Inside StoccolmaLa lenta marcia della Svezia per tornare alla normalità

Negli ultimi mesi il primo ministro Stefan Löfven ha rinviato per ben tre volte le riaperture a causa dell’alta incidenza dell’infezione. Il Paese scandinavo è il secondo peggiore in Europa, dopo la Lituania. Da oggi riaprono bar e ristoranti. Le restrizioni saranno progressivamente allentate in cinque fasi, fino a settembre. Ma solo se la campagna di vaccinazione procederà meglio di quanto non abbia fatto finora

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La fase calante della pandemia in Europa, facilitata dall’arrivo della bella stagione e dal miglioramento della campagna vaccinale, sembra non aver toccato la Svezia. La nazione scandinava presenta un alto tasso di incidenza da Covid-19: 427 ogni centomila abitanti, secondo lo European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). È al secondo posto nell’Unione Europea dopo la Lituania. Tutte le regioni svedesi, come evidenziato dalla mappa realizzata dall’ECDC, sono colorate di rosso oppure di rosso chiaro. Il numero di pazienti ricoverati in ospedale, come riferito da Taha Alexandersson, vicedirettore dell’unità di crisi del National Board of Health and Welfare, si è ridotto di un quarto nell’ultima settimana ed è di poco inferiore ai mille mentre il 44% degli adulti ha ricevuto la prima dose di un vaccino per il Covid-19. 

Il primo ministro Stefan Löfven è stato costretto, negli ultimi mesi, a rinviare per ben tre volte il piano di allentamento delle restrizioni, a causa dell’alta incidenza dell’infezione, ma le cose dovrebbero cambiare a partire da oggi. Bar e ristoranti potranno chiudere alle 22:30 e non più alle 20:30. L’allentamento delle restrizioni avverrà in cinque fasi. La seconda fase è pianificata per il primo luglio, la terza e la quarta rispettivamente per il 15 luglio e per settembre, porteranno a rimuovere le restrizioni sugli eventi pubblici e privati e a quelle sugli spettatori presenti agli eventi. Manca, invece, una data per l’avvio dell’ultima fase che porterà alla rimozione di tutte le restrizioni. 

La Svezia ha tenuto aperti bar, ristoranti, attività commerciali e la maggior parte delle scuole per più di un anno dopo aver registrato il primo caso di Covid-19 nel gennaio del 2020. Questa strategia, però, non si è rivelata vincente. All’inizio di maggio il Paese aveva il terzo più alto numero di casi di Covid-19 pro capite del mondo e le infezioni erano dodici volte superiori a quelle della Finlandia e sette volte quelle della Norvegia. Finora quattordicimila persone hanno perso la vita.

Il quotidiano Dagens Nyheter ha riportato diversi casi in cui i pazienti più anziani sono stati lasciati morire dopo che non gli era stato fornito l’ossigeno. Il sindacato dei lavoratori del settore sanitario, il Vårdförbundet, ha inoltre segnalato che il 20% degli addetti di un ospedale di Stoccolma ha contratto il Covid-19. Uno studio realizzato dall’organizzazione VA, in collaborazione con l’Istituto Karolinska e l’Università di Södertörn, ha riscontrato che gli svedesi nutrono un alto tasso di fiducia, pari al 90% nei confronti dei medici e degli operatori sanitari. Seguono i ricercatori, con l’84%, i funzionari del governo, con il 58% mentre soffrono politici e giornalisti. Ai primi va la fiducia del 23% mentre i secondi si fermano al 21%. La metà degli svedesi, in particolare modo anziani, ritiene che le notizie sul Covid-19 vengono trattate in maniera allarmista e tra i media meno apprezzati ci sono i tabloid Aftonbladet, l’Expressen ed i media stranieri.

L’approccio soft scelto dalla Svezia per affrontare la pandemia da Covid-19 non ha imepdito la comparsa di movimenti di protesta organizzati che a metà marzo hanno manifestato contro le politiche governative e contro un supposto colpo di stato organizzato dalle elite. Le dimostrazioni sono state, con tutta probabilità, dei casi estremi privi di grandi riscontri nel cosiddetto paese reale. Ma per capire come vanno realmente le cose in Svezia bisogna dare un’occhiata ai sondaggi politici realizzati nelle ultime settimane e vedere cosa ne emerge.

Il Partito Socialdemocratico, di cui fa parte il primo ministro Stefan Lofven, è al primo posto con una percentuale oscillante tra il 25.4 e il 26.9%dei voti mentre al secondo posto, tra il 21.7 ed il 23.1 dei voti, c’è il Partito Moderato, liberal-conservatore e al terzo posto, intorno al 19%, ci sono i Democratici Svedesi, populisti e di destra radicale. Entrambi i movimenti sono all’opposizione del governo Lofven e ne criticano le posizioni programmatiche.

Secondo il Partito Moderato e i Democratici Svedesi il governo ed i suoi alleati hanno fissato delle priorità errate e hanno criticato l’alto tasso di mortalità e la disoccupazione, in particolare tra gli immigrati. Molti esponenti dell’opposizione, tra cui il leader del Partito Moderato Ulf Kristersson, hanno criticato la gestione pandemica del governo e le misure non coercitive adottate. L’esecutivo si è difeso affermando che l’economia non ha risentito troppo della pandemia e che tenendo le imprese aperte si sono ridotti gli effetti economici negativi.