La nostra rassegna stampa riprende con un viaggio attraverso la storia, perché sappiamo quanto sia importante conoscere le origini di ciò che mangiamo e beviamo, e di come questi alimenti e gli aspetti ad essi collegati possano cambiare (o meno) nel corso dei secoli.
Iniziamo ripercorrendo la storia del vino e della birra, partendo dall’Antica Roma. Inizialmente queste bevande non erano per tutti: i romani benestanti pasteggiavano con il vino, mentre coloro che appartenevano ai ceti bassi bevevano la birra. Nella letteratura dell’epoca, infatti, il vino veniva raffigurato come il nettare riservato ai ceti alti, per dimostrare la superiorità di coloro che lo bevevano. La birra, invece, veniva considerata una bevanda pagana e plebea. In questo articolo di Winemag, Kristen Richard spiega come mai il vino e la birra venivano raffigurati in modo così divergente, specialmente nella letteratura. Impariamo che tutto ciò che riguardava queste bevande veniva raccontato solamente dal punto di vista delle classi elevate; di conseguenza, nella letteratura storica dell’epoca la birra risulta meno popolare, ed è sempre il vino a farla da padrone. La birra veniva citata non di rado nelle opere dei grandi scrittori romani, da Plinio il Vecchio fino a Tacito, ma era descritta come una bevanda consumata non dai veri romani, ma da «altri» individui della società. Il cibo come indicatore sociale.
Rimanendo in epoca romana, scopriamo a quali alimenti venivano abbinati vino e birra. Per avere una risposta completa a questa domanda, Susan Van Allen ci svela che un ristorante a pochi passi da via Appia Antica a Roma permette ai suoi ospiti di immergersi nelle ricette e nei gusti dell’Antica Roma, grazie allo chef Paolo Magnanimi, appassionato del cibo dell’epoca in questione. Così, nel suo menu, ripropone numerosi piatti che affondano le radici nella cucina dell’Antica Roma. I piatti, rivisitati in chiave moderna, non sono quelli elaborati con cui pasteggiavano i romani ricchi (il banchetto nella celebre cena di Trimalcione descritta nel Satyricon di Petronio ne è un perfetto esempio), bensì si basano su ciò che mangiava il cittadino romano che apparteneva alla fascia debole della popolazione. Alla base di questa dieta troviamo grani, legumi, verdure, uova e formaggi, alimenti cui si aggiungeva miele e frutta per dare loro delle note di dolcezza.
Continuiamo il nostro viaggio attraverso la storia, ma lasciamo l’Antica Roma e facciamo qualche passo avanti nel tempo per tornare a parlare dell’universo enologico. Ci troviamo nel Medioevo, in Spagna, precisamente nella cittadina di Aranda de Duero, dove si nasconde un mondo sotterraneo di cantine. Vista dalle strade, Aranda de Duero assomiglia a una normale cittadina del nord della Spagna: panifici, macellerie, piccoli ristoranti dove all’entrata vengono esposte le lavagnette con il menu del giorno. Ma, qualche metro al di sotto della frenesia derivante dalla vita condotta in superficie, si cela un mondo segreto: una rete lunga cinque chilometri composta da centinaia di bodegas interconnesse, ovvero cantine medievali che hanno contribuito a rendere grande la regione vinicola di Ribera del Duero. La temperatura costante nelle bodegas, nonché la loro prossimità alle abitazioni dei vignaioli hanno permesso a questa zona vinicola di svilupparsi a tal punto che, già dal XIV secolo, furono limitate le importazioni di vini stranieri per proteggere la produzione locale dalla concorrenza estera.