La palla ai tribunaliFermando la Superlega la Uefa potrebbe aver commesso abuso di potere

Il contenzioso sulla nuova competizione è arrivato alla Corte di giustizia: l’organo di governo del calcio europeo starebbe violando il diritto alla concorrenza espresso dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, impedendo ai club di creare un torneo che non ricade sotto la sua giurisdizione

Lapresse

Il contenzioso tra i club fondatori della Superlega e la Uefa è arrivato alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Lo scorso 11 maggio il Tribunale Commerciale di Madrid ha inviato alla corte con sede in Lussemburgo una richiesta di pronuncia pregiudiziale nei confronti dell’Uefa e della Fifa.

Gli organi di governo del calcio europeo e mondiale starebbero infatti violando il diritto alla concorrenza dell’Unione impedendo ai club di creare una competizione che non ricade sotto la loro giurisdizione: per Uefa e Fifa si parla di abuso di potere e abuso di posizione dominante da parte delle due organizzazioni.

Come sottolinea l’agenzia Reuters, il tribunale di Madrid è lo stesso che il mese scorso aveva approvato un’ordinanza in base alla quale la Fifa, la Uefa e tutte le federazioni associate non possono adottare provvedimenti che vadano a proibire, restringere, limitare o condizionare in alcun modo le società sportive.

Il documento inviato dal tribunale spagnolo alla corte con sede in Lussemburgo fa riferimento in particolare a due articoli del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue). Sono gli articoli 101 e 102.

Il primo vieta le pratiche commerciali tra gli Stati membri che impediscono, restringono o falsano la concorrenza, cioè impedisce la creazione di cartelli e altri accordi che potrebbero minare la libera competizione di mercato all’interno dell’Unione europea.

Il secondo, l’articolo 102, è quello che riguarda l’abuso di posizione dominante: «È incompatibile con il mercato interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo».

L’articolo, quindi, non vieta la posizione dominante in quanto tale: la posizione della Uefa potrebbe essere dominante semplicemente perché più efficiente delle altre, ma in questo caso l’organismo con sede a Nyon avrebbe tratto vantaggio dalla sua posizione per impedire la nascita della Superlega.

Secondo il magistrato Manuel Ruiz de Lara – che dà la sua interpretazione della norma – la Uefa e la Fifa avrebbero infatti abusato del proprio potere: affermando di avere il potere esclusivo nell’organizzare le competizioni per club nel continente, e impedendo la creazione di progetti analoghi e concorrenziali come la Superlega, i due organi calcistici starebbero frenando l’innovazione e la libera scelta dei consumatori.

Ruiz de Lara allora chiede alla Corte di giustizia dell’Unione: «Queste restrizioni sulla Superlega si fondano su una giustificazione oggettiva che permetta di non incorrere nell’abuso di posizione dominante, come lo intende l’articolo 102 del Tfue?».

Si aggiunge così un altro capitolo allo scontro al vertice del calcio europeo che va avanti quasi da un mese. Il presidente Uefa Aleksander Ceferin aveva già promesso – o minacciato, a seconda dei punti di vista – una squalifica di uno o due anni dalle coppe europee per Juventus, Real Madrid e Barcellona.

Poi mercoledì la stessa Uefa ha diffuso un comunicato con cui ha fatto sapere di aver aperto un’indagine disciplinare per punire le tre società, che non hanno mai abbandonato il progetto Super Lega, per violazioni delle regole federali e comportamenti non etici.

Va ricordato che la Superlega è stata annunciata poco meno di un mese fa con un comunicato congiunto dei 12 club fondatori. Ma poco meno di 48 ore dopo il progetto era da considerarsi quanto meno accantonato, dopo le reazioni dei vertici del calcio europeo e mondiale, di alcuni addetti ai lavori, di alcuni gruppi di tifosi e per l’azione di alcune figure politiche di rilievo come Vladimir Putin e Boris Johnson.

Nove club – Manchester United, Liverpool, Manchester City, Chelsea, Tottenham Hotspur, Arsenal, Milan, Inter e Atletico Madrid – sono usciti dall’accordo. Ne restano tre, che non sembrano intenzionati a cedere di un passo.