Sguardo nell’abissoAnalisi logica del comportamento illogico dei no-vax

Dietro al comportamento all’apparenza assurdo di esseri razionali si cela il grande problema del nostro tempo: la disponibilità infinita di informazioni inaffidabili. Da questo mare chiunque, scegliendo a suo piacimento, può trarre sostegno alle proprie convinzioni, anche le più bislacche

LaPresse/Andrea Alfano

Analisi logica dei novax e della disinformazione

Com’è possibile che qualcosa di molto utile al benessere individuale e a quello collettivo possa essere rifiutato da decisori razionali, solitamente in grado negli altri ambiti di scelta di individuare e perseguire ciò che è meglio per loro stessi?

A far sorgere l’interrogativo è l’opposizione ai vaccini covid che una minoranza, limitata ma non esigua di persone, sostiene con particolare enfasi e impegno. Eppure sul fatto che i vaccini siano molto utili, che i loro benefici oltrepassino in maniera netta i limitati, in quanto pochissimo probabili, rischi di effetti collaterali la scienza non ha dubbi. L’esistenza dei novax sembra in conseguenza non avere una spiegazione logica e il caso da essi generato merita un tentativo di riflessione, faticoso in quanto richiede di razionalizzare ciò che a prima vista appare come completamente irrazionale.

Il progresso umano deve molto ai vaccini, alla loro scoperta e alla successiva diffusione, non sempre facile e veloce, presso la generalità delle popolazioni. Chi si vaccina genera vantaggio per se stesso, in quando si protegge da malattie che possono essere letali, e contemporaneamente genera vantaggio agli altri poiché annulla o almeno riduce sensibilmente, come nel caso del covid, i rischi derivante dal veicolare il contagio. Chi non si vaccina crea danno a se stesso, in quanto si espone a rischi evitabili, e crea danno agli altri, in quanto espone anche chi gli sta attorno a rischi facilmente evitabili.

Questi due differenti casi di decisori individuali rientrano nei quattro analizzati in un brillante saggio, scherzoso ma non troppo, pubblicato alla fine degli anni ’80, ma in realtà scritto molto tempo prima per una ristretta cerchia di amici, dallo storico dell’economia Carlo Cipolla, “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, incluso nel volumetto del Mulino “Allegro ma non troppo”.

Egli divide l’umanità, in base alle conseguenze solitamente prodotte dalle decisioni di ognuno, in quattro categorie: ci sono in primo luogo gli “intelligenti”, coloro che con le loro azioni generano vantaggi per se stessi e anche per chi gli sta attorno, o almeno non lo danneggiano; poi vi sono i “banditi”, coloro che fanno danno agli altri per trarre vantaggio per sé; seguono gli “sprovveduti”, che sono coloro che recano beneficio agli altri ma danno a sé stessi; infine gli “stupidi”, la categoria di maggior interesse per la nostra analisi, coloro che con le loro azioni generano danni agli altri senza ricavarne vantaggio e più spesso danneggiando anche sé stessi. Dunque chi si vaccina appartiene al primo gruppo mentre il novax all’ultimo.

Sin qui abbiamo però solo una descrizione e una classificazione ma non ancora un’interpretazione. Continuiamo pertanto a ricorrere all’aiuto di Cipolla. Egli propone alcune “leggi fondamentali della stupidità umana”, come dice il titolo del saggio, che, accanto alla definizione di “stupido” (la III legge) sono le seguenti: «(I) sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione; (II) la probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa; (IV) le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; (V) la persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista. Corollario: lo stupido è più pericoloso del bandito».

Che dire, tutto molto interessante e illuminante, così come la constatazione che «i non stupidi dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare e/o associarsi con individui stupidi si dimostra infallibilmente un costosissimo errore», da cui si ricava il consiglio per ognuno di stare adeguatamente alla larga.

Questo però si può fare individualmente ma non collettivamente: ogni persona può prudenzialmente stare alla larga da soggetti che possano ricadere sotto questa etichetta ma una società nel suo complesso avrà inevitabilmente a che fare con una quota di persone che rientrano in questa categoria, che possono produrre danni seri e le cui azioni potenzialmente pericolose vanno pertanto prevenute, contenute e possibilmente neutralizzate.

Come sia possibile farlo non lo troviamo tuttavia nel brillante saggio di Cipolla così come non vi troviamo il perché alcune persone ricadano inevitabilmente in questo gruppo. Dunque continuiamo a brancolare nel buio e non ci resta che formulare un elenco di ipotesi.

La prima ipotesi è che i soggetti definiti “stupidi” da Cipolla siano in realtà irrazionali e non in grado di riconoscere ciò che è meglio per sé stessi. Questa interpretazione sembra valere nel caso degli “sprovveduti”, presenti in numero limitato in ogni società, ma non sembra invece valere nel caso degli “stupidi”, troppo numerosi e pericolosi per essere irrazionali. Infatti se fossero irrazionali non potrebbero risultare particolarmente pericolosi in quanto non in grado di perseguire in maniera razionale i loro disegni distruttivi organizzando i mezzi in funzione dei fini.

Accantonata l’ipotesi dell’irrazionalità possiamo considerare quella successiva, e cioè il fatto che non siano adeguatamente informati, che le loro scelte si basino su informazioni distorte che li portano a scelte errate. In questa ipotesi essi sono razionali nel pesare costi e benefici di un scelta ma confrontano misure sbagliate di costi e/o benefici dopo averle necessariamente importate da fonti esterne d’informazione. I novax credono dunque davvero, in base alle informazioni che hanno acquisito, che il covid non sia pericoloso o non esista proprio e/o che i vaccini abbiano con certezza pericolosi effetti collaterali, pertanto la loro valutazione e la loro scelta conseguente risulta distorta.

Contrasta tuttavia questa interpretazione il fatto che l’informazione corretta sia assolutamente disponibile e facilmente accessibile. Com’è possibile che tra tanta informazione corretta essi vadano proprio a pescare quella distorta? Qui però viene in soccorso un fatto: la mente umana ragiona per ipotesi e teorie che elabora ancor prima di aver acquisito tutte le informazioni. Poi in base al flusso d’informazioni le ipotesi verranno confermate, modificate o accantonate.

Se siamo però troppo innamorati delle nostre teorie saremo più propensi a cercare e a recepire informazioni che le confermino rispetto a quelle in grado di smentirle. E il proliferare dei canali informativi, col passaggio dai mezzi di comunicazione di massa a una vera e propria massa di mezzi d’informazione, rende molto facile fare cherry picking per trovare esattamente l’informazione che ci serve per confermare qualunque teoria, anche la più stravagante, per crearci una bolla d’informazione, di razionalità e di partner dialoganti a immagine e somiglianza delle nostre credenze.

Nella massa dei mezzi di comunicazione inoltre sembra valere, come nella circolazione monetaria, la legge di Gresham: come la moneta (metallica) cattiva scaccia quella buona, così l’informazione cattiva scaccia quella buona, circolando più velocemente e più capillarmente (e nei talk show i cattivi ospiti mettono spesso in secondo piano quelli oggettivi e razionali in quanto, spacciando cattiva moneta informativa, sono in grado di creare molta più audience).

Una maggiore domanda di cattiva informazione genera immediatamente una maggiore offerta la quale alimenterà ulteriore domanda, in un circolo vizioso che appare molto difficile da fermare.

Questo è davvero un grosso problema, che va molto oltre la questione dei novax, i quali sono solo un semplice sintomo del medesimo e comunque un’utile cartina al tornasole per farci accorgere che esiste. Esso getta una luce inquietante sul futuro delle società libere nella competizione con società autoritarie, nelle quali l’inflazione informativa caotica delle prime è sostituita dalla moneta unica di una ordinatissima informazione ufficiale di regime. Le seconde potrebbero facilmente vincere la competizione se la nostra disinformazione diffusa si tradurrà in scelte irrazionali o nell’incapacità di scegliere.

Di fronte all’ampiezza e gravità di questo rischio il problema del superamento delle resistenze dei novax è molto semplice. Una società liberale dovrebbe per quanto possibile minimizzare gli obblighi e affidarsi a scelte individuali informate e responsabili. Tuttavia una società liberale deve difendere sia la libertà di scelta nella sfera esclusivamente individuale di ognuno sia la libertà di ciascuno intesa come protezione da danni ingiusti prodotti da terzi, tra i quali quelli generati dalla trasmissione del virus.

Se chi non desidera vaccinarsi non accresce il rischio per gli altri in quanto vive relativamente isolato sia allora libero di non vaccinarsi, ma se egli intende frequentare luoghi collettivi soggetti ad affollamento, a partire dai mezzi pubblici, oppure è obbligato a farlo per ragioni lavorative, allora forme di restrizione come il green pass, se è possibile una verifica capillare del medesimo, o l’obbligo vaccinale, non solo appaiono compatibili con una società liberale ma potrebbero anche rappresentarne un requisito attuativo.

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