Corona EconomyLa crisi dei microchip, le riforme del Recovery e la nostalgia dell’ufficio

Nella newsletter di questa settimana: la carenza globale dei semiconduttori e la ricaduta su fabbriche e lavoro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza pronto ad approdare a Bruxelles, il nodo dello sblocco dei licenziamenti e la telenovela infinita di Alitalia e Autostrade. Ma anche i disoccupati impiegati in agricoltura e il boom di posti negli Usa legati ai vaccini

(Unsplash)

LA CRISI CHE NON È INNESCATA DAL COVID
La casa automobilistica tedesca Daimler ha annunciato che potrebbe ridurre ancora le ore di lavoro per i propri dipendenti. Lo stesso ha fatto Audi qualche giorno prima. La General Motors ha dovuto chiudere una delle sue fabbriche. Così come Ford e Jaguar Land Rover. Stavolta, però, non è colpa del Covid. La ragione è la carenza mondiale di microchip, che sta agitando diversi settori in tutto il mondo, dalle auto agli elettrodomestici, dai computer agli smartphone. Il motivo? La produzione mondiale dei semiconduttori non riesce a stare al passo con la richiesta.

  • Secondo Deloitte, la crisi dei chip potrebbe avere un impatto di 52 miliardi di dollari sul settore automobilistico.
  • «Questa cosa rischia di scatenare una crisi che potrebbe essere ben peggiore addirittura di quella generata dal Covid», dice Pietro Occhiuto della Fiom Cgil.

La storia La carenza di semiconduttori è cominciata a dicembre. E il Covid c’entra eccome, ma fino a un certo punto. La pandemia ha provocato un rallentamento della produzione, perché radunare tutti i componenti necessari e lavorarli è diventato più difficile. Ma nello stesso periodo, con il lockdown, è esplosa la domanda di apparecchi elettronici, e dunque di microchip. E le consegne si sono concentrate sull’industria informatica a scapito di quella automobilistica. Poi va considerata la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, che ha portato Pechino ad accaparrarsi quanti più microchip possibili prima di finire vittima delle sanzioni. A questo si sono aggiunti l’incendio che a ottobre 2020 ha distrutto una fabbrica in Giappone e la tempesta di neve che ha colpito il Texas, bloccando per diverse settimane due stabilimenti.

Quanto durerà? Il problema è che i microchip sono diventati componenti fondamentali in molti prodotti, non solo di elettronica. Dalle auto, appunto, alle lavatrici. Il ceo di Intel, che ha annunciato 20 miliardi di investimenti per la costruzione di nuove fabbriche, ha detto però che intanto la carenza potrebbe durare altri due anni. Per creare da zero un nuovo stabilimento ci vuole tempo. E il forte accentramento della produzione, con due sole fabbriche al mondo in grado di produrre i microchip più sofisticati – la Tsmc a Taiwan e Samsung in Corea del Sud – non aiuta. Corea del Sud e Taiwan da sole valgono l’83% della produzione globale. Intanto è scattata la guerra ad accaparrarsi i pochi semiconduttori sul mercato.

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RECOVERY ITALIA
Abbiamo un piano Il presidente del Consiglio Mario Draghi illustrerà oggi alla Camera e domani al Senato il Recovery Plan italiano da 191,5 miliardi (più 30 del fondo complementare), approvato in consiglio dei ministri. Poi i partiti voteranno le risoluzioni ed entro il 30 aprile il documento sarà spedito alla Commissione europea. È servita però una telefonata del premier a Ursula von Der Leyen per sbloccare il cammino del piano italiano, che si era inceppato sui dettagli delle riforme connesse. Rispetto al testo del governo Conte 2, la parte sulle riforme è cresciuta da una sola pagina a 40. Ed è su questo che si giocherà in effetti la vera partita del Recovery.

Effetti sul lavoro Il Recovery dovrebbe generare, secondo quanto prevede il Def, 750mila nuovi occupati entro il 2024. Ma basterà giusto a colmare il divario rispetto al 2019. Nel documento poi, su spinta del Pd, è stata inserita la «clausola» per favorire l’assunzione di giovani e donne nelle imprese che partecipano alla realizzazione del piano.

  • sindacati chiedono un posto nella governance del piano per valutare gli effetti sull’occupazione.
  • Il ministro del Lavoro Andrea Orlando dice che se rispettiamo i tempi dei progetti il primo anticipo potrebbe arrivare già a luglio.
  • La ministra del Sud Mara Carfagna spiega che, con i 200 miliardi destinati al Mezzogiorno, è un’occasione storica per unire finalmente l’Italia.

