Europa VerdeCosa propone il nuovo partito ambientalista italiano

L’assemblea costituente ha varato lo statuto ed eletto i due portavoce nazionali: Angelo Bonelli, leader di lungo corso dei Verdi, e l’europarlamentare Eleonora Evi. L’alleanza con il Partito democratico è sancita dall’intervento di Letta: la sfida è superare la soglia di sbarramento.

LaPresse

C’è ancora il sole che ride, il simbolo storico dei Verdi italiani fin dagli anni ’90. Ma è più piccolo rispetto al passato ed è sovrastato dal girasole giallo, il marchio di fabbrica di quelli europei. Il logo di Europa Verde, la nuova formazione ecologica nata il 10 luglio, rispecchia la sua anima: ben ancorata alla storia e ai valori fondanti dell’ambientalismo nazionale e allo stesso tempo proiettata verso una dimensione europea, con la speranza di ricalcare il successo elettorale di tanti partiti affiliati. 

Anche la scelta dei due portavoce nazionali, un uomo e una donna come da tradizione della famiglia politica europea di appartenenza, ricalca questa dicotomia. Dall’assemblea costituente tenutasi a Chianciano Terme, in provincia di Siena, sono usciti i nomi di Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. Il primo è uno dei volti più noti dell’ambientalismo politico italiano, presidente e coordinatore della Federazione nazionale dei Verdi dal 2009 al 2018. Che sono di fatto confluiti nel nuovo partito, conservando però un riferimento nel simbolo e nella dicitura ufficiale: «Europa Verde – Verdi».

Eleonora Evi è invece un volto nuovo: cresciuta politicamente nel Movimento Cinque Stelle, con cui è stata eletta due volte al Parlamento europeo, ha lasciato la delegazione pentastellata nel dicembre 2020, per entrare prima nell’eurogruppo dei Verdi/Ale e poi anche nel partito nazionale. Meno legata alle vecchie classi dirigenziali degli ambientalisti italiani, è considerata l’anello di collegamento con i Verdi europei, che nei mesi scorsi hanno lavorato sottotraccia per allargare il più possibile il perimetro del nuovo partito. 

Ecologismo, europeismo, femminismo e giustizia sociale restano i principi di Europa Verde, mutuati dalla tradizione nazionale e in linea con i valori dei consociati europei. Sulle tematiche ambientali, sempre più al centro del dibattito, Europa Verde assume una posizione radicale, in contrapposizione a quello che i suoi esponenti definiscono greenwashing, la tendenza di altre forze politiche a proporre politiche solo all’apparenza eco-sostenibili. Anche per questo, la direzione si consulterà con un comitato scientifico istituito ad hoc e presieduto dal climatologo Luca Mercalli, che ha subito lanciato il suo monito: «Attenzione alle alleanze: ci sono troppi lupi travestiti da agnelli, con il vello verde solo perché va di moda»  

Europa Verde si colloca fra i progressisti ma si propone di non essere succube di formazioni più grandi. «Mai con la Lega, mai con Fratelli d’Italia. Saremo alleati con il centrosinistra ma mai una stampella o un partito cuscinetto», ha detto Eleonora Evi nel suo discorso di insediamento. 

La differenza è sull’operato del governo di Mario Draghi: sostenuto da Partito Democratico, Liberi e Uguali e Movimento Cinque Stelle e al contrario criticato, soprattutto sui temi legati al clima, da Europa Verde. Pure dal palco di Chianciano Terme è arrivato da Bonelli un attacco al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e al Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, che a suo dire «non affronta la drammatica crisi ambientale».

Il posizionamento strategico del partito è pragmatico:secondo gli ultimi sondaggi il movimento green in Italia resta sotto il 2% dei consensi. Europa Verde non presenterà nessun candidato alle prossime elezioni amministrative, ma sosterrà in tutta Italia quelli del centro-sinistra. Anche per questo c’è chi, all’interno del partito, teme un ruolo ancillare rispetto al Partito democratico. 

«Ho intenzione di mettere in campo un’alleanza europeista, basata sui diritti, sulla sostenibilità, sul progresso. Voi rappresentate un punto di vista insostituibile ed essenziale», ha detto il segretario del Pd Enrico Letta, rimarcando l’amicizia di lungo corso che lo lega alla dirigenza storica dei Verdi, da Bonelli a Marco Boato. Il leader dem, invitato a intervenire alla costituente, si è detto convinto sostenitore di un’alleanza alternativa alla destra: il suo partito, del resto, ha tutto da guadagnare, posizionandosi come capofila del campo progressista. Più incerto appare il pay-off elettorale per Europa Verde: nei Paesi europei dove godono di largo seguito, i partiti Verdi hanno saputo costruire un’alternativa credibile a quelli della tradizione socialista, proponendo modelli e narrative nuove e arrivando a sostituire nelle scelte elettorali gli affiliati del Pd.

L’onda verde in Italia

L’obiettivo dichiarato più volte da Chianciano Terme è quello di portare pure in Italia la cosiddetta «onda verde», cioè tradurre in risultati elettorali tangibili il crescente interesse dei cittadini verso le tematiche ambientali. In quest’ottica potrebbe essere un segnale interessante l’avvicinamento di Beppe Sala, che non è iscritto a Ev ma ha firmato la Carta dei Valori del Partito Verde Europeo e punta forte sul contributo degli ecologisti nella corsa alla conferma come sindaco di Milano.

«È una grande opportunità la presenza di un candidato che si dice molto attento alle tematiche ecologiche. Noi comunque continueremo a fare da “guardiani” sulle istanze ambientali, sia a Milano che a livello nazionale»,  dice a Linkiesta Eleonora Evi. Il messaggio della nuova portavoce è chiaro: la porta di Europa Verde resta aperta, ma non ad alleanze incondizionate.

Alla finestra ci sono infatti anche altre componenti della «galassia ambientalista», dal partito Green Italia al gruppo parlamentare Facciamo Eco, formato a marzo 2021 dall’ex presidente di Legambiente Rossella Muroni, con l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti e Alessandro Fusacchia, eletto alla Camera nelle liste di +Europa. Nessuno di loro è formalmente legato a Europa Verde, ma è possibile che nelle prossime elezioni nazionali ed europee si uniranno le forze, per superare le soglie di sbarramento. «Saremo una casa accogliente e disponibile al dialogo con tutti, ma con dei punti fermi ben definiti. Sulle questioni ambientali, non possiamo permetterci posizioni morbide, ma dovremo essere intransigenti» è il messaggio della nuova co-portavoce nazionale.

Il successo del partito, in ogni caso, dipenderà anche dalla capacità di dare voce ai tanti movimenti in difesa dell’ambiente, sia quelli tradizionali che quelli di recente formazione. In particolare, si guarda con interesse ai giovani di Fridays For Future, la rete internazionale che chiede a gran voce passi concreti della politica per combattere il cambiamento climatico.

«I ragazzi che scendono in piazza per il clima dicono: “Dateci un futuro”. Senza aspettare che qualcuno cambi le cose per noi, dobbiamo lottare per una società diversa», dice a Linkiesta Francesca Cucchiara, classe 1993, appena eletta co-portavoce dei Giovani Europeisti Verdi, la sezione giovanile di Ev. Insieme a Luca Boccoli sarà la rappresentante delle nuove generazioni all’interno delladirezione nazionale: al momento i Gev contano un migliaio di effettivi, ma da mesi stanno allargando la squadra di lavoro e presto si struttureranno a loro volta con un’assemblea costituente. In attesa di combattere in prima persona le battaglie del partito: «Non dobbiamo mai perdere la speranza di poter cambiare le cose e neanche la passione e l’entusiasmo di farlo». 

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