Finire sott’acquaL’innalzamento del livello del mare in Cina minaccia importanti città e hub commerciali  

Secondo un’analisi condotta dal Climate Central e proposta sul Financial Times, entro il 2100 la costa orientale del Paese asiatico potrebbe aversi ad affrontare pesantissime ripercussioni economiche, a meno che non vengano apportati tagli alle emissioni di gas serra

Pixabay

A causa dell’aumento del livello del mare, indotto dal climate change, entro il 2100 alcuni dei più importanti hub commerciali della costa orientale cinese potrebbero essere colpiti da maree e inondazioni annuali sempre più importanti, a meno che non vengano favoriti e realizzati tagli drastici alle emissioni di gas serra. È a rischio il potere economico di diverse città e settori produttivi.

Lo attesta, sul Financial Times, un’analisi realizzata dal Climate Central, organizzazione no-profit con sede negli Stati Uniti, basata su dati raccolti da ricercatori finlandesi che hanno scomposto il Pil pro capite a parità di potere d’acquisto del 2019 e l’hanno rapportato alla densità di popolazione.

Da questo lavoro è emerso che Shanghai, principale centro finanziario cinese costruito tra l’estuario del fiume Yangtze e la baia di Hangzhou, è il più esposto all’innalzamento del livello del mare, con una stima di 973,7 miliardi di dollari del Pil del 2019 a rischio.

Suzhou e Jiaxing, due città a 100 km a ovest di Shanghai, si sono classificate al secondo e terzo posto tra i 34 centri urbani considerati, rispettivamente con 330,4 miliardi di dollari e 128,8 miliardi di dollari del Pil del 2019 esposti a rischio.

Potrebbero subire importanti conseguenze anche importanti centri manifatturieri cinesi come Guangzhou e Dongguan, entrambe nel delta del fiume Pearl della provincia meridionale del Guangdong, che si trovano in cima alla classifica globale delle città vulnerabili alle inondazioni secondo Maplecroft, una società di ricerca con sede a Bath, nel Regno Unito.

Potrebbero incorrere in rischi simili anche settori chiave delle catene di approvvigionamento industriale e di ricerca e sviluppo ad alta tecnologia della Cina.

È il caso, ad esempio, di Alibaba, importante piattaforma di e-commerce cinese, del parco industriale di Suzhou che ospita la nuova sede di Panasonic ma anche della fabbrica di Tesla a Shanghai.
Secondo gli autori dello studio, l’intensificarsi delle inondazioni, dei danni indotti da tempeste e dall’erosione del suolo, ma anche la riduzione delle riserve di acqua dolce, potrebbero minare la crescita economica del Paese ben prima del 2100.
Eppure, nonostante la pubblicazione annuale di report sui pericoli dell’effetto dell’innalzamento del livello del mare sulla crescita economica, l’opinione pubblica è sempre rimasta piuttosto indifferente al problema, si legge sul Ft.

Questo potrebbe dipendere anche dal fatto che né il governo né i ricercatori locali hanno ancora rilasciato stime pubbliche globali sull’innalzamento del livello del mare per i prossimi decenni. Anzi, in passato hanno rifiutato quelle proposte da altri Paesi, comprese quelle del Climate Central.

La speranza è che dopo la promessa del presidente Xi Jinping di impegnarsi per la mitigazione dei cambiamenti climatici, assicurando che la Cina raggiungerà la neutralità climatica entro il 2060, le cose possano cambiare.

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