Finalmente, con il nuovo DPCM, si potrà tornare a sentir proferire le fatidiche parole: «Mi vuoi sposare?», potremo di nuovo inginocchiarci al cospetto del o della nostra partner e proporre il grande passo. Naturalmente scherziamo per sdrammatizzare, ma stiamo parlando di una cosa molto seria che, negli ultimi decreti è stata un po’ dimenticata e attenzione, non è una questione di sentimenti, di sogni, di attese, ma di affari, tanti, che coinvolgono centinaia di migliaia di lavoratori.
Dal prossimo 15 giugno, dunque, ci si potrà sposare o meglio, si potrà festeggiare, con alcune accortezze, ma le cerimonie che a oggi si limitavano a un burocratico sì, potranno essere complete.
La riserva è stata sciolta nel corso dell’ultima riunione del Comitato Tecnico Scientifico e avallata dal Consiglio dei ministri che, diversamente dalle ultime decisioni, è stata condivisa all’unanimità, insieme ad altre concessioni che permetteranno un ritorno, come sempre graduale, alla normalità in tutto ciò che attiene al fuori casa. Sì, perché non solo dal 19 maggio il coprifuoco slitterà alle 23 e dal primo giugno alle 24, ma con lo scoccare della stagione estiva, il prossimo 21 giugno, il coprifuoco verrà revocato definitivamente. Non solo, per le regioni che godranno delle condizioni per essere comprese nelle zone bianche il coprifuoco è automaticamente annullato. Tutte queste indicazioni erano molto attese da ristoratori, albergatori, organizzatori di eventi, matrimoni, catering. Un comparto che, nelle parole dei rappresentanti di categoria a tutti i livelli, ha bisogno di certezze per poter programmare in maniera adeguata, lo Stop&Go di questi mesi è stato quasi più deleterio della chiusura stessa. Dunque, tornando ai matrimoni, il settore era più che in affanno, perché non solo rientravano nella categoria ristorazione che, al chiuso, non poteva organizzare nulla, ma anche nella categoria catering/banqueting, che finora non aveva avuto neppure concessioni temporanee, infatti, anche la possibilità di pranzare all’esterno non comprendeva le feste, peggio, si parlava di regole stringenti, con il rischio che le feste di matrimonio, più che in banchetti gioiosi con grande movimentazione di tutti i partecipanti, si trasformasse in una sorta di refettorio monacale con invitati incatenati al proprio posto e suddivisi per quattro o per nuclei famigliari. Insomma, una galera, non una festa.
Sarà festa, però, anche per tutti i lavoratori, per le agenzie matrimoniali, per i gestori di “location”, per cuochi, addetti di sala, produttori di confetti e così via, perché dopo mesi di nulla, il lavoro riprende e la dignità che ciò comporta è ristabilita.
Ebbene, ora con il cosiddetto pass vaccinale, dal 15 giugno sarà possibile festeggiare le nozze al chiuso e all’aperto, dunque, non ci son più scuse per rinviare (qualcuno forse ha approfittato), quindi, allenatevi a dire: «Mi vuoi sposare?».