A meno di sei mesi dall’apertura del primo Expo nell’area Menasa (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale), è stato inaugurato il Padiglione Italiano, dedicato al tema della bellezza. Una struttura che con la pandemia ha interpretato la sfida della salute, combinando natura e tecnologia, per essere sicura e Covid free. Il padiglione che da ottobre spalancherà le porte ai visitatori dell’esposizione universale di Dubai, si estende su una superficie di 3500 metri quadrati, elevandosi in altezza per circa 27 metri. È stato edificato in una posizione centrale, a poca distanza dallo spazio espositivo degli Emirati Arabi Uniti sulla cultural spine, ed è circondato da una tenda di corde ignifughe, prodotte con plastica riciclata, che fungerà da sistema di ombreggiamento naturale, consentendo l’ingresso della ventilazione naturale.
Dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022 sarà possibile visitare l’esposizione universale che quest’anno sarà dedicata al tema Connecting minds, creating the Future (Collegare le menti, creare il futuro), uno sprone per la comunità internazionale a investire sulla salute e sicurezza dei cittadini.
Il claim scelto per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai è invece “La Bellezza unisce le Persone”. Il concetto di bellezza è stato inteso come competenza, innovazione e veicolo di conoscenza, come ha spiegato il commissario per la partecipazione dell’Italia all’Expo Paolo Glisenti. un codice di valori che contraddistingue l’identità italiana. Questo trova conferma a partire dall’architettura, curata da Carlo Ratti, Italo Rota, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, e dalla scelta dei materiali con i quali è rivestito e allestito il Padiglione, frutto di creatività, ricerca avanzata e sostenibilità made in Italy.
«”Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, spiegava Lavoisier nella sua seconda legge», ha ricordato a Linkiesta Carlo Ratti, per poi sottolineare che «nel Padiglione Italia abbiamo cercato di interpretare questo secondo i dettami dell’economia circolare: materiali organici come il micelio, prodotti riciclati come i fondi di caffè e soprattutto molti elementi riusati, come le grandi barche che compongono il tetto del Padiglione e che continueranno a navigare sugli oceani dopo Expo Dubai. Credo che nessun progetto autenticamente contemporaneo possa oggi prescindere dai principi della circolarità».
Il Padiglione italiano della prossima edizione Expo è il più sostenibile e il più rappresentativo di innovazione, tra quelli che il Paese abbia mai portato a una esposizione universale, grazie alla scelta di uno spazio espositivo aperto e alla ricerca su materiali organici e circolari.
Come anticipato, natura e tecnologia saranno le autentiche protagoniste.
Un esempio è la nanotecnologia sviluppata originariamente dalla Nasa, che elimina virus, batteri, funghi, ma anche odori e composti organici volatili presenti nell’aria e sulle superfici, di cui si servirà il Padiglione grazie ad una lampada germicida ad ampio spettro sviluppata dall’azienda italiana Octo Telematics.
Oppure ancora Easy Drop, dell’azienda italiana Saba Technology, che raccoglierà l’umidità dell’aria e l’aerosol prodotto dal respiro del visitatore lungo il percorso espositivo. Si tratta di un sistema per la produzione di acqua dall’aria, con sistema di monitoraggio, trattamento e mineralizzazione dell’acqua. Una tecnologia che purificherà l’umidità e la convertirà in acqua per l’irrigazione.
E, ancora, grazie alla tecnologia dell’azienda italiana Tolo Green, l’anidride carbonica prodotta verrà riutilizzata e convertita in ossigeno. Tolo Green porterà al Padiglione Italia la sua innovazione utilizzando microalghe per la biofissazione della CO2, riducendo così l’impatto ambientale del maggior contributore all’effetto serra e migliorando la qualità dell’aria lungo il percorso del visitatore.
All’interno del Padiglione Italia una coltivazione intensiva di alghe sarà infatti installata su oltre 300 mq, collocati attorno ad una delle principali attrazioni espositive della struttura: il Belvedere, dove verranno proiettati i filmati del regista premio Oscar Gabriele Salvatores.
«Il Padiglione Italia all’Expo di Dubai sarà un habitat totalmente sicuro – ha spiegato Glisenti – L’acqua sarà purificata da piante scelte dal Cnr, capaci anche di essere fertilizzate in terre aride. Rispetto al numero di visitatori nel nostro Padiglione, un anno fa avevamo stimato un flusso di cinque milioni, circa 18 mila al giorno. Adesso pensiamo possano essere molto di più, perché la struttura sarà al tempo stesso una piattaforma digitale e interattiva capace di far partecipare anche chi non ci potrà essere lì fisicamente. Una proposta innovativa in grado di trasmettere, ricevere, ascoltare, centinaia di migliaia di persone da casa loro, dalle università, dalle scuole».
Come riportato dall’Ansa, secondo il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini, all’Expo di Dubai, l’Italia avrà l’opportunità’ di confrontare le best practice legate alla sostenibilità e capire come i diversi Paesi stanno affrontando le sfide dettate dalla green economy e dall’Agenda 2030.
«Le tre parole chiave di Expo – opportunità, mobilità e sostenibilità – corrispondono alla filosofia con cui l’Italia intende affrontare queste sfide», ha spiegato il ministro. «Il nostro Paese sta lavorando per presentare una reale diplomazia della sostenibilità, connessa alla competitività, le eccellenze, le opportunità di lavoro per ogni tipo di business e persona. Il Padiglione Italia sarà un esempio del modello collaborativo attraverso la transizione green. In questo scenario promuoverà uno scambio continuo di competenze tra studenti, professori e università da tutto il mondo. E sono sicuro che questo scambio non si limiterà a Expo Dubai».