A 16 anni Arthur Germain ha attraversato a nuoto il canale della Manica, il più giovane francese ad aver tentato l’impresa. Ora che di anni ne ha 19, l’avventura si ripete ma in acqua dolce.
Figlio della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, dalla quale ha ereditato l’attenzione per l’ambiente, Germain sta attraversando bracciata dopo bracciata tutto il corso della Senna, dalla sorgente alla foce: un tragitto di 784 km, mai percorso prima nella sua interezza, tutto in solitaria.
Una sfida intrapresa per educare al rispetto del fiume più famoso di Francia.
«Non voglio demonizzare gli industriali né basare il mio messaggio su una politica di colpevolizzazione. Al contrario voglio mostrare che la Senna merita di essere preservata per la sua ricchezza», scrive sul suo sito, La Seine à la nage, dove una cartina aggiornata regolarmente mostra l’avanzare del suo percorso. Una tappa dopo l’altra, ognuna condivisa con foto e storie anche sui social.
Appassionato di nuoto dall’età di 3 anni, Germain, che ha lasciato gli studi di fisica e filosofia al primo anno di università per dedicarsi a progetti di salvaguardia ambientale, non vuole portare a casa solo una bella prestazione, quanto utilizzare lo sport per sensibilizzare contro l’inquinamento della Senna affinché in futuro tutti possano tornare a fare il bagno nelle sue acque, meno sporche rispetto al passato ma ancora soggette a una contaminazione significativa da metalli, inquinanti atmosferici tossici, residui di sostanze farmaceutiche e microplastiche.
«La qualità dell’acqua della Senna è molto migliorata negli ultimi 30-40 anni, grazie alla consapevolezza collettiva, agli sforzi per raccogliere e trattare i rifiuti industriali e urbani, e ai cambiamenti nelle pratiche e nell’uso», spiega Cédric Fisson, esperto di ambiente presso il Gip Seine-Aval, centro regionale che monitora le condizioni della Senna e della sua foce.
«Anche se le cose vanno meglio, non tutti i problemi sono stati risolti – continua lo studioso – È ancora presente un inquinamento cronico e diffuso, l’ecosistema fluviale rimane fragile e dipendente dal buon funzionamento dei numerosi impianti di trattamento delle acque reflue che scaricano nella Senna».
Partito il 6 giugno scorso da Source-Seine, un comune di una cinquantina di abitanti non lontano da Digione, Germain prevede di arrivare a Le Havre, dove termina il corso del fiume, il 24 luglio (ci siamo quasi).
Nuota a un ritmo di 20 km al giorno per cinque o sei ore, tra correnti avverse, batteri e acqua gelida. Con i piedi tira a rimorchio un kayak dove tiene un’amaca, un telo per dormire, un fornelletto su cui cucinare e provette in cui raccogliere campioni che farà analizzare per individuare in quali punti del fiume sia necessario intervenire con la pulizia. Per non prendere infezioni, il giovane parigino ha fatto un vaccino contro la leptospirosi, malattia trasmessa dai ratti, e quando è in acqua segue uno speciale protocollo sanitario. Un medico verifica di tanto in tanto il suo stato di salute.
Per docce, cibo e acqua, Germain si affida invece all’ospitalità delle persone che incontra lungo il percorso, come un concorrente versione green del reality Pechino Express.
Mamma Hidalgo è fiera di lui. Quando è passato da Parigi si è fatta trovare sul bordo della Senna per un abbraccio post nuotata. Ma guai a etichettare Germain solo in relazione alla sua parentela.
«Quando ho annunciato il progetto ai miei genitori, mia madre è sbiancata. Mi lancio in questa sfida anche per provare a me stesso che non sono solo il “figlio di”», ha rivelato in un’intervista al quotidiano francese Le Figaro.
Eppure, la strada, o forse meglio dire la corsia, di Arthur Germain si incrocia comunque con quella della sindaca Hidalgo, che ha fatto della trasformazione verde della capitale francese e della depurazione della Senna i suoi cavalli di battaglia.
Sindaca della Ville Lumière in quota socialista, rieletta l’anno scorso per un secondo mandato con il sostegno dei verdi, Anne Hidalgo ha lanciato diversi progetti per far respirare Parigi e migliorarne la qualità dell’aria, spesso pessima. Dalla realizzazione, dopo il primo lockdown, di 60 km di piste ciclabili, soprannominate “coronapiste”, alla promessa di pedonalizzare il centro della capitale entro il 2022 e di creare “foreste urbane” piantando alberi in luoghi iconici come l’Hôtel de Ville e la Gare de Lyon.
E poi c’è la Senna, uno dei punti storici del programma politico di Hidalgo. La promessa è di ripulirla in tempo per le Olimpiadi del 2024. In modo che le gare del nuoto libero e del triathlon possano svolgersi nelle sue acque. Per cittadini, turisti e nuotatori incalliti, impazienti di fare un bagno nel fiume, l’appuntamento è invece rimandato al 2025.
Sono 360 le tonnellate di rifiuti ripescate ogni anno dai fondali della Senna nell’area di Parigi. A cui si aggiunge il problema della presenza di batteri intestinali come l’Escherichia coli.
Secondo Vincent Rocher, direttore dell’innovazione del Siaap, l’agenzia nazionale che si occupa della depurazione delle acque nella regione parigina, la concentrazione mediana dei batteri sarebbe comunque inferiore ai limiti massimi previsti, il che renderebbe la Senna balneabile per più della metà del tempo. Ma molto resta ancora da fare.
Per il progetto di depurazione, già immaginato nel 1988 dall’allora sindaco Jacques Chirac ma lanciato nel concreto solo nel 2016, ci sono ora sul tavolo 1,4 miliardi di euro. Sedici i comuni dell’Île de France coinvolti e cinque i punti di balneazione individuati a Parigi, dove la gran parte dell’inquinamento della Senna dipende dagli scarichi dei privati (abitazioni, ristoranti, barche) molti malfunzionanti o allacciati male al sistema fognario.
Vecchi problemi, sui quali le istituzioni vogliono intervenire con l’elargizione di contributi fino a 4200 euro ai cittadini perché riparino le loro tubature e con lavori ingegneristici per creare punti di stoccaggio di acque reflue e piovane.
I tempi stringono e, secondo alcuni esperti, per rispettare le scadenze stabilite bisogna accelerare. La scommessa di Anne Hidalgo di depurare la Senna e trasformarla nella piscina dei parigini, compreso il figlio per un bis, è difficile da vincere ma non impossibile. E non sarebbe nemmeno la prima volta. Nell’Ottocento farsi il bagno nel fiume era una pratica diffusa, con tanto di piscine, stabilimenti attrezzati, hotel, sale da ballo e casinò. Fino al 1923 quando un’ordinanza vietò la balneazione. La Senna cominciava a essere troppo inquinata e i rischi per la salute troppo elevati. Quasi un secolo dopo, le cose potrebbero cambiare in meglio.
«Il miglioramento della qualità dell’acqua del fiume osservata dagli anni ‘80, la presa di coscienza collettiva e gli sforzi in corso e futuri, ci permettono di essere ottimisti che un giorno potremo di nuovo fare il bagno nella Senna, come si faceva storicamente», conclude Fisson.