Faccia a faccia con il killerCom’è andato il vertice tra Biden e Putin

I presidenti di Stati Uniti e Russia si sono incontrati a Villa La Grange, a Ginevra. È stato annunciato, tra le altre cose, un accordo sul ritorno degli ambasciatori nei due Paesi e l’inizio di consultazioni su cybersecurity e nucleare

AP / Lapresse

Mosca e Washington sono pronte a riaccogliere gli ambasciatori di Stati Uniti e Russia, rispettivamente John Sullivan e Anatolij Antonov, che erano stati richiamati in patria nei mesi scorsi. Lo ha annunciato Vladimir Putin durante la conferenza stampa conclusiva del summit con il presidente americano Joe Biden.

In una Ginevra blindata, con zone chiuse al traffico e quasi 4mila uomini tra militari e agenti di polizia presenti in tutta la città, i colloqui tra i due presidenti sono stati «molto costruttivi», almeno secondo Vladimir Putin.

Ci sono stati pochi convenevoli prima dell’inizio, anche perché la tensione tra i due paesi è evidente ed è il motivo per cui questo summit si è reso necessario: una stretta di mano e via alle discussioni. L’incontro tra i due presidenti è durato circa 93 minuti, poi c’è stata una pausa di 45 minuti ed è iniziato il vertice che ha visto la partecipazione delle delegazioni allargate, durato 65 minuti. Da programma ci si aspettava una durata complessiva di 4 o 5 ore.

È stata la prima volta che i due leader si sono incontrati da quando Biden è arrivato alla Casa Bianca da presidente, all’inizio di quest’anno. Ed è stata anche la prima volta dall’inizio della pandemia che Putin ha viaggiato all’estero.

Al termine dell’incontro i due hanno parlato separatamente alla stampa, ciascuno con le proprie priorità e con un tono diverso sulle divergenze.

«Servono rapporti stabili e prevedibili», ha detto il presidente americano Joe Biden. «Non è una questione di fiducia ma di interessi». Il leader russo ha detto che Biden è molto diverso dal suo predecessore Donald Trump, e lo ha definito uno «statista esperto».

Tra i temi in agenda c’era quello della cybersecurity e del futuro trattato New Start, che regola il numero delle testate nucleari di Mosca e di Washington: si parla di una possibile apertura per un nuovo accordo sui missili a media e corta gittata e l’apertura di un tavolo sui super-vettori, le armi di ultima generazione. Com’era prevedibile, Putin ha negato le interferenze russe sui processi elettorali americani, e ha respinto le accuse di aver ordinato i recenti attacchi cyber contro le istituzioni americane.

Biden in conferenza stampa ha parlato molto di diritti umani e libertà di stampa, punto sul quale la tensione fra i due paesi è più profonda. «Continuerò a sollevare la questione, le conseguenze della sua morte sarebbero devastanti», ha detto Biden riguardo il dissidente Alexei Navalny, oppositore del Cremlino attualmente in carcere. E poi ha ricordato l’invasione russa in Ucraina: «Il nostro sostegno alla sovranità dell’Ucraina è incrollabile».

Putin, dal canto suo, ha risposto colpo su colpo. Non ha mai nominato direttamente Navalny, ma ha detto che «sapeva che stava infrangendo la legge russa, e ha compiuto diverse volte lo stesso reato». E ha ribattuto accusando gli Stati Uniti di pratiche illegali nel campo di prigionia di Guantanamo: «Guantanamo è ancora aperto, e non corrisponde agli standard internazionali dei diritti umani o alle leggi degli Stati Uniti. Di che diritti umani stiamo parlando? E anche in Europa c’erano prigioni in cui si torturava».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter