C’è una giraffa sul tetto del Franco Parenti, al di sopra dell’insegna Teatro che si specchia nelle acque dei Bagni Misteriosi. È la Giraffa Raffaella, un’opera dell’artista fiorentino Sedicente Moradi, che un po’ come il teatro è curiosa di vedere più in alto del suo sguardo. Con il suo collo lungo cerca di scorgere, al di là delle nuvole, il futuro.
È lei l’emblema di un’apertura simbolica, un momento di incontro per dirsi che presto, finalmente, il teatro ripartirà a pieno ritmo con tutte le sue iniziative, prima tra tutte la messa in scena, a giugno, de Il filo di Mezzogiorno di Mario Martone.
Nell’attesa però, ci esercitiamo ad abitare il tempo dell’incertezza e a riassaporare il futuro senza precipitarci in soluzioni improvvisate. Tutte le sere dalle 18 alle 20, il Teatro apre le porte, un po’ come si aprono le braccia prima di richiudersi in un abbraccio, per accogliere il nostro pubblico e chi non è mai stato al Parenti o (magari!) non è mai entrato in un teatro.
Spero, soprattutto, di vedere tanti bambini correre nel foyer, riposarsi su una poltrona rossa o sbirciare tra le fessure del sipario, perché sono loro ad aver sofferto di più in questo periodo e ad aver bisogno, più di chiunque altro, di un luogo amico, di una casa accogliente e stimolante dove stare insieme, liberare la loro energia creativa, la loro fantasia, e magari allungare il collo e guardare, insieme, oltre le incertezze e le paure di questo tempo.