In un mondo ancora alle prese con la pandemia, uomini e donne di tutte le età hanno deciso – come prima mai si era visto – di indossare leggings per martellare marciapiedi, scivolare a cavallo di biciclette super leggere rivestiti da scritte fosforescenti o, quando proprio butta male, fare burpee nel salotto di casa… e a seguire pubblicare i progressi fatti su piattaforme come Strava o Nike Run Club.
Una cosa risulta poi visibile ad occhio nudo: che si tratti di app o attrezzature nessuno ha lesinato l’investimento per procurarsele. Le comunità di fitness online sono aumentate vertiginosamente negli ultimi dodici mesi in ogni parte del mondo: per molti le attività all’aria aperta sono state la sola alternativa consentita alle maledette mascherine a cui dobbiamo sottoporci e hanno fornito uno scopo alla monotonia del nostro quotidiano.
Il potere del networking è stato riconosciuto molto prima che iniziasse la pandemia, ma ora si è ulteriormente potenziato l’interesse per la salute e il benessere che può ora essere considerato un vero megatrend. Sono questi due fattori convergenti che hanno creato un nuovo profilo: quello di consumatori pronti a investire in attrezzi multicolor e vestiti per il fitness.
Athleisure: athletic – leisure. È con questo brutto acronimo gli anglosassoni hanno battezzato una delle poche categorie di abbigliamento che non è retrocessa durante la pandemia, anzi.
Sono più di 74 milioni nel modo gli aspiranti atleti (da salotto e non) che utilizzano Strava: l’aspetto sociale pare sia quello ad attrarre i due milioni di nuovi arrivati sulla piattaforma ogni mese. Agli utenti piace seguire i propri amici e utilizzando i feed per fare complimenti o commenti. Il perdurare della pandemia può forse rilevare un calo della fiducia nelle istituzioni, nei media e nei governi. Non nelle comunità spontanee che si creano online.
C’è di fatti che questa situazione la monitora da tempo ed ha cominciato a muoversi di conseguenza. Nike ha lanciato la prima iterazione del suo Run Club nel 2010. Ha registrato 100 milioni di corse negli ultimi dodici mesi, continuando a vedere forti guadagni anno su anno in nuovi utenti e utenti già fidelizzati: l’app è stata costruita per collegarsi perfettamente agli acquisti in-app e offre sconti esclusivi su moltissimi prodotti.
Per i consumatori più giovani (GenZ e Millennial) Nike è un marchio aspirazionale, tanto quanto lo sono stati per Boomers e Generazione X marchi come Prada o Dior, semplicemente collocato in categorie diverse.
E a questo punto diviene evidente che l’abbigliamento tecnico sportivo potrebbe rappresentare una fetta crescente nel nuovo lusso, quello proiettato nel futuro.
Dall’indice dei marchi più richiesti su Lyst – uno dei più potenti motori di ricerca moda del momento – negli Usa Nike si colloca al secondo posto (in Italia all’11°) precedendo marchi come Louis Vuitton o Balenciaga. Persino le scarpette da corsa CloudX del marchio svizzero On Running si sono classificate al nono posto nel quarto trimestre 2020. Lyst è un indicatore affidabile (100 milioni di utenti l’anno) per assistere a un cambiamento che indica con quale rapidità stia crescendo l’abbigliamento tecnico-sportivo.
Il Lyst esattamente come nelle comunità di fitness del resto non mancano consumatori ad alto reddito al di là di qualsiasi fascia generazionale. È il senso di competizione, passione, adrenalina e gioco che unisce qui le persone.
Difficile pensare che verrà meno una volta terminata la pandemia.