Partiti pronti alla battaglia Nel piano è sparito il riferimento alla fine della sperimentazione triennale di quota 100, che aveva irritato l’alleato leghista, sostituito da una formulazione più generica sulla spesa pensionistica. Secondo Elsa Fornero, però, su questo punto il piano resta ambiguo e potrebbe aprire a rivendicazioni elettorali. E in effetti Salvini rilancia già su “quota 41”. Il campo di battaglia dei partiti si aprirà poi sulle riforme strutturali, fisco e giustizia in primis. Mentre sulla proroga del superbonus al 2023, il ministro dell’Economia Daniele Franco si è impegnato a valutarla a settembre con la manovra.

E poi c’è il 30 giugno Nel corso dell’incontro con il ministro Orlando, i sindacati hanno chiesto di prorogare il blocco dei licenziamenti per tutti fino a fine ottobre. Confapi ha proposto come data di mediazione quella del 31 agosto, non prorogabile. Da Confindustria sono contrari a un’ulteriore proroga e chiedono invece di concentrare gli sforzi sulla riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, aggiungendo che non prevedono una grande emorragia di posti di lavoro, almeno nell’industria. Orlando, dal canto suo, assicura che lo sblocco sarà selettivo e con interventi mirati sulle crisi aziendali.

  • Intanto nella prima bozza di riforma degli ammortizzatori si prevede un importo massimale unico di cassa integrazione, un allungamento della durata della Discoll e una riduzione graduale della Naspi un po’ meno penalizzante.
  • Mentre Il Foglio ricorda che su 1 milione e 650mila percettori di reddito di cittadinanza, gli assegni di ricollocazione attivati dall’Anpal sono solo 423.

 

DOSSIER CALDI
Ancora Alitalia… Continua lo scontro-trattativa tra Roma e l’Europa su Alitalia-Ita. Il governo ha autorizzato la spesa di 50 milioni per pagare stipendi, fornitori e carburanti senza l’ok dell’Ue. «Chi lavora deve essere pagato», ha detto il ministro dello Sviluppo economico Giorgetti. Ma da Bruxelles non hanno gradito. Martedì è prevista l’audizione del presidente Caio e dell’ad Lazzerini in commissione Trasporti alla Camera.

… e Autostrade Aspi ha chiesto altri 400 milioni di ristori per i mancati incassi causa Covid. Per Cdp è arrivato il momento di stringere. Il cda è stato anticipato a stasera per limare l’offerta da presentare ad Atlantia, ma il prezzo dovrebbe restare intorno a 9,1 miliardi. «È tempo che la telenovela finisca», scrive L’Economia del Corriere.

 

LAVORO IN QUARANTENA
Cara vecchia scrivania Secondo un’indagine realizzata dai Consulenti del lavoro, solo il 53,2% degli italiani si dichiara contento del lavoro «da casa», mentre il 43,5% si adatterebbe volentieri a un ritorno in ufficio.

 

Transizioni Giulia, Antonio, Fabio e Valeria. Il Corriere ha raccontato le storie di commessi, camerieri e baristi che hanno perso il lavoro a causa del Covid e lo hanno ritrovato nell’agricoltura, in uno dei pochi settori che non si è mai fermato.

 

Assunti e vaccinati Negli Stati Uniti, invece, è boom di annunci di lavoro legati alla campagna vaccinale, dai camionisti agli infermieri fino ai magazzini. In totale negli States ci sono 15 milioni di posizioni aperte, mentre il numero dei disoccupati è ancora di 10 milioni. Molti di questi lavori sono in presenza, non sempre ben pagati e molto flessibili con gli orari. Ma in tanti hanno ancora paura di contagiarsi. Senza dimenticare che non tutti hanno le competenze per qualsiasi posizione e servirà probabilmente un progetto di riqualificazione.

 

AGENDA Martedì 27 aprile l’Istat pubblica i dati sulla fiducia di consumatori e imprese, ma gli occhi sono puntati su venerdì 30 aprile, quando l’istituto diffonderà la stima preliminare del Pil del primo trimestre. Sempre domani arriva il report Inps su pensioni e reddito di cittadinanza, il presidente e l’ad di Alitalia sono in commissione Trasporti alla Camera e il ministro Brunetta in commissione Affari costituzionali del Senato. Mercoledì 28 aprile si apre il Festival del Lavoro, mentre al Mise si riunisce il tavolo su Whirlpool. Da segnalare nella stessa giornata anche la riunione del direttivo della Fed e il vertice Opec.

Buona settimana,
Lidia Baratta

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