Pubblicato originariamente su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa
Il 23 marzo, l’Associazione macedone dei giornalisti (una delle due associazioni di categoria della Macedonia del Nord) ha riferito che 105 dei suoi membri erano stati vaccinati contro il Covid-19 nella vicina Serbia. Molti giornalisti sui social network e sui media locali hanno spiegato la loro decisione riferendo che in Macedonia del Nord la gente aspettava da mesi.
I giornalisti sono stati vaccinati a Vranje, una delle città serbe più vicine alla Macedonia del Nord. Sono andati in autobus, hanno ricevuto AstraZeneca e sono tornati a casa in giornata.
Dopo una richiesta dell’Associazione dei giornalisti della Macedonia, le dosi sono state fornite in collaborazione con l’Associazione partner dei giornalisti serbi, ma anche con il supporto dell’ufficio del presidente serbo Aleksandar Vučić, secondo quanto riportato dai media locali.
In Macedonia del Nord, la campagna di vaccinazione deve ancora iniziare perché manca un gran numero di vaccini. Per ora ci sono solo vaccini per operatori sanitari, ricevuti anche dalla Serbia. Il 18 febbraio, il presidente serbo Aleksandar Vučić e il primo ministro macedone Zoran Zaev si sono incontrati al confine per accogliere la prima donazione di vaccini per la Macedonia settentrionale dalla Serbia.
«Il pacchetto di 4.680 vaccini su un totale di 8.000 è espressione di aiuto amichevole e di buon vicinato per i cittadini macedoni, mentre aspettiamo i vaccini forniti dal governo della Macedonia del Nord attraverso il meccanismo COVAX, contatti diretti dei produttori Pfizer negli Stati Uniti e Sinofarm dalla Repubblica popolare cinese», ha detto Zaev.
Il 7 marzo sono arrivati in Macedonia del Nord alcuni vaccini acquistati dalla Russia, anche questi disponibili solo per gli operatori sanitari. La Macedonia del Nord ha acquistato un totale di 200.000 vaccini dal produttore russo, ma quel giorno sono arrivate solo 3.000 dosi, mentre ora è prevista una nuova spedizione per il richiamo.
«Continueremo la nostra intensa comunicazione per organizzare le dinamiche di arrivo dei prossimi quantitativi. Il processo di immunizzazione continua per alcuni operatori sanitari e secondo le indicazioni fornite nel Piano nazionale di immunizzazione», ha riferito il ministro della Salute Venko Filipce.
Il policlinico “Jane Sandanski” nel quartiere Aerodrom di Skopje è uno dei tre punti di vaccinazione nel Paese dove si sta effettuando la vaccinazione degli operatori sanitari. Ogni giorno in questa clinica vengono vaccinati circa 250 operatori sanitari di diverse città.
Il Ministero della Salute ha lanciato l’apposito sito web “Vaccinazione Covid-19”, che a fine marzo ha registrato oltre 120.000 cittadini su 2 milioni di abitanti, ora in attesa delle prime spedizioni.
Quando inizierà la campagna e con quale marca di vaccino? Finora le autorità hanno fornito molte e diverse risposte. L’ultima versione del ministro della Salute Venko Filipce è che la vaccinazione di massa inizierà con l’arrivo delle prime dosi fornite attraverso il meccanismo COVAX.
«Quello che sappiamo per certo è che il primo vaccino ad arrivare attraverso il meccanismo COVAX sarà AstraZeneca, se i vaccini cinesi non arrivano prima», ha detto Filipce.
All’inizio dell’anno il Ministero ha annunciato che era stato preparato un piano di vaccinazione della popolazione, ma ora a causa del ritardo dei vaccini non può nemmeno stimare quale percentuale della popolazione potrebbe essere vaccinata entro la fine dell’anno.
D’altra parte, uno studio dell’Istituto di Immunobiologia della Facoltà di Medicina dell’Università dei Santi Cirillo e Metodio, condotto su 1.000 passanti, ha mostrato che tre cittadini su dieci hanno già l’immunità al Covid-19. Ciò solleva la questione se l’immunità collettiva possa essere raggiunta prima dell’arrivo dei vaccini.
Aleksandar Petlichkovski, direttore dell’Istituto di Immunobiologia, sostiene che in qualche modo la popolazione raggiungerà l’immunità collettiva e ciò metterà fine alla pandemia a livello locale.
«La prossima domanda è se sarà grazie alla trasmissione naturale o ci aiuteremo a vicenda con i vaccini. L’ideale sarebbe aumentare la percentuale con più vaccini. Ciò richiede calcoli epidemiologici precisi, ma credo che la soglia che dovrebbe essere raggiunta da una popolazione positivizzata per limitare la trasmissione del virus si aggiri intorno all’80 o al 90 per cent», spiega Petlichkovski.
David Geer, ambasciatore dell’Unione europea in Macedonia del Nord, ha affermato che la consegna dei vaccini non è al livello desiderato, ma ritiene che il meccanismo COVAX alla fine funzionerà correttamente.