Dopo la fedeLe insospettabili seconde vite delle chiese sconsacrate di Milano

Un tempo ritrovi di fedeli, oggi hanno nuove destinazioni lontane anni luce dalla loro funzione religiosa. Gli ex luoghi di culto di Milano sono adesso ristoranti, locali, biblioteche, teatri e spazi funzionali tutti da scoprire

Gattopardo Milano

Affreschi, marmi, navate, preziosi bassorilievi, colonne tuscaniche. All’interno di una chiesa si custodiscono capolavori dell’arte avvolti da un fascino misterioso. Tutti da ammirare, magari all’ora dell’aperitivo, con un drink in mano. Oppure, perché no, tra un chupito e l’altro. Si tratta di chiese sconsacrate, naturalmente, di cui Milano è davvero ricca. Edifici pieni di storia, che per la maggior parte mantengono ancora intatti i loro antichi splendori e che adesso hanno una nuova vita, distante anni luce dalla loro originale funzione religiosa. 

Tra le più note in città c’è la chiesa sconsacrata dedicata a San Giuseppe alla Pace, in via Piero della Francesca (se ancora non vi dice nulla, pazientate soltanto un paio di righe). Quando l’area della città in questione era ancora popolare, agli inizi del Novecento, qui venne eretta la chiesa dalla facciata in mattoni rossi consacrata fino agli anni Settanta. Dopo un abbandono di circa vent’anni si trasforma nell’arcinoto Gattopardo Café, locale protagonista della movida meneghina, soprattutto per il suo lampadario da 65mila cristalli che cambiano colore. 

Il chupito di cui si scriveva agli inizi, invece, ci porta in via Lomazzo, nel cuore di Chinatown. Una chiesa sconsacrata di fine Settecento è diventata il locale conosciuto come La Chiesetta. Candele dappertutto, in perfetto stile gotico, con il bancone al posto dell’altare e giovani e giovanissimi al posto dei fedeli. Lì per gustare, oltre ai chupiti, anche le ottime birre artigianali. 

All’interno di una chiesetta sconsacrata del Cinquecento, alle porte di Milano, si trova invece il Trefor Cafè. Siamo a San Donato Milanese e il locale, rimasto quasi del tutto intatto rispetto alla sua vita passata, oggi è ristorante, pizzeria, cantina, cocktail bar e location per meeting, eventi aziendali, compleanni, anniversari, matrimoni. Per ogni ben di Dio, verrebbe da dire. 

Non solo locali. Gli amanti del teatro saranno già a conoscenza del Teatro Arsenale, con il suo cartellone più attivo che mai (e la sua scuola di recitazione) in via Cesare Correnti. Palco e platea si trovano all’interno della ex Chiesa dei Santi Simone e Giuda, dove debuttò Edoardo Ferravilla, attore leggendario in dialetto milanese della seconda metà dell’Ottocento. Sempre nel centro storico di Milano, all’incrocio fra corso Italia e piazza Sant’Eufemia, si trova la chiesa in stile barocco di San Paolo Converso. Una volta sconsacrata questa diventa, dapprima, un’ambitissima sala per concerti, a causa dell’ottima acustica. Per lo stesso motivo, negli anni Sessanta e Settanta, viene usata come sala d’incisione e studio di registrazione. Con gli anni Duemila, infine, si trasforma in studio di architettura e poi in spazio espositivo di arte contemporanea, lo Spazio Converso. Tra le performance più curiose che han preso vita qui dentro si ricorda una mostra, nel 2017, dell’artista statunitense Asad Raza che ha voluto riproporre, tra le navate, una sorta di partita a tennis, con tanto di campo, racchette e palline. 

Iniziata nel V secolo, soppressa da luogo di culto durante la dominazione del Regno d’Italia, la chiesa sconsacrata di San Carpoforo è un piccolo gioiello in via Formentini, a due passi dalla Pinacoteca. Dapprima utilizzata come archivio per le carte del Ministero della Guerra, la struttura venne acquistata dal Comune di Milano per poi essere regalata proprio all’Accademia di Belle Arti che ancora oggi la utilizza come aula per i corsi della scuola, come quelli di restauro e di arte sacra contemporanea.

In via della Moscova si trova ciò che rimane di un convento carmelitano del Seicento: è la chiesa barocca dei Santi Teresa e Giuseppe, meglio conosciuta, oggi, come la Mediateca di Santa Teresa. Dopo anni di abbandono lo spazio diventa un luogo di cultura e di formazione molto amato dai milanesi, ricco di risorse elettroniche e multimediali. Data in concessione al Ministero per i Beni e le Attività Culturali dal Comune di Milano l’ex convento viene subito trasformato, tramite un progetto di recupero, nella grande “biblioteca senza libri” di oggi.

Porta Romana. In via San Sisto si trova oggi lo Studio Museo Francesco Messina, museo del Comune di Milano che conserva le opere dello scultore di origine siciliana Francesco Messina. Lo Studio Museo si propone oggi alla città anche come laboratorio di ricerca e di sperimentazione per l’arte contemporanea e tutto questo avviene all’interno di quella che una volta fu la Chiesa di San Sisto al Carrobbio. Edificata da Federico Borromeo, poi destinata alla demolizione, fu lo stesso Messina a proporre la concessione a vita al Comune in cambio di un restauro completo della chiesa e della canonica e di un lascito testamentario al Comune stesso di quello che sarebbe diventato, appunto, uno Studio Museo. Al suo interno oggi sono custodite ottanta sculture tra danzatrici, Narcisi, cavalli, busti e così via, più altre opere grafiche su carta come l’interessante serie degli “Impiccati” che Messina realizzò per denunciare gli orrori della guerra. Merita una visita, quando si passa da quelle parti.

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