Andrée Ruth ShammahRadio Parenti, il teatro, la musica e il risveglio culturale del Paese

LaPresse/Piero Cruciatti

Direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano, che ha fondato nel 1972, Andrée Ruth Shammah è regista, imprenditrice e anima culturale e intellettuale della città e non solo. Nel 2019 è stata nominata dal presidente francese Emmanuel Macron Chevalier de la Légion d’honneur. L’ultima sua creatura è Radio Parenti, la prima radio che nasce da un’esperienza teatrale. Qui risponde al questionario de Linkiesta, ispirato a The Interrogator di Monocle, sui suoi consumi culturali.

A che cosa sta lavorando?
Sto lavorando alla prossima stagione, a come festeggiare il Cinquantesimo del teatro nella stagione 2022/23, quindi praticamente domani… Cerco di continuare a dare vita a tutto quello che abbiamo fatto durante il lockdown; lo streaming, le riprese video, quelle attività pensate per ampliare il pubblico e raggiungere chi non può andare a teatro ma che sono apparse meno urgenti con la riapertura dei teatri. Inoltre il Parenti dedicherà vari appuntamenti al tema del risveglio declinato sotto molteplici aspetti in un percorso che spazia dal teatro, alla filosofia, alla storia e tanto altro.

Radio Parenti come va?
Siamo soddisfatti del risultato e dell’entusiasmo che ha creato. Ci sono stati dei problemi tecnici, abbiamo lavorato molto per creare tanti contenuti interessanti e ci siamo fatti sfuggire qualche imperfezione nel funzionamento, ma stiamo lavorando per superarli. All’inizio l’idea era quella di dare vita a una radio gratuita e di offrire contenuti esclusivi ai donatori, ma mi sembra più corretto regalare dieci giorni di ascolto gratuito e poi, se al termine dei giorni di prova ci si innamora, come immagino, di Radio Parenti e si vuole continuare ad ascoltarla, chiederemo dieci euro per avere diritto a tutto. 

Appena sveglia dove cerca le notizie del giorno?
Su Linkiesta… In verità, leggo il Corriere e la Repubblica per abitudine, ma il piacere più grande è sempre con Linkiesta.

A colazione legge i giornali con il caffè, con una spremuta o con che cos’altro?
La mia colazione è con lo yogurt, la frutta, un tè e dei biscotti, ma i giornali li leggo appena sveglia, prima della colazione.

Sotto la doccia cosa canticchia?
Non ho la doccia, faccio il bagno e non canticchio perché sono stonata…

In che ordine legge i giornali?
Ora che li leggo in digitale, dalla prima all’ultima pagina. Con i giornali cartacei partivo dal fondo, dalla cultura, poi leggevo Corriere Milano, Repubblica Milano e qualche volta anche le pagine di altre città.

Che musica sta ascoltando ultimamente?
Sto ascoltando tutto quello che vorrei passasse in radio per creare una certa atmosfera, come le musiche brasiliane che sta selezionando il mio amico Morelenbaum per Radio Parenti e non so perché ultimamente ascolto sempre Brahms. Amo molto anche le canzoni francesi di Ferrè, Brel, Barbara che credo possano dare un carattere specifico alla nostra radio ma non sono un’esperta, seguo un fil rouge che non so bene dove mi porta. E infine nello spettacolo di Labiche che sto preparando ci sono dei couplet cantati per cui aspetto le proposte musicali di Alessandro Nidi.

Come la ascolta: in streaming, vinile alla radio?
Dipende da dove sono. A Milano in streaming su YouTube Music. In campagna da una vecchia radio che ho in camera. In montagna, invece, ci sono ancora dei vinili e un giradischi, quando sono lì lo faccio funzionare.

I magazine che non mancano sul divano nel weekend.
Durante il lockdown ho smesso di leggerli, sul divano ci sono monografie di pittori. 

L’ultimo libro che le è piaciuto?
L’ultimo libro che ho letto e mi è piaciuto è “Louis Jouvet: Biographie”, di Jean-Marc Loubier.

Guarda le serie tv?
In genere no. Ho guardato “Il metodo Kominsky” che mi è piaciuta molto ma ho visto solo le prime due stagioni un po’ perché nella terza mancava Alan Arkin e un po’ perché quando mi piace una serie preferisco interromperla prima che finisca. Ho visto anche “Shtisel”, anche questa interrotta per lo stesso motivo. Quando siamo in campagna e per caso c’è mio figlio che è molto più esperto e appassionato di me, me ne fa vedere di incredibili, come “Devs”. Qualche volta ho anche chiesto suggerimenti di visione sui social perché ho grandi difficoltà a scegliere da sola le serie tv da vedere.

Continueremo ad andare a teatro?
Sicuramente la mancanza di qualcosa ne acuisce il desiderio e aver fatto a meno del teatro per così tanto tempo potrebbe aver risvegliato la voglia di andarci più di prima. Non ho la percezione di quanto le riprese video degli spettacoli abbiano dato il profumo del teatro, alcune probabilmente no, qualcuna forse sì, sicuramente il supporto tecnologico permetterà di vedere uno spettacolo a cui tieni tanto e che non puoi vedere, ma non può sostituire l’esperienza di andare a teatro. Quello che posso dire è che in questi giorni al Parenti vedo molti giovani, forse perché sono quelli che hanno meno paura e anche perché le scelte che ho voluto fare sono decisamente adatte a un pubblico più giovane. Se noi teatranti non commettiamo errori ci potrà essere una bella risposta.

Guarda ancora i telegiornali?
Durante il lockdown non li ho voluti guardare mi facevano innervosire, leggo Linkiesta.

Social di riferimento?
Preferisco Instagram, però non posso permettermi di non usare Facebook soprattutto per promuovere l’attività del teatro, cercando di variare e di non postare solo la programmazione o i propri successi. Vorrei provare a usare Tik tok e ho scaricato l’audiochat Club House, ma non l’ho mai usata.

Ascolta i podcast?
In questo periodo li sto ascoltando per lavoro, considerando che Radio Parenti li posta, ma prima d’ora non interagivo con la radio, ascoltavo il flusso.

Si addormenta con un libro, con un magazine, con una serie tv, con un podcast o con un talk show?
Mi addormento con i miei pensieri, a volte con “Porta a Porta”.

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Qui le puntate precedenti di La dieta culturale

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