Il piano contro la stangataBonus o taglio dell’Iva per frenare i rincari delle bollette

Il governo lavora a un provvedimento per tutelare i consumatori. Allo studio misure fiscali, sugli oneri di sistema o un ulteriore sussidio per le famiglie meno abbienti. Ma non c’è molto tempo

(LaPresse)

Per fronteggiare i rincari delle bollette in autunno – che secondo il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani viaggeranno attorno al 40% per l’elettricità e al 31% per il gas – il governo starebbe studiando un intervento sulla componente fiscale pagata dai consumatori del mercato tutelato. L’opzione principale – scrive Il Sole 24 Ore – è quella di una sterilizzazione dell’Iva in relazione all’incremento tariffario. Anche se tra le alternative in esame c’è pure un intervento una tantum per ridurre gli oneri di sistema, che nelle bollette pesano circa intorno al 20%, e un possibile bonus sociale per le famiglie in difficoltà.

In ogni caso, si sta accelerando per una misura urgente da approvare prima dei rincari che scatteranno dal 1 ottobre. Un veicolo utile potrebbe essere l’eventuale decreto fiscale di cui si parla da settimane.

Nell’ultimo aggiornamento, la componente fiscale, considerando anche le accise, pesava nelle bollette per il 12-13%. Intervenire su questo fronte sarebbe una scelta analoga a quella fatta dal governo spagnolo. La sterilizzazione si potrebbe applicare neutralizzando l’Iva sulla differenza del costo dell’energia tra l’ultima quotazione e quella del 1 ottobre. Una sterilizzazione dell’Iva indiretta potrebbe invece avvenire con una compensazione del maggior gettito Iva accompagnato dalla riduzione delle aliquote di accisa. La Stampa parla dell’ipotesi di portare l’Iva al 4%. Oggi per le utenze domestiche l’aliquota è al 10%, ma ci sono anche molte imprese che hanno l’imposta agevolata, anziché quella fissata al 22%. Sul gas, per l’uso domestico l’Iva è al 10% fino a una certa soglia, poi scatta il 22%.

L’operazione è delicata. E il coinvolgimento forte del ministero dell’Economia però conferma l’urgenza del dossier e la volontà di mettere in campo da subito una contromisura per attutire l’impatto dei rincari. Il taglio dell’Iva sarebbe certamente l’intervento più costoso.

Tra le opzioni, poi, ci sarebbe anche una manovra sugli oneri di sistema a carico dello Stato, su cui il governo stava già studiando un provvedimento strutturale per alleggerirli. E un nuovo bonus sociale per le famiglie meno abbienti, sulla falsariga degli sconti già riconosciuti oggi ai contribuenti con una soglia Isee al di sotto di 8.265 euro.

Per finanziare i provvedimenti ci sarebbero 2-3 miliardi non spesi dei decreti anti-crisi Covid. A luglio, il governo intervenne già con un finanziamento di 1,2 miliardi per evitare che i cittadini pagassero gli incrementi della luce.

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