Posizione alternativaI liberal-democratici tedeschi non vogliono sedersi vicino ad Afd nel Bundestag

I deputati della FDP hanno chiesto di rivedere l’attribuzione dei posti a sedere in Parlamento. Cambiare posto andando più verso il centro dell’emiciclo, a sinistra della Cdu, significherebbe creare un blocco unico tra i partiti di maggioranza, rinforzando anche visivamente l’idea di un’unione tra le forza politiche coinvolte nella coalizione semaforo

LaPresse

Tra i vari temi che stanno tenendo banco nelle prime settimane della nuova legislatura tedesca, ce n’è uno che raramente diventa terreno di scontro politico, finendo con l’essere visto come una pura formalità: l’ordine in cui i diversi gruppi parlamentari siedono al Bundestag

Tradizionalmente, infatti, la divisione spaziale dei seggi non è un argomento particolarmente dibattuto. La Linke siede agli ultimi posti a sinistra, passando poi alla Spd, ai Verdi e andando a destra verso l’Union (il gruppo unitario di CSU e CDU) e i liberali. Alternative für Deutschland chiude l’emiciclo sedendo all’estrema destra.

I liberal-democratici della FDP nelle scorse settimane hanno però messo in discussione questa consuetudine, chiedendo sempre più espressamente di rivedere l’attribuzione dei posti a sedere in Parlamento. Il partito infatti siede attualmente tra l’Union e AfD, ma alcuni suoi esponenti hanno lamentato come dai banchi dell’estrema destra vengono spesso rumori, grida, schiamazzi, oltre che commenti poco opportuni. Diverse dichiarazioni di parlamentari del partito vanno in queste senso. Ad esempio, Frank Sitta ha raccontato a Tagesschau come arrivino slogan e commenti inappropriati su temi quali immigrazione o vaccini, e battute che «dimostrano quale idea abbiano dell’essere umano», Marco Buschmann ha riferito più sinteticamente come dai posti della FDP non si sente solo quello che AfD dice ai microfoni, ma anche quello che le elette e gli eletti si dicono tra di loro. 

La proposta della FDP, quindi, è di invertire l’ordine tra loro e l’Union, lasciando CDU e CSU a sedere al fianco di AfD, e spostando i liberali a contatto con i Verdi. È chiaro che in una proposta del genere rientrano anche altri piani, oltre quello della necessità dei liberali di non essere infastiditi dai colleghi di AfD. Dopo le ultime elezioni federali, infatti, la FDP ha guadagnato un ruolo cruciale nella formazione del governo, e le negoziazioni in corso con Verdi e SPD potrebbero far salire il partito al governo già il prossimo mese. 

Cambiare posto, guadagnandone uno più centrale, significherebbe creare un blocco unico al Bundestag tra i partiti di maggioranza, rinforzando anche visivamente l’idea di un’unione tra le forza politiche coinvolte. Inoltre, si sottolineerebbe l’isolamento dell’Union, che nonostante sia la seconda forza in Parlamento, finora non è mai stata coinvolta nelle trattative su possibili coalizioni. 

Essere più vicini agli alleati, però, darebbe anche un segnale sul piano delle posizioni politiche: i liberali tedeschi, infatti, sono sempre più intenzionati a mostrarsi come una forza alternativa agli altri partiti, piuttosto che come un partito di destra alternativo alla sola CDU. La vicenda infatti è diventata anche un’occasione per molti esponenti FDP di esprimersi sull’identità politica del partito. 

La definizione dei liberali, in effetti, presenta differenze tra diverse componenti e spesso anche sulla base delle tradizioni nazionali. I liberali tedeschi sono molto favorevoli al libero mercato e contrari alla tassazione di imprese e fasce di reddito elevato, cosa che li pone in contraddizione con SPD e Verdi e in continuità con l’Union, ma sono marcatamente progressisti sul tema dei diritti sociali e democratici, e in politica estera condividono diverse posizioni con i Verdi. 

L’argomentazione di alcuni esponenti del partito, dunque, è che la FDP debba stare più a sinistra della CDU perché quest’ultima rappresenta una forza più conservatrice, e quindi più di destra, rispetto a loro. Konstantin Kuhle, responsabile del partito per le politiche interne, ha ad esempio affermato come la FDP non sia un partito di destra, limitandosi a essere «conservatore solo in materia fiscale». Kuhle ha persino detto che la questione degli schiamazzi della AfD è marginale: «Il motivo per cui non vogliamo sedere dove siamo ora non è che non riusciamo a sopportare la situazione: il motivo è che non corrisponde alla posizione della FDP nel sistema dei partiti tedeschi». 

Già nel 2017, in effetti, la FDP aveva provato a cambiare posto. Stavolta, però, gli esiti potrebbero essere differenti. Il capogruppo liberale Stephan Thomae ha già detto che il tema sarà presente nelle discussioni per dar vita a una coalizione di governo, e SPD e Verdi potrebbero decidere di assecondare i (probabili) alleati di governo. Un parere nettamente favorevole inoltre è già venuto dalla Linke, in un’alleanza insolita all’insegna del rifiuto di AfD. Contrari, ovviamente, AfD, con Alice Weidel che ha definito la richiesta «infantile e lontana dai problemi reali del Paese», e l’Union, dove diversi esponenti hanno sostenuto come i posti al Bundestag siano ormai tradizionali. 

L’insediamento del Bundestag si è svolto con i posti della scorsa legislatura, ma nelle prossime settimane i liberali potrebbero riuscire a ottenere un voto a maggioranza sulla questione, e a quel punto le altre forze politiche potrebbe assecondarli. La richiesta della FDP solleva del resto punti più profondi nel sistema dei partiti tedeschi, e accoglierla potrebbe essere utile nella costruzione dell’immagine del nuovo governo, oltre che determinante per il tentativo dei liberali tedeschi di definire la loro identità politica come slegata dalla CDU. 

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