Partire in quartaL’accordo tra sindacati e Autostrade per l’Italia è un modello per il futuro

L’intesa segna un nuovo tipo di relazioni e fa nascere il Comitato bilaterale di sviluppo strategico, con cui le sigle potranno incontrare i vertici della società e analizzare i risultati fatti e avanzare proposte di miglioramento. Un esempio di «cooperazione sociale per il Paese, in grado di rendere efficace l’esecuzione del piano di investimenti previsto dal PNRR»

Nel settore autostradale, è il primo accordo nel suo genere. Firmato da Aspi, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl, prevede dal 25 novembre la nascita di una sede di partecipazione aziendale, cioè del Comitato bilaterale di sviluppo strategico.

È una nuova alleanza che accompagna il piano industriale di Aspi, che ha messo in campo 21,5 miliardi. Il comitato permanente – di carattere consultivo – vede la partecipazione diretta delle rappresentanze sindacali nelle scelte strategiche della società (cosa che permette di valorizzare risorse e occupazione) e intende seguire la trasformazione in Aspi in operatore di mobilità integrata, con un piano di assunzioni di 2.900 nuove risorse specializzate per insistere su innovazione e sostenibilità.

Il meccanismo è semplice. Il Comitato Bilaterale di Sviluppo Strategico esprimerà il proprio parere preventivo consultivo (e soprattutto propositivo) sui punti centrali dell’avanzamento del Piano industriale di Aspi. I cinque rappresentanti delle organizzazioni sindacali si riuniranno almeno ogni sei mesi con i vertici della aziende. Al centro ci saranno le prospettive produttive e le conseguenti previsioni di investimento, gli aggiornamenti sui progetti in corso – anche facendo il punto su occupazione, condizioni e sicurezza sul lavoro – gli obiettivi e i piani finanziari del gruppo, l’andamento della produttività e del livello di efficienza del servizio, le iniziative condivise per promuovere progetti, investimenti e obiettivi strategici di rilevanza nazionale.

Un capitolo sarà riservato alla sicurezza stradale e alla qualità del servizio al cliente, con particolare riferimento alla sostenibilità ambientale. Questa prevede l’elettrificazione della rete: una scelta al centro del piano di Aspi per migliorare il servizio e istituire sinergie con altre modalità di trasporto.

«L’accordo disegna un nuovo rapporto improntato su relazioni sindacali moderne», dichiarano Aspi, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Sla-Cisal e Ugl. «Un sistema di relazioni industriali partecipativo rappresenta non solo un importante acceleratore del piano di investimenti che Aspi si appresta a fare, ma si pone come modello di cooperazione sociale per il Paese, in grado di rendere efficace l’esecuzione del piano di investimenti previsto dal PNRR. L’importanza strategica dell’accordo risiede nella capacità delle parti di garantire la sua piena e costante attuazione; abbiamo messo al centro il miglioramento continuo del sistema integrato di sicurezza sul lavoro della nostra comunità allargata alla filiera, e della circolazione stradale».

Non solo: «L’organismo, che già era stato introdotto nel 2016 in Ferrovie dello Stato e in Enav, è un modello importante da esportare in tutto il settore dei trasporti. Infatti è giusto che le lavoratrici e i lavoratori partecipino alle scelte dell’azienda e non siano solamente coinvolti a fare sacrifici quando le cose vanno male. Auspichiamo quindi che sempre di più si diffondano queste pratiche che dovrebbero essere parte di una moderna democrazia economica».

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