Anche dalla Germania possono arrivare buone notizie politiche per il resto del mondo, come segnala con entusiasmo il magazine americano Bloomberg. Tutto nasce da un selfie scattato dai due leader dei Verdi e dai due colleghi dei Liberali diventato virale, come si dice in questi tempi impazziti.
L’occasione dell’autoscatto è stato il primo incontro tra i due partiti minori usciti dalle elezioni tedesche della settimana scorsa, minori ma comunque decisivi per costituire una coalizione di governo con i democratici cristiani della Cdu o con i socialdemocratici della Spd.
Verdi e a liberali non potrebbero essere ideologicamente più lontani, almeno sulle questioni economiche: i primi sono per aumentare le tasse e i secondi per abbassarle, i Verdi per uno Stato che spenda di più e i Liberali per l’austerità di bilancio.
Sul tema cruciale della salvaguardia del pianeta, i Verdi spingono per politiche pubbliche aggressive in modo da accelerare la transizione ecologica, mentre i Liberali si affidano al mercato senza per questo sottovalutare la questione ambientale, ma anzi offrendo una soluzione tecnologica.
Insomma, sulla difesa dell’ambiente e sulla riqualificazione dell’economia, l’obiettivo dei due partiti è comune e in mezzo non sembra esserci uno scontro ideologico tra nostalgici della pianificazione economica e negazionisti del clima.
Sui diritti civili e sociali, poi, i due partiti sono molto vicini, perché sono entrambi libertari e impegnati ad ampliare la sfera dei beneficiari.
«Hippies e yuppies di tutto il mondo, uniti», ha sintetizzato su Bloomberg il giornalista Andreas Kluth, aggiungendo che si tratta non solo di un nuovo modello tedesco ma anche di un nuovo esempio globale potenzialmente in grado di conciliare gli interessi ecologici ed economici che no devono necessariamente essere contrapposti.
In Germania cominciano a chiamarla coalizione agrumata verde-gialla, dai colori sociali dei due partiti, ma per essere un esempio e un modello anche da noi che abbiamo avuto la sfortuna di essere governati, diciamo così, dai gialloverdi di Grillo-Salvini-Conte sarebbe preferibile tenere l’altra definizione di Bloomberg, quella dell’alleanza tra hippies e yuppies, tra i ragazzi che sfilano per strada e quelli che indossano il Rolex.
Certo, servirebbero anche da noi ambientalisti non declinisti e liberali non compromessi con i neo, ex post fascisti, ma al momento le due finte coalizioni italiane, finte perché costrette dalla legge elettorale e non da un’idea comune, ovvero quella Pd-grillini-neomarxisti e quella Lega-Meloni e quel che resta di Forza Italia, ne sono prive.
Un’alternativa però c’è, anche se non ancora strutturata come quella tedesca. Gli ecologisti per una crescita felice e i liberal-democratici contrari a collaborare con i populismi di destra e di sinistra, infatti, domenica e lunedì hanno l’opportunità unica di farsi sentire per la prima volta a sostegno dell’agenda Draghi costruita per far ripartire l’economia del paese dopo il Covid e Conte e per avviare la transizione ecologica.
A Milano c’è la possibilità di confermare a Palazzo Marino il sindaco manager e verde Beppe Sala e la collegata lista riformista costruita con l’apporto del super centro con Azione di Calenda, Italia Viva di Renzi e Più Europa di Bonino, ma anche con il contributo degli ex socialisti e dei liberali di sinistra e simpatizzanti di Forza Italia. A Roma, invece, c’è la coraggiosa sfida allo status quo bipopulista lanciata con passione e competenza da Carlo Calenda e dai suoi alleati riformisti e liberali.
Da martedì, comunque vadano le elezioni a Milano e Roma, comincerà una fase politica nuova in difesa del programma di salvataggio dell’Italia cui sta lavorando Mario Draghi e di costruzione dell’alternativa liberal-democratica ed ecologista al bipopulismo perfetto. Urge selfie Sala-Calenda-Renzi-Bonino, con Mara Carfagna e Giorgio Gori. Hippie e yuppie, ambientalisti e portatori sani di orrendi patacconi, uniti.