L’enoturismo ha spinto molti produttori a concentrarsi sull’accoglienza degli appassionati di vino e sui luoghi in cui l’incontro accade. Le sale degustazione sono esempi sempre più raffinati di interior design. Le strutture ricercano l’armonia con il paesaggio nelle linee e nei materiali. La sostenibilità è al primo posto tra i criteri di progettazione. Con l’autunno e la fine della vendemmia arriva il momento ideale per mettersi in viaggio alla scoperta di valli vocate alla vitivinicoltura e di piccoli gioielli architettonici che fanno grande l’Italia del vino.
1. Vino e archeologia
La nuova sede di Feudo Antico è un progetto di archeo-enologia nato nel cuore dell’Abruzzo. Siamo a Tollo, in provincia di Chieti. Qui sorge il complesso architettonico ricavato nel sito archeologico della villa romana di epoca imperiale scoperta nel 2013. Il ritrovamento è avvenuto durante i lavori di preparazione del suolo per i primi reimpianti di Pecorino che sono andati a creare Tullum Docg, una delle zonazioni più piccola d’Italia. La struttura è realizzata con chiari riferimenti agli stilemi della Bauhaus: fondata da Walter Gropius, questa corrente architettonica sosteneva che la forma è subordinata alla funzione e le funzioni sono equipollenti tra loro. Il tutto, come scriveva Ludwig Mies van der Rohe, si sintetizzava in less is more. La sede di Feudo Antico contiene anche una sede-museo per la valorizzazione e protezione di questi antichi reperti. Per questo il complesso aziendale è stato realizzato per essere il più leggero e rispettoso possibile dell’ambiente circostanze. Grazie all’estro e alla sapienza dei progettisti che hanno sposato l’idea e alle maestranze che hanno messo in campo tutta la loro esperienza, oggi è possibile sostare nello showroom di Feudo Antico, abbracciando con lo sguardo il mare, la Maiella e il Gran Sasso. A breve saranno disponibili anche delle camere per ospitare gli enoturisti.
2. Racconto della Sardegna in muratura
Bentu Luna, Cantina Emergente della Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso, è il nuovo progetto enologico della famiglia Moratti collocato al centro della regione Sardegna. Siamo a Neoneli, in provincia di Oristano, anche se l’intero progetto abbraccia anche la provincia di Oristano e Nuoro. La cantina, progettata dallo studio Magaze, nasce con l’idea di usare materiali autoctoni, metodi di costruzione e manodopera locali, armonizzando la costruzione con il paesaggio e il clima del luogo. Praticità e sobrietà dominano la scena. La struttura è semplice ma progettata affinché, da ogni punto in cui ci si trovi, vista e olfatto non siano ostacolati nel monitoraggio delle fasi di lavorazione. Diversi corpi di fabbrica diventano la base da cui partire anche per rimodulare la struttura e attualizzarla alle necessità dell’azienda. Ci sono corti per le attività da esterno, mentre uffici e accoglienza sono in una struttura fatta con legno e vetro. Il risparmio energetico è assicurato grazie all’orientamento dell’edificio al sole, collocando le finestre solo su alcuni lati. Inoltre, è stata prevista la coltivazione di gramigna sul tetto e l’impiego del sughero a scopo isolante.
3. Cornice gioiello per il territorio
Tra i vigneti che circondano San Casciano dei Bagni, meraviglioso borgo medievale a Sud Est di Siena, sorge la cantina Podernuovo a Palazzone, il progetto enoico di Giovanni Bulgari. Il figlio della celebre dinastia di gioiellieri ha trovato il suo tesoro tra queste vigne, dove porta avanti diverse coltivazioni tra cui uve eccezionali e impensabili qui di Cabernet Franc. La struttura è stata progettata da Alvisi Kirimoto + Partners, studio di architettura con base a Roma, fondato dal pugliese Massimo Alvisi e il giapponese Junko Kirimoto. Scelta la posizione più adeguata, guidati da criteri di qualità ed efficienza energetica, la struttura è stata costruita per offrire le vedute più suggestive sul paesaggio e intercettare le condizioni ambientali migliori. Le linee disegnate dal cemento interpretano l’idea di una purezza funzionale alla produzione. Inoltre, il territorio continua nell’architettura della cantina, seguendo i principi del rigore e la struttura dei vigneti. Ferro e cemento si inseguono, separando le zone del lavoro da quelle del riposo: così al piano inferiore c’è la bottaia e la zona dedicata all’imbottigliamento, separata dal deposito dei cestoni. Al secondo livello, lo stesso corridoio separa l’area di degustazione e il giardino con gli spazi per il personale. Gli ambienti dedicati alla produzione sono stati progettati incassati nel suolo in modo da mantenere umidità e temperature costanti. Non poteva essere lasciata al caso neppure la scelta dei materiali, in perfetta sintonia con l’ambiente circostante e la funzionalità del luogo: cemento faccia a vista, cotto, kinker, acciaio verniciato e vetro caratterizzano l’involucro della cantina, facendo in modo che l’impatto della struttura su ambiente e persone sia minimo, ma di grande fascino.
4. Una masseria contemporanea
A Crispiano, a pochi chilometri dalla costa tarantina, è custodito un gioiello di architettura enoica in cui è anche possibile pernottare. Siamo ad Amastuola, azienda vitivinicola sorta nell’omonima località, in cui l’enoturismo è preso molto sul serio. La struttura è stata progettata seguendo due principi: funzionalità e gusto estetico. Sono gli stessi che hanno guidato anche l’architetto paesaggista Fernando Caruncho nella progettazione del vigneto: spalliere di viti che disegnano onde morbide e parallele lunghe circa 3 km. Il vigneto circonda il wine resort, una struttura del 1400 riportata agli antichi splendori da un’importante opera di ristrutturazione che hanno mantenuto intatta la bellezza della pietra bianca. L’architetto Vito Frezza, su commissione della famiglia Montanaro di Massafra, ha mantenuto l’involucro storico, valorizzando gli interni con materiali della tradizione: legno, ferro, maioliche, pietra, cementine e tufo. Un ruolo importante lo riveste il ferro cor-ten, che caratterizza tutti i nuovi spazi della masseria, disegnando la luce in tutti gli spazi interni.
5. Ispirati dalla vite
Il progetto architettonico di Cantina Tramin è stato firmato dall’architetto Werner Tscholl. Ultimato nel gennaio 2010, prende vita ispirandosi alla vite e alla sua morfologia. Siamo a Termeno, in provincia di Bolzano. Il principio di partenza è il risparmio energetico. Attraverso l’impiego di materiali biocompatibili e un ricercato sistema di isolamento termico, che ottimizza il calore invernale e scherma quello estivo, la temperatura ideale si mantiene costante in ogni stagione dell’anno e in ogni reparto produttivo. Un innovativo impianto di climatizzazione, realizzato attraverso un sistema di tubazioni installate internamente alle pareti dell’intera struttura utilizza per il raffrescamento l’acqua di un pozzo naturale di proprietà. Questo sistema idraulico che permette di refrigerare l’intero edificio, in particolare le cantine, impiega un determinato quantitativo d’acqua riutilizzato a ciclo continuo, senza dispersioni o sprechi idrici. In più, l’impianto fotovoltaico installato sul tetto, è interamente esposto a Sud, dando all’azienda la copertura dell’85% del fabbisogno dell’azienda. Il resto deriva da energia ottenuta da fonti rinnovabili.
6. L’arte che nobilita il vino
Ca’ Del Bosco è la cantina perfetta in cui unire l’amore per l’arte a quello per il vino. La meraviglia inizia dal Cancello Solare, progetto da Arnaldo Pomodoro. Per la struttura, l’architetto Roberto Falconi ha voluto inserirsi armoniosamente nel paesaggio senza disturbare quello che è il naturale disegno delle colline moreniche della Franciacorta. Grazie a questa linea, che assomiglia a un’onda, la struttura segue l’andamento del vigneto e termina proprio con dei pali inclinati a ricordare le terminazioni dei filari. La cantina emerge dal terreno per un’altezza massima di 12 metri. Tutto intorno e all’interno è possibile ammirare, tra le altre, opere d’arte firmate da Bruno Romeda, Stefano Bombardieri, Rabarama, Igor Mitoraj, Cracking Art, Rado Kirov.
7. Un esempio di architettura biologica
La sostenibilità era al centro dei progetti dell’azienda di Alois Lageder sin dal 1995. Così, accanto all’edificio storico della tenuta Löwengang, sorge una cantina progettata puntando a un’architettura sostenibile, anzi biologica, incentrata sull’uso di materiali biologici e alle energie rinnovabili. Il risultato? Un edificio che è diventato una pietra miliare per tutta l’edilizia enoica dell’Alto Adige. L’energia solare, la geotermica e quella idrica sono il vero motore della cantina. Regolarmente, su invito di Alois Lageder, diversi artisti vengono a Magré, in provincia di Bolzano, per raccogliere spunti utili per le loro opere tra cantina e vigneti, vivendo e sperimentando, durante il loro soggiorno, tutte le fasi della viticoltura e vinificazione. Durante una visita in cantina si possono ammirare quattro opere: “Ninna-nanna per barriques e archi” di Mario Airò; “Von der Sehnsucht im Einklang mit der Natur zu leben” di Christian Philipp Müller; “Bienenhaus” di Carsten Höller e Rosemarie Trockel; “Astral Maps” di Matt Mullican.
8. Cantina organica
La Cantina Vallepicciola è stata progettata allo scopo di creare continuità con la natura e con l’ambiente circostante, instaurando una sorta di sinergia col luogo in cui nasce e che la ospita. Siamo nelle terre del Chianti, in zona Pievasciata, per la precisione nel comune di Castelnuovo Berardenga. La famiglia Bolfo ha recuperato un ex convento di suore, trasformandolo nell’hotel di lusso Le Fontanelle, che si affianca all’attività enoica. L’architetto Margherita Gozzi ha voluto realizzare una struttura organica, moderna, con ampie vetrate, composta da tre piani di cui soltanto uno fuori terra. Nei due piani interrati trovano spazio tutte le fasi della vinificazione, gli uffici, il negozio, le sale degustazione e la Biblioteca del Vino. Tutto intorno ci sono quasi 275 ettari di dolci colline, boschi e vigneti.
9. Benvenuti all’Atelier Natura
La Cantina Nals Margreid ha un titolo specifico: è un Atelier Natura. Atelier è la parola che racchiude il concetto di eleganza, unicità e cura. Natura si lega al contesto alpino in cui nasce la cantina. Siamo a Nalles, ai piedi della collina Sirmian, tra Bolzano e Merano. La sua origine risale al 1764, data ancora incisa sul pavimento dell’edificio storico. La cantina è stata rinnovata e modernizzata nel 2011 dall’architetto Markus Scherer, che ha utilizzato materiali naturali come rovere, acciaio e vetro, sia per gli ambienti esterni che interni, rispettando il contesto naturale e il legame formale e funzionale tra antico e nuovo della struttura. Gli antichi profili in ciottolato risalenti al 1764, le travi in legno e le colonne si fondono perfettamente con la struttura moderna dell’enoteca. All’interno si trova l’enoteca per la vendita dei vini Nals Margreid e l’esclusiva sala per gli assaggi e le degustazioni. L’intero progetto architettonico Nals Margreid è stato premiato alla Biennale di Venezia nel 2012, all’interno del concorso internazionale “Le Cattedrali del vino” nella categoria interior design.
10. Ode all’acino
Alla fine degli anni ’80 la famiglia Ceretto sceglie un antico casolare alla porte di Alba, trasformandolo gradualmente nel suo quartier generale. La tenuta Monsordo Bernardina, legata storicamente alla storia d’amore fra Vittorio Emanuele II e la bella Rosina, diventa nel giro di pochi anni il centro nevralgico dell’azienda. Qui si concentrano la produzione e l’affinamento di alcune delle più storiche etichette aziendali, le attività amministrative e commerciali, gli uffici e il magazzino. Sono più di 30 gli ettari vitati che circondano la cascina e ospitano varietà tradizionali e internazionali, tutte coltivate secondo forti principi di sostenibilità ambientale. Tradizione e innovazione sono di casa per i Ceretto: sull’onda della spinta creativa, nel 2009, queste due spinte filosofiche hanno portato alla nascita dell’Acino, installazione permanente affacciata sulle belle vigne, che fa da corollario a un moderno spazio per l’accoglienza e la promozione del territorio.