La sconfitta di sovranisti e populisti risulterà vana se il Partito democratico continuerà a dare ossigeno ai Cinquestelle e a non capire che la frattura oggi è tra elettorato responsabile, democratico ed europeista e chi cavalca disagio e paure. A destra e a sinistra. Lo ha scritto Carlo Calenda via Twitter, in risposta alle dichiarazioni post vittoria elettorale del centrosinistra alle elezioni amministrative.
Il successo dei sindaci del Partito democratico – e dei suoi alleati – alle urne è innegabile, lo si vede soprattutto dal 5-0 delle grandi città. Ieri il segretario dem Enrico Letta ha esultato dal Nazareno dicendo: «Sono convinto che il ruolo del Partito democratico è quello di partito guida e federatore», e ha ribadito la necessità di creare un campo largo «mettendo tutto insieme, da Conte a Calenda».
Una soluzione che però non piace affatto al leader di Azione. «La lettura di queste ore del Partito democratico non mi convince affatto. Il dato di queste elezioni è la scomparsa politica del Movimento 5 stelle e la sconfitta della destra sovranista. Occorre rompere le alleanze con le forze anti sistema», ha scritto il leader di Azione.
La lettura di queste ore del @pdnetwork “si vince mettendo tutto insieme da Conte a Calenda” non mi convince affatto. Il dato di queste elezioni è la scomparsa politica del M5S e la sconfitta della destra sovranista. Occorre rompere le alleanze con le forze anti sistema.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 19, 2021
La proposta politica di Carlo Calenda va in direzione opposta, chiudendo la stagione del bipopulismo: «Si può costruire un Fronte Repubblicano che metta insieme gli elettorati popolari moderati, liberali e socialdemocratici. PD e FI devono mostrare coraggio. Noi lavoreremo in questa prospettiva. Chiudendo la stagione del bipopulismo e aprendo quella del riformismo pragmatico», ha scritto su Twitter.
Il punto di partenza è la legge elettorale: occorre un sistema proporzionale con sbarramento alto, un sistema che probabilmente aiuterebbe anche a recuperare una parte dell’astensionismo.
Poi il monito da parte di Calenda all’area di riferimento: «Compito delle forze liberali è trovare una sintesi. Per farlo occorre però essere netti sul rapporto tra politica e business/lobby e sul rinnovamento della classe dirigente. Non si può stare con Micciche’ e Cuffaro in Sicilia e con Fico a Napoli. Altrimenti non è la versione italiana di Renew ma la versione Toscana dell’Udeur. Coraggio. Rompete gli ormeggi».