Orizzonte 2023Per il Quirinale è giusto dialogare anche con Salvini e Meloni, dice Conte

L’ex premier al Corriere spiega che il Movimento Cinque Stelle «non diventerà un partito». Vuole che Draghi resti a Palazzo Chigi fino al 2023, dice no al voto anticipato e punta ad approvare la legge elettorale proporzionale

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

Per il Quirinale, vuole dialogare con tutti, anche con la destra. E prevede che si voterà nel 2023. Tanto che ci sarà il tempo per fare la legge elettorale proporzionale.

L’ex presidente del Consiglio e leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte al Corriere spiega che il Movimento è in una «fase di ricostruzione, anche di rifondazione. E che se c’è molta agitazione, a partire dalla questione del due per mille, è perché «il nuovo corso ha bisogno di tempo. Il senso di una comune immedesimazione non si dispiega ancora in tutte le componenti del Movimento, è comprensibile che ci sia qualche incertezza. Ma nella stragrande maggioranza c’è la forte volontà di correre insieme. Forse si era un po’ perso lo spirito di comunità, ma ci ricompatteremo sui valori e sull’azione politica. Torneremo più forti di prima».

E poi spiega quale sarà la strategia: «Applicazione, slancio, coinvolgimento di tutti, decisioni comuni. Dalla stagione del solo leader politico alla voce degli organi competenti, al ruolo dei gruppi di Camera e Senato. Confronto, dialogo, rispetto delle sensibilità». Ma attenzione, dice Conte, «non diventerà un partito, anche perché i partiti sono in crisi e tendono loro stessi a farsi movimenti. La struttura resterà leggera ma con un sano principio di efficacia e di organizzazione. Le persone giuste e una sintesi politica convincente e quotidiana». Con Beppe Grillo che «ispira dall’alto del suo ruolo l’azione del Movimento».

Il primo test sarà la scelta del presidente della Repubblica. Secondo Conte, «il modo più corretto è un confronto nelle forze politiche, nei gruppi parlamentari». Ma «poi serve il confronto tra gruppi e tra forze politiche. Esistono un’area progressista e un’area di destra. Ma quando si ragiona per scegliere la figura che garantisca l’unità del Paese e rappresenti felicemente tutti gli italiani, allora c’è uno sforzo da fare, bisogna uscire dallo steccato dell’alleanza precostituita, dialogare anche con le forze di centrodestra e di destra. Si deve trovare una persona di grande profilo morale e autorevolezza che possa guidarci per i prossimi sette anni». Perché «quando si tratta di avere un dialogo nell’interesse del Paese, il confronto va coltivato sia con Salvini che con Meloni».

Ma Mario Draghi, dice Conte, sarebbe meglio che resti dov’è. «Lascerei lavorare il premier Draghi. C’è anche la recrudescenza della pandemia. Abbiamo il piano di resilienza, il contesto europeo in movimento, le vecchie politiche dell’austerity da superare. Tanti obiettivi per il governo in carica. Non tirerei Draghi per la giacchetta un giorno sì e l’altro pure».

Quanto all’alleanza con il Pd parla di «dialogo privilegiato con prospettive di sviluppo». Ma nessuna subalternità: «Schema inappropriato». Altrimenti, si chiede, «dovremmo dire che è più subalterno il Pd perché ha accettato il taglio dei parlamentari e il reddito di cittadinanza? È un concetto che respingo. Se lavoriamo con loro il punto non è l’egemonia. Forze politiche diverse, percorso diverso, ma proprio per questo possiamo arricchire davvero il campo progressista. Nella rispettiva autonomia».

Ma meglio non allargare troppo il campo progressista, da Renzi e Calenda fino a Leu, con Pd e 5 Stelle: «Se lo allarghiamo troppo, più che un campo largo diventa un campo di battaglia. Viste anche le dichiarazioni quotidiane di alcuni». L’azione politica, prosegue, «presuppone coesione tra le forze: se si dilata lo schema di alleanza, si rischia di compromettere il disegno e l’efficacia. Lo sperimentiamo anche adesso. Ci sono alcune difficoltà nell’attuale esecutivo perché il perimetro rende complicata la compattezza verso i traguardi».

Giuseppe Conte poi commenta l’azione del governo Draghi: «Sta facendo bene su diversi fronti. A partire dal piano sanitario, dalla protezione dei cittadini. Alcune misure ci soddisfano di più, altre meno, la nostra critica è costruttiva. La politica non va esiliata. A volte siamo molto fermi fino a sfiorare il contrasto, come sulla riforma originaria della giustizia, un disegno che è stato migliorato grazie a noi. Così come sul reddito di cittadinanza, dove siamo intervenuti, e sul cashback. La strada dei pagamenti digitali ci ha consentito un balzo in avanti contro il nero e l’economia sommersa».

E la legge elettorale? «Va cambiata e si può. Propendiamo per un sistema proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Non possiamo permettere che la rappresentanza politica, già in crisi, possa essere compromessa da gruppi con bassi consensi. Le leggi elettorali non hanno a che fare con la perfezione, ma vanno adattate al contesto politico e sociale che si vive in quel momento. Allo stesso tempo rispettare le sensibilità, l’autonomia, e favorire le aggregazioni».

E i Cinque Stelle lavoreranno «perché la legislatura arrivi a scadenza naturale», assicura. «È una anomalia che i governi durino così poco. Dopo sei, sette mesi si comincia a dire: “Possibile che vada ancora avanti?”. Siamo in campo per dare stabilità agli esecutivi, abbiamo uno spazio politico per fare alcune cose. Non c’è un clima costituente da nuova forma di governo o da Repubblica semi-presidenziale. Ma almeno approviamo la sfiducia costruttiva e togliamo le crisi al buio».

Conte parla di un «dialogo possibile, vista anche la maggioranza così ampia. Larga intesa e largo consenso. Cercherò il confronto con gli altri leader. Cominciamo dall’idea della fiducia al governo con una seduta comune di Camera e Senato e dai regolamenti parlamentari per evitare che si possa passare dall’uno all’altro gruppo per convenienