Prima paginaCome i media europei stanno trattando le notizie su AstraZeneca

A sorpresa nel Regno Unito sono stati proprio i tabloid sensazionalistici a usare i toni più rassicuranti, ricordando che il rischio di morire per il farmaco anglo-svedese è dello 0,000095%. In Francia e Germania i giornali riservano poco spazio ai pochissimi casi di trombosi. In Spagna l’attenzione è sul rischio del fallimento della campagna vaccinale

LaPresse

Su AstraZeneca, l’Europa è andata (ancora una volta) in ordine sparso. Dopo il pronunciamento dell’Agenzia europea del Farmaco (Ema), che ha riscontrato un «possibile» legame tra il vaccino e alcuni rari, rarissimi, casi di trombosi, ogni nazione si è mossa in autonomia, stabilendo limiti d’età che impatteranno sulle campagne di immunizzazione. È stata diversificata anche la risposta mediatica a un evento, la conferenza stampa di mercoledì, atteso e a sua volta altamente mediatizzato. 

Diversi giornali britannici hanno scelto titoli per tranquillizzare il pubblico visto che la campagna di vaccinazione che ha drasticamente abbassato il numero di morti per coronavirus si è basato su oltre 20 milioni di dosi di AstraZeneca iniettate.

 

Testate lette quasi più all’estero che in patria, come Financial Times e Guardian, hanno riportato la raccomandazione governativa di non somministrare il vaccino sotto i trent’anni d’età, enfatizzando però la ricerca di alternative. L’autorevole Times ha dedicato l’apertura alle rassicurazioni del primo ministro: «I vaccini anti-covid sono sicuri e salvano vite, insiste Boris Johnson». È imminente una campagna per aumentare la fiducia nella profilassi, già più alta che sul continente. 

Significativa la posizione del Telegraph: in prima pagina c’è l’intervista alla famiglia della prima persona morta di trombosi (i casi sospetti sono 79, di loro 19 i morti, cioè circa un decesso su milione di dosi) in Inghilterra. «Continuate a vaccinarvi per salvare vite», è il virgolettato dei parenti che dà il titolo al quotidiano. Nell’articolo trovano spazio anche la rabbia e il cordoglio, ma è prevalente il messaggio positivo. 

Finora abbiamo menzionato broadsheet, per citare una classificazione che ritiene questi giornali i migliori per qualità, ma non certo i più diffusi nel paese reale. Il dato più interessante dell’anomalia inglese è che sono stati soprattutto i tabloid scandalistici a sposare la campagna di vaccinazione. Con una percentuale a tutta pagina, il Sun sottolinea che il rischio di morire sia lo 0,000095%. Il Daily Mail, primo per vendite, rispolvera uno slogan bellico: «Keep calm and carry on jabbing», a fianco della foto di un’infermiera. Daily Express e Daily Mirror si allineano sulla necessità di andare ancora più veloci con le «punture». 

In Francia, le notizie del giorno erano altre. Si è parlato soprattutto della soppressione dell’École nationale d’administration (Ena), la scuola nazionale di amministrazione da cui esce l’élite dirigenziale francese, e della legge sull’eutanasia al vaglio del parlamento. Anche online, AstraZeneca finisce in taglio basso, per esempio su Le Monde, ma figura sempre tra gli articoli più letti e il tema è tra i più commentati in radio e televisione. Si ricorda che i benefici superano i rischi, ma Le Parisien dà conto anche della sfiducia, con cancellazioni degli appuntamenti (1.200 solo nel Nord-Pas-de-Calais) e vox populi di cittadini che vorrebbero scegliere a quale vaccino sottoporsi (con Pfizer in testa alle preferenze). 

Un sondaggio di Le Figaro restituisce una situazione in chiaroscuro: il numero di francesi disposti a vaccinarsi è salito al 70%, contro il 42% di dicembre, ma a condizione di non ricevere un’iniezione di AstraZeneca. Il 71% degli intervistati, infatti, dichiara di «non fidarsi» del farmaco anglo-svedese, che il giornale chiama «il vaccino britannico». È un segnale che, dopo gli stop di marzo, la reputazione di AstraZeneca è in crisi, almeno in parte dell’opinione pubblica transalpina.  

Il quadro spagnolo è simile a quello italiano. El Paìs e Mundo hanno aperto sul caso AstraZeneca, seguiti dal resto della stampa iberica. Il focus, però, è sulle ricadute del blocco (come in Italia, Madrid ha sospeso in via precauzionale le somministrazioni sotto i sessant’anni) sulla campagna. Si rischia la paralisi. In Spagna, il farmaco era riservato agli under 65, con gli ultimi provvedimenti potrà essere destinato quindi a una fascia anagrafica ristretta, quella che ricade tra i 60 e i 65 anni. Sinora, erano state inoculate più di 2,1 milioni di dosi. Tranne la catalana La Vanguardia, più che sanitarie le preoccupazioni riguardano nuovi rallentamenti e la responsabilità del «fiasco» è ripartita tra il governo di Pedro Sánchez e le istituzioni europee. 

Anche in Germania, una notizia domestica si è imposta su quelle provenienti da Bruxelles. Per esempio, Die Welt e Frankfurter Allgemeine si sono concentrate sul dibattito su un possibile lockdown breve, auspicato dalla cancelliera Angela Merkel, mentre la più popolare Bild apriva su un fatto di cronaca, anche se sul sito attaccava la «mancanza di chiarezza» su AstraZeneca alla vigilia delle somministrazioni da parte dei medici di base. «La vaccinazione non deve essere una prova di coraggio», titolava la Bild

 

In seguito, la copertura online si è spostata sul primato tedesco: 656 mila vaccinazioni in un giorno, infrangendo il record di 367 mila della stessa settimana. La Germania ha interessi nell’affaire anglo-svedese, visto che ospita la BioNTech, partner di cordata dell’americana Pfizer. Non a caso, il governo ha previsto che possa ricevere una seconda dose di un’altra casa farmaceutica anche chi ha già ricevuto la prima di AstraZeneca. Se ha scelto questo siero per vaccinarsi Karl Lauterbach, esperto ascoltato dai socialdemocratici ed ex parlamentare, proprio ieri il ministro della Salute Jens Spahn (CDU) ha annunciato che Berlino tratterà in solitaria con Mosca l’eventuale acquisto di Sputnik, ancora al vaglio dell’Ema. Secondo i sondaggi, più di metà dei tedeschi accetterebbe il vaccino russo qualora l’agenzia europea lo autorizzasse. 

Nei Paesi Bassi il governo non ha ancora deciso se sciogliere il blocco su AstraZeneca. In ogni caso, salteranno i 1.274 appuntamenti di oggi. Come anticipa il Telegraaf, il consiglio della Sanità probabilmente chiederà all’esecutivo di prolungare la sospensione, dopo aver valutato addirittura un divieto. Secondo i media, la mossa servirebbe a non «danneggiare la fiducia nella vaccinazione in generale». In Belgio, l’impatto del blocco sotto i 56 anni d’età sarà contenuto, hanno assicurato a Le Soir i tre ministri della Salute (oltre a quello federale, ce n’è uno per le Fiandre e uno per Bruxelles). La campagna belga, però, continua a basarsi sulle forniture di AstraZeneca. 

X