Il governo verso la strettaLavori stagionali obbligatori per i percettori del reddito di cittadinanza

La proposta di modifica arriva da un emendamento al decreto sostegni bis presentato dalla Cinque Stelle Valentina D’Orso. L’intervento ha trovato l’appoggio del ministero dell’Economia, ma starebbe già creando diversi mal di pancia nel nuovo Movimento di Conte

(LaPresse)

I lavori stagionali potrebbero di fatto diventare obbligatori per i percettori del reddito di cittadinanza. I beneficiari non potranno rifiutare questo tipo di offerta lavorativa, ma fruiranno di un’integrazione da parte dell’Inps nel caso in cui la retribuzione risultasse inferiore all’importo del sussidio. L’ipotesi di modifica è contenuta in un emendamento al decreto sostegni bis, proposto dalla deputata Cinquestelle Valentina D’Orso, che ha trovato sostegno anche nel governo – spiega il Messaggero.

L’emendamento chiede in pratica ai percettori del reddito di accettare le offerte di lavoro stagionali, entro un raggio di 100 chilometri dalla propria residenza. E in caso di rifiuto è prevista la decadenza del beneficio. Una novità che strizza l’occhio ad albergatori e ristoratori, ma anche agli agricoltori, che da settimane si lamentano di non riuscire a trovare personale e puntano il dito proprio contro il sussidio (oltre che contro lo specifico bonus Covid per gli stagionali), sostenendo che abbia un effetto distorsivo sul mercato del lavoro.

L’intervento correttivo viene visto con favore al ministero dell’Economia, che ritiene prioritario snellire la platea dei percettori, diventata sempre più ampia con l’acuirsi della crisi economica legata alla pandemia. Oggi la misura voluta due anni e mezzo fa dal Movimento Cinquestelle costa il 35% in più: ad aprile ha assorbito 650 milioni di euro, spalmati su oltre un milione di nuclei, mentre a febbraio del 2020 l’asticella si era fermata a 480 milioni. E così nei primi quattro mesi dell’anno il reddito di cittadinanza è costato 2,5 miliardi. A meno di una svolta, la spesa annuale per il sussidio potrebbe addirittura avvicinarsi ai 10 miliardi di euro, secondo le stime dei tecnici di via XX Settembre.

Ma l’ipotesi di modifica, sebbene avanzata da una deputata Cinquestelle, starebbe già creando seri mal di pancia all’interno del nuovo partito di Conte, dove sono ancora in molti a difendere la misura-bandiera. L’emendamento prevede comunque una compensazione: c’è la decadenza del beneficio per i sussidiati che si smarcano, ma parla anche di un’integrazione da parte dell’Inps nel caso in cui il compenso mensile offerto dal datore di lavoro fosse inferiore a quello del beneficio.

Proposte di modifiche al reddito di cittadinanza sono arrivate anche da Forza Italia, con la proposta di una decontribuzione totale per le imprese del turismo che assumono i percettori del reddito di cittadinanza. I sussidiati attivabili sono oltre un milione. Tuttavia, ricorda il Messaggero, solo il 31% (327mila percettori) ha sottoscritto un patto per il lavoro, indispensabile per intraprendere un percorso di inserimento professionale. Il che vuol dire che anche in caso di attivazione dell’obbligatorietà del lavoro stagionale, circa 700mila potrebbero comunque restarne al di fuori.

All’Anpal, finita l’era di Mimmo Parisi, colui che avrebbe dovuto creare il sistema miracoloso per trovare un lavoro ai percettori e che ora è stato rimosso dal governo, si è insediato il commissario straordinario Raffaele Tangorra, chiamato a riorganizzare le politiche attive del lavoro dopo oltre due anni di caos.

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