Robert F. Kennedy Jr, guru no-vax. Ebbene sì, il nipote di JFK e il figlio di Bob, discendente delle due icone più liberal progressiste d’America, è il leader della disinformazione no-vax. O come è stata definita negli Stati Uniti: della “disinformation dozen”, ovvero della dozzina della disinformazione. Si tratta di un ristretto gruppo di personalità che negli Stati Uniti genera quasi due terzi della disinformazione sui vaccini anti-Covid via Facebook e Twitter.
E Robert F. Kennedy Jr è per l’appunto la punta di diamante di questo fenomeno. A raccontarlo è un articolo di Vanity Fair, che ripercorre una giornata passata all’evento no-mask e no-vax (quota di ingresso 150 dollari) dove il discendente dell’ex presidente dell’America era proprio l’oratore principale.
Robert F. Kennedy Jr si è presentato ovviamente senza mascherina ed è stato travolto immediatamente da un mare di folla: «Ci sono state strette di mano senza mascherina, abbracci senza mascherina e servizi fotografici senza mascherina, e poi Kennedy è salito sul palco. Per più di un’ora ha descritto il suo lavoro in quella che chiama “protezione della salute”», scrive il quotidiano.
Negli ultimi anni Kennedy è diventata un’improbabile stella guida per gli scettici sui vaccini. «Non capisco come possa ricoprire un ruolo così importante nella società», ha detto la deputata Anna Eshoo a Vanity Fair. «Semplicemente non lo capisco. Ma quando qualcuno lo sente così convincente e legge il suo cognome purtroppo cade vittima nella sua rete».
Il nipote dell’ex presidente americano è da sempre sostenitore di tesi che collegano i vaccini a una serie di patologie infantili come l’autismo. E nell’agosto 2020 Kennedy e la Children’s Health Defense hanno avviato una causa contro Facebook per aver contribuito a «censurare discorsi validi e veritieri», chiedendo un risarcimento di 5 milioni di dollari.
Mentre a febbraio Instagram ha escluso Kennedy «per aver ripetutamente condiviso affermazioni smentite sul coronavirus o sui vaccini». Anche se rimane attivo il profilo su Facebook e quello su Twitter. Tra i contenuti condivisi da Kennedy che hanno violato la policy di Instagram è stato segnalato, per esempio, un post in cui si collega la morte del leggendario giocatore di baseball, Hank Aaron, al vaccino anti-coronavius.
Tim Zook became ill 2.5 hours after his second dose of Pfizer’s vaccine, and died four days later. An autopsy showed an enlarged heart—consistent with myocarditis now linked to mRNA COVID vaccines—but the coroner ruled out the vaccine as cause of death.https://t.co/PiAQNnkk9g
— Robert F. Kennedy Jr (@RobertKennedyJr) July 15, 2021
L’attività di Kennedy non è portata avanti soltanto online. Nel corso della manifestazione svoltasi a Berlino il 29 agosto 2020 contro il lockdown, RFK Jr. ha tenuto un discorso in cui ha affermato che la pandemia ha dato ai governi «la capacità di imporre controlli sulla popolazione che la popolazione altrimenti non avrebbe mai accettato – creando istituzioni e meccanismi per orchestrare e imporre l’obbedienza».
«Ciò che mi fa più arrabbiare in merito alle campagne di disinformazione è che spesso provengono da persone senza conoscenze scientifiche, senza credibilità», afferma Jaimie Meyer, professore associato di medicina e salute pubblica alla Yale School of Medicine.
Ma come siamo arrivati alla versione attuale di Robert F. Kennedy Jr? Per decenni il nipote dell’ex presidente John F. Kennedy era noto per il suo lavoro nel diritto ambientale e per il suo impegno nella difesa dei gruppi di indigeni contro le multinazionali. Alla fine degli anni ’90, però, ha anche contribuito a fondare la Food Allergy Initiative e ha iniziato a sostenere che alcune allergie erano collegate ai vaccini infantili.
«Nel 2014 ha curato Thimerosal: Let The Science Speak, nel 2016 è stato coautore di Vaccine Villains: What the American Public Should Know About the Industry e ha prestato il suo nome a molti altri libri simili, inclusa la terza edizione di The Peanut Allergy Epidemic e il tomo Plague of Corruption del 2020, firmato dall’ex ricercatrice screditata Judy Mikovits» si legge ancora.
Nel 2016 Kennedy ha fondato il World Mercury Project, che ha ampliato in Children’s Health Defense nel 2018, un’organizzazione senza scopo di lucro con una missione precisa: «Porre fine alle epidemie infantili lavorando in modo aggressivo per eliminare le esposizioni dannose, scovare i responsabili e stabilire tutte le tutele possibili affinché non accada mai più».
Kennedy, che ricopre il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione e capo consulente legale, ha inoltre ben chiaro il problema principale per il Paese: «La più grande crisi che l’America deve affrontare oggi è l’epidemia di malattie croniche nei bambini». Punto. Senza neanche una piccola citazione del Covid-19.
Perché, viene da chiedersi. Perché una persona istruita come Kennedy (laurea ad Harvard, corsi alla London School of Economics, facoltà di giurisprudenza all’Università della Virginia e un master in diritto ambientale alla Pace University) si senta a proprio agio nel promuovere certi tipi di argomenti è ancora un mistero.
«La triste realtà è che i vaccini causano lesioni e morte», ha scritto Kennedy in una lettera al presidente Joe Biden pubblicata su The Defender il 17 marzo. «Nei due mesi e mezzo da quando gli Stati Uniti hanno iniziato il programma di vaccinazione anti-Covid ci sono stati 31.079 feriti e 1.524 decessi segnalati dopo il vaccino».
Statistiche estratte dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) che a primo impatto sembrano terribili. Ma una semplice ricerca su quel sito web, spiega Vanity Fair, rivela che per “lesioni” si intende anche mal di testa, febbre, dolori muscolari, nausea e altri problemi chiaramente identificati come effetti collaterali comuni del vaccino.
Infine, come tutti gli influencer cospirazionisti che si rispettino, gran parte dei post più clickbaity di Kennedy richiedono un riesame delle ricerche esistenti e dei rapporti sui vaccini e un migliore «sistema di sorveglianza delle lesioni da vaccino». Accusando poi un «cartello medico» che tratterebbe «i medici che segnalano o trattano frequentemente lesioni da vaccino come pericolosi e irresponsabili paria».
Dal cospirazionismo al business il passo è breve. Kennedy ha fatto della sua missione – ovvero diffondere la “consapevolezza” in prima persona attraverso il suo sito Web – un volano redditizio per eventi privati di raccolta fondi. Il risultato sono molteplici proprietà immobiliari dal valore di circa 6 milioni di dollari.
Essere una stella no-vax ha portato dei problemi anche nella compatta famiglia Kennedy. Nel 2019 i fratelli di Robert Francis Kennedy Jr, Kathleen Kennedy Townsend e Joseph P. Kennedy II, e la nipote Maeve Kennedy McKean, hanno scritto una lettera aperta intitolata “RFK Jr. è nostro fratello e zio. Ma ha tragicamente torto sui vaccini”, pubblicato su Politico.
«Siamo orgogliosi della storia della nostra famiglia come sostenitori della salute pubblica e promotori di campagne di immunizzazione per portare vaccini salvavita negli angoli più poveri e remoti dell’America e del mondo», scrivono. «Su questo tema, Bobby è un’eccezione nella famiglia Kennedy».
E poi nel dicembre dello scorso anno, un’altra delle sue nipoti, Kerry Kennedy Meltzer, un medico presso il NewYork-Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center, ha pubblicato un articolo sul New York Times nel quale stroncava le tesi dello zio: «Come medico e come membro della famiglia Kennedy, sento di dover usare qualsiasi piccola piattaforma che ho per affermare alcune cose in modo inequivocabile. Amo mio zio Bobby. Lo ammiro per molte ragioni, primo fra tutti la sua battaglia decennale per un ambiente più pulito. Ma quando si tratta di vaccini, si sbaglia» conclude.