Il sole di VarsaviaLa Polonia, il paese più inquinante d’Europa, ha un problema: c’è troppo fotovoltaico

In pochi mesi la produzione di energia solare ha avuto un picco verticale, arrivando a crescere del 200% in seguito a un piano di incentivi avviato dal governo di Morawiecki. Ora però, la rete elettrica polacca rischia di non tollerare una simile eccedenza

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La Polonia ha, da tempo, un problema: è il paese più inquinato e inquinante d’Europa, patria delle centrali a carbone più nocive del continente, la più tristemente celebre delle quali è la centrale di Belchatow (responsabile, si stima, dell’emissione di più di 30 milioni di tonnellate di Co2 all’anno). Dall’inquinante lavoro delle centrali dipende buona parte del fabbisogno energetico del paese che, più volte, nonostante i numerosi ammonimenti, ha ribadito all’Ue di non avere nessuna intenzione di ridurre il suo uso e consumo di carbone da cui, ad oggi, dipende per il 70% per il suo fabbisogno energetico.

Da qualche mese, però, di problema la Polonia ne ha un altro: produce troppa energia dal fotovoltaico. Anzi: ne produce così tanta da aver pensato di sospendere il programma di incentivi ai pannelli solari, perché in poco più di un anno sono diventati troppi, producono troppa energia e mettono a repentaglio la stabilità della rete. Detta così sembra un paradosso, e in parte lo è.

La questione è così: in pochi mesi (grossomodo dalla fine del 2019, ma di mezzo c’è stato il Covid, quindi il 2020 non conta) la produzione polacca di energia solare ha avuto un picco verticale, arrivando a crescere del 200%. La ragione di una crescita così precipitosa è che sui tetti delle abitazioni polacche hanno preso a spuntare, praticamente ovunque, quasi un milione di pannelli solari in grado di produrre energia pronta per essere immessa nella rete nazionale.

La ragione di questa specie di fungaia di pannelli solari è stato il piano di incentivi My Electricity, promosso dal governo, che ha previsto non solo un incentivo una tantum di 3000 zloty (circa 600 euro) ma anche la possibilità di avere una serie di fortissimi sconti in bolletta.

Sembrava un affare, e probabilmente lo era, dal momento che i polacchi hanno aderito a centinaia di migliaia, portando la capacità produttiva polacca del solare da poco più di 2 gigawatt a 5; che, probabilmente, diventeranno 6 gigawatt entro la fine dell’anno. Per avere un’idea di quanto gigantesco sia questo traguardo, basti sapere che, fino a pochi mesi fa, raggiungere i 5 Gw di produzione dal solare era l’obiettivo fissato per il 2025. Ora, a motivo della crescita così verticale del fotovoltaico, gli obiettivi sono stati cambiati e la Polonia ha rivisto i suoi obiettivi, tanto che per il 2025 conta di produrre 10 Gw dal solare.

Suona bene, senza dubbio. Ma c’è un problema: la rete elettrica polacca, ad oggi, non sembra idonea a ricevere il surplus di energia prodotto dai pannelli e dunque rischia il crash. Per dirla in termini molto semplici, la stessa rete pensata e progettata solo per ricevere la produzione tradizionale ha preso, in brevissimo tempo e senza che venissero fatti ammodernamenti, a dover ricevere almeno 5 Gw in più ogni anno, prodotti dai pannelli.

Un problema che ha portato a varie conseguenze: la prima il verificarsi di sbalzi di corrente; la seconda la decisione, nei giorni estivi di sole e vento e dunque di picco di produzione domestica, di interrompere la ricezione di energia da parte dei singoli produttori; la terza, la decisione del governo di sospendere, almeno per ora, il programma di incentivi.

La soluzione, a questo punto, potrebbe essere quella di aggiornare la rete, mettendola in grado di ricevere l’energia in più che, ora, i Polacchi sono in grado di produrre. Ma per farlo occorrono in primo luogo soldi (e per ora i fondi europei del Recovery Fund sono bloccati, per effetto di una spinosa disfida tra Polonia e Ue sul fatto che i trattati Ue siano o meno in conflitto con la costituzione polacca) e tempo.

Tempo che, per ora, non c’è e che la Polonia potrebbe aver deciso di prendere interrompendo di fatto il piano di incentivi, per rimediare al danno fatto: ossia convincere i polacchi che il fotovoltaico è meglio del carbone.

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