«La pandemia ci ha dato l’opportunità di crescere sotto l’aspetto della transizione energetica e produttiva. Ma anche di cambiare il nostro modello di impresa con uno più sostenibile. Snam è già da molti anni che si impegna con successo per garantire tutto ciò». Si apre con la spiegazione di Laura Cavatorta, board member di Snam, il webinar organizzato dalla società energetica milanese sugli Esg (Environmental, Social and Governance).
Snam, sempre secondo Cavatorta, ha saputo rispondere alle esigenze del mercato, accrescendo i propri introiti e i propri investimenti, e ha saputo anche rivedere i propri standard per affrontare la sfida alla sostenibilità in tutte le sue sfumature, anche quelle sociali.
È poi la volta di Marco Alverà, amministratore delegato di Snam, che spiega scopi e ambizioni della società: «Sviluppo e integrazione di nuove fonti energetiche, ma anche un contributo alle sfide sociali grazie alle nostra esperienza e alle competenza dei nostri professionisti».
In merito ai fattori Esg, ovvero tutte quelle attività legate all’investimento responsabile che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance, «sono perfettamente integrati nelle strategie di Snam» continua Alverà.
«In ambito ambientale, il nostro piano strategico punta alle zero emissioni nette, sia all’interno dell’azienda con il target di neutralità carbonica diretta e indiretta (scope 1 e 2) al 2040 sia all’esterno attraverso il contributo della nostra infrastruttura e dei nuovi business della transizione energetica. Nel sociale puntiamo allo sviluppo delle comunità nelle quali operiamo attraverso Fondazione Snam e a un ambiente di lavoro inclusivo che crei opportunità per le nostre persone. Infine, per quanto riguarda la governance, gli ESG sono parte integrante di tutti i nostri processi al fine di allineare gli interessi dell’azienda con quelli di tutti gli stakeholder per raggiungere una crescita sostenibile nel lungo periodo» puntualizza Alverà.
La governance di Snam, si legge poi sul report, prevede di garantire la trasparenza in tutto le operazioni, dal settore ambientale, a quello sociale, dove l’obiettivo è il benessere dei dipendenti. Snam, bisogna ricordare, è virtuosa anche in “borsa”. Lo scorso anno la società lombarda ha emesso due bond (che finanziano la transizione energetica) per un valore complessivo di 1,1 miliardi di euro e si è impegnata a fare della finanza sostenibile un pilastro della sua strategia e delle attività nella transizione energetica: dalla mobilità sostenibile al biometano, fino all’idrogeno. Secondo i programmi, la finanza sostenibile passerà, entro il 2024, dal 40 al 60% dei finanziamenti totali di Snam.
Il piano di investimenti da 7,4 miliardi di euro presentato a fine 2020 – quasi un miliardo in più rispetto al quinquennio precedente – si ripropone, tra l’altro, di raggiungere le zero emissioni nette entro il 2040. Come? «Grazie alla prontezza e la flessibilità delle risorse sicure, sostenendo lo sviluppo dei gas verdi e riducendo le emissioni di CO2 attraverso le nostre imprese» puntualizza Alverà.
«Stiamo lavorando per garantire un idrogeno pronto e flessibile – continua l’ad di Snam -, ed entro il 2030, la “spina dorsale” italiana del gas verde potrebbe estendersi dalla Sicilia fino al valle dell’idrogeno dell’Emilia Romagna». Questi sviluppi saranno associati anche al potenziale di importazione dell’idrogeno dalla Tunisia, dalla quale Snam potrà sfruttarne appieno il costo vantaggioso della produzione solare e della disponibilità di risorse. Ed entro il 2035, il collegamento con l’Austria potrebbe già consentire
Il trasporto di idrogeno dal Nord Africa fino al Nord Europa. Mentre entro il 2040 potrebbe esserci un’interconnessione con la Svizzera, così da fornire un altro collegamento con il nord-ovest dell’Europa. «La nostra infrastruttura aggiungerà resilienza e flessibilità significative in questo quadro promettente, e sicurezza a un sistema energetico dell’Ue basato su un’intermittenza delle energie rinnovabili», puntualizza Alverà.
In termini di sostenibilità del capitale umano, invece, Snam, si legge nel report, è stata una delle prime società a introdurre un Esg nel consiglio di amministrazione (dal 2019), nel quale almeno il 40% è composto da manager donna. Può inoltre vantare partnership multilaterali con importanti istituzioni internazionali come OCSE e Transparency International, si impegna a «favorire la transizione energetica verso forme di utilizzo delle risorse energetiche e delle fonti compatibili per la tutela ambientale e la progressiva decarbonizzazione», e la sua strategia mira alla creazione di valore a lungo termine a vantaggio degli azionisti.
In termini ambientali, invece: «Siamo impegnati anche nella riduzione delle emissioni scope 3, quelle associate alla catena del valore dell’azienda. A tal fine stiamo lavorando su due fronti, supportando sia i nostri fornitori sia le partecipate internazionali nei loro sforzi di decarbonizzazione. Proprio con i nostri fornitori abbiamo tenuto pochi giorni fa un seminario virtuale per condividere il nostro impegno verso la neutralità carbonica», svela Patrizia Rutigliano, EVP Institutional Affairs, ESG, Communications and Marketing.
Negli ultimi tre anni, grazie a una serie di miglioramenti tecnologici, Snam ha ridotto del 15% sia le emissioni scope 1 che quelle scope 2. Nello stesso periodo le emissioni di metano sono state tagliate del 20%. «La realizzazione di otto centrali di compressione “dual fuel” gas-elettrico ci aiuterà a ridurre progressivamente le emissioni di CO2 mentre con il programma “leak detection and repair” sulla nostra infrastruttura ridurremo quelle di metano. Al tempo stesso, con l’obiettivo di trasportare solo gas decarbonizzato, siamo l’azienda di trasporto gas più all’avanguardia nella preparazione della propria rete all’idrogeno» aggiunge Massimo Derchi, Chief Industrial Assets Network.
C’è poi il versante tecnologie e innovazione. «La digitalizzazione e l’IA applicati agli asset industriali ed alle varie attività possono giocare un ruolo strategico nel ridurre le emissioni» dice Claudio Farina, responsabile tecnologie e trasformazione digitale. «Un esempio concreto in Snam è rappresentato dal PIMOS (Pressure Intelligent Monitoring System) che sarà attivo nel distretto di Bologna a partire dal mese di giugno. Questo sistema raccoglie e analizza i dati operativi della rete, evidenziando variazioni nei parametri critici e ci consente di rilevare eventuali fratture o perdite nell’arco di pochi secondi e li localizza con la precisione di qualche metro.
L’utilizzo dell’insieme di queste tecnologie consente a Snam di gestire 100 volte i volumi di dati rispetto al passato grazie ad un cloud ibrido, alla infrastruttura fisica ed a più di 600 unità di edge computing che utilizzano algoritmi di IA applicati alle attività sul campo.
Infine, viene anche ribadito l’impegno della società per il benessere dei dipendenti e la valorizzazione del capitale umano. «La sicurezza è e rimane la priorità numero uno in Snam. Accanto a questa, nel 2020 abbiamo lavorato per migliorare ulteriormente il benessere delle nostre persone impegnate a lavorare da remoto. Abbiamo fornito sostegno medico e psicologico, la palestra virtuale e il rimborso di spese dedicate alla gestione dei figli» spiega Sofia Maroudia, responsabile Sostenibilità e Fondazione Snam.
«Una reportistica integrata è il riflesso di un pensare integrato e il nostro approccio mira a rispondere alle richieste dei vari stakeholders in temi di trasparenza, completezza e coerenza del reporting aziendale. Inoltre, il 40% dei nostri investimenti risulta allineato alla tassonomia in base al TEG Report e Delgated Acts. Snam è anche tra i fondatori del UN Global Compact CFO Task Force con l’obiettivo di creare un linguaggio comune e condiviso e promuovete criteri di investimento che siano in linea con gli obiettivi SDG delle Nazioni Unite» conclude Alessandra Pasini, CFO