi di euro l’anno al prodotto interno lordo portoghese tra il 2016 e il 2018 ed è vitale che questo settore possa ripartire nel più breve tempo possibile.
La necessità di far ripartire il turismo è sentita anche in Grecia. Atene ha annunciato che vaccinerà in maniera prioritaria gli abitanti di 40 piccole isole, popolate da meno di mille abitanti ciascuna e tra le quali ci sono Halki e Kastellorizo, per poi passare alle più grandi e note Corfu, Mykonos e Santorini. L’obiettivo è quello di rendere le isole Covid-free, quindi assolutamente sicure e di sfruttare questa caratteristica per attrarre quanti più vacanzieri possibili.
La scelta di proteggere le piccole isole potrebbe portare a una loro riscoperta e dare nuovo impeto al turismo. Diverse agenzie di viaggi hanno iniziato a focalizzarsi su Kastellorizo e secondo le stime i flussi in entrata dovrebbero aumentare del 35 per cento quest’anno. La stragrande maggioranza delle isole greche era riuscita a sbarrare la strada al coronavirus già nel 2020 grazie all’atteggiamento responsabile mostrato dalle comunità locali. Questi luoghi, come Sifnos, hanno un disperato bisogno di turismo, che perlopiù viene dall’estero. Il 2020 si è rivelato un anno tremendo per la Grecia. Le entrate derivanti dal turismo sono crollate dagli oltre 18 miliardi di euro del 2019 ai quasi 5 miliardi del 2020 mentre il numero di visitatori si è ridotto del 76 per cento. Il turismo impiega un quarto della forza lavoro greca e sostiene l’intera economia del Paese.
In Italia si è parlato, negli ultimi giorni, della possibilità di far passare l’Isola d’Elba e l’Arcipelago Toscano in zona bianca a causa dell’esiguità dei contagi di Covid-19. La proposta, lanciata dal governatore della Toscana Eugenio Giani, si è però scontrata con lo scetticismo manifestati di alcuni amministratori locali e l’iniziativa, almeno per il momento, è saltata. Del tema ha parlato anche Sergio Ortelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Comuni Isole Minori intervistato da Repubblica, che ha invitato il Presidente del Consiglio Draghi a seguire l’esempio della Grecia ed ha ricordato come in queste aree siano stati debellati i focolai di Covid-19. Non sembra, però, che il governo nazionale abbia sviluppato piani d’azione che vadano in questa direzione.
In Spagna, invece, le Isole Baleari e le Canarie sono già molto attive. Il governo delle Baleari ha chiesto al primo ministro spagnolo Pedro Sanchez di essere la prima regione del paese a testare il passaporto vaccinale dell’Unione Europea e ci si aspetta che il settore turistico possa iniziare a decollare a partire da maggio grazie all’avanzamento delle campagne vaccinali in Spagna e in Europa. Le isole, come ricordato dal ministro del turismo Reyes Maroto, dispongono di protocolli che possono portare alla nascita di corridoi turistici sicuri con altri paesi e un tasso d’infezione molto inferiore alla media nazionale.
Lo stesso discorso vale per le Canarie, situate di fronte alla costa del Sahara Occidentale, che hanno sfruttato il proprio isolamento per controllare al meglio le infezioni. Le Canarie possono essere visitate da chiunque proviene dall’Unione Europea, dallo Spazio Schengen e anche da alcuni paesi terzi come Australia e Cina. Chi arriva da un’area ad alto rischio deve presentare un test molecolare negativo realizzato nelle 72 ore precedenti l’arrivo. Tutte e otto le isole sono accessibili ai visitatori stranieri e ciascuna di loro è soggetta a specifiche restrizioni. Queste ultime vanno dal Livello 1, con mobilità notturna limitata tra mezzanotte e le sei di mattina e ristoranti aperti sino a mezzanotte al livello 4, dove non si può uscire dopo le 22 e dove si possono incontrare massimo 2 non conviventi.
I territori d’oltremare della Francia, tra i quali ci sono le isole caraibiche di Guadalupa, St.Barts e la Polinesia Francese, sono state chiuse ai visitatori provenienti dall’estero a partire dal 2 febbraio e per almeno due mesi e mezzo nel tentativo di evitare l’adozione di pesanti restrizioni anti-Covid in loco. La decisione, che potrebbe avere ricadute anche nel lungo periodo, ha già portato alla chiusura temporanea di diversi grandi hotel e resort polinesiani, che al momento si trovano in bassa stagione. L’interruzione dei flussi turistici sarà probabilmente seguita da una riapertura, più cauta, che potrà avvenire quando la pandemia si troverà in fase recessiva in buona parte del mondo. Parigi, almeno per il momento, non ha il turismo tra le sue principali priorità ed ha rinviato ogni decisione a data da destinarsi.