La pandemia, il razzo cinese, lo scudetto all’Inter e tutte le altre cavallette del nostro tempo maledetto hanno generato almeno una cosa straordinariamente positiva, addirittura stupefacente, quasi commovente: un grillino che ragiona.
Calma, non è Giuseppe Conte con il suo canestro pieno di banalità burocratico-europeiste consegnato al Corriere della Sera, (banalità peraltro poco credibili, avendo guidato un governo che sfidava Bruxelles e schierava un ministro antieuropeo alle politiche Ue).
Il grillino che ragiona, invece, è Giancarlo Cancelleri, sottosegretario alla Infrastrutture nel governo Draghi che ieri ha dato un’intervista alla Stampa strabiliante nella sua semplicità, linearità e saggezza: Cancelleri ha detto che il ponte sullo Stretto di Messina va fatto, che non è più rinviabile, che è un’infrastruttura fondamentale per la continuità territoriale e per collegare commercialmente l’Africa con il Nord Europa, che sarà realizzato in tre campate, quindi senza il tunnel sottomarino campato in aria da Conte, che per accelerare i tempi andrà rivisto il codice degli appalti e che l’opera ingegneristica potrebbe diventare il simbolo della ripartenza dell’Italia. Ci vorranno dieci anni per realizzarlo, ha detto il sottosegretario citando uno studio appena presentato dai tecnici ministeriali.
Al di là del merito e della previsione sui tempi, il mutamento generico dei Cinquestelle è prodigioso: erano un partito No Tav, No Tap e no tutto, un movimento anti sviluppista e pro decrescita che ha debuttato nella politica nazionale nel 2012 con Beppe Grillo che ha traversato a nuoto lo Stretto di Messina e che fino all’altro ieri cianciava di costi e benefici sulla Torino-Lione, ma in una soleggiata mattina di maggio si è trasformato in forza di governo adulta che spiega le ragioni economiche e sociali del ponte sullo Stretto.
Come un ponte su acque agitate, insomma, Cancelleri si è steso per far passare uno dei principi essenziali alla base del progresso civile: ogni volta che a separare due luoghi c’è una montagna o un tratto d’acqua, se tecnicamente possibile si procede a costruire una galleria o un ponte per far circolare persone e cose, per unire e non dividere.