Secondo Guido Bertolaso la terza dose è solo questione di tempo. Il consulente della Regione Lombardia per la campagna vaccinale anti-Covid, spiega al Corriere, è pronto per la nuova fase. «Aspettiamo l’imput delle autorità sanitarie. Il tempo per decidere è oggi, al massimo i primi di settembre».
Ma c’è davvero bisogno di un ulteriore richiamo? «I vaccini funzionano, ce lo dicono i bassi tassi d’occupazione delle terapie intensive e degli altri reparti ospedalieri. Ma è probabile che l’immunità cali, quindi è necessario rinforzarla in vista dell’autunno, quando saranno possibili nuove ondate con il ritorno dalle ferie dei cittadini e la ripresa del lavoro e delle lezioni in presenza. I prossimi mesi saranno cruciali per dare la spallata al virus con la terza dose», dice Bertolaso.
E in questi termini la Lombardia ha già un piano pronto. «Lo abbiamo studiato a luglio con il presidente Attilio Fontana, la vicepresidente Letizia Moratti, i dirigenti e i tecnici lombardi. È stato portato a Roma da Moratti e discusso con il generale Francesco Figliuolo. Abbiamo ricevuto apprezzamenti», dice ancora.
Cosa prevede la nuova strategia? «Ovvio che la vaccinazione di massa, così come è stata gestita nei mesi scorsi, non può essere il modello del futuro. Per il nuovo richiamo ci concentreremo non più sui grandi hub ma su poli medio-piccoli, strategicamente localizzati sul territorio. Approssimativamente uno ogni 100-150 mila abitanti, quindi 60-70 centri in Lombardia. E coinvolgeremo il personale sanitario che non è assorbito dal lavoro ospedaliero. Penso ai medici di famiglia, che hanno già dato un contributo importante convincendo le persone a vaccinarsi ma anche facendo le iniezioni. Credo che questa sarà la strada principale», si legge ancora.
Mentre per quanto riguarda le modalità del terzo richiamo, «pensiamo a piccole strutture di riferimento, per via dei requisiti di conservazione dei vaccini Pfizer e Moderna che saranno i più usati».
Ma non solo: «Faranno la loro parte le aziende. Finora hanno vaccinato poco perché quando è stato dato il via libera a questo filone della campagna, tanti dipendenti si erano già immunizzati. Ma saranno strategiche per i richiami. E giocheranno un ruolo anche le farmacie: 21 hanno da poco iniziato con le somministrazioni in via sperimentale», sottolinea Bertolaso.
Mentre per i grandi hub la situazione è diversa. «Penso che ogni capoluogo di provincia ne manterrà uno. Per Milano potrebbe essere la Fiera o il Palazzo delle Scintille, da usare fino a maggio o giugno dell’anno prossimo. Saranno serbatoi strategici per vaccinare in tempi rapidi. Così contiamo di arrivare a 35-40 mila somministrazioni al giorno», continua.
È pronta anche una scaletta con le categorie e i profili di chi sarà sottoposto prima alla vaccinazione. «Siccome al momento consideriamo che la protezione del vaccino duri nove mesi, a settembre avremo le prime “scadenze” per chi ha ricevuto la dose a gennaio. Partiremo con gli anziani che vivono in Rsa, con il personale sanitario e i fragili: gli over 60 e chi ha patologie», continua.
Bertolaso lancia poi un messaggio a tutti i colleghi. «Credo che stiamo dando troppo spazio a idee e giudizi diversi sui vaccini e sul virus, con l’effetto di disorientare la gente. Di fronte a quello che abbiamo passato e che non è ancora finito dobbiamo fare squadra. Se rimaniamo uniti la prossima primavera il virus sarà davvero alle spalle», conclude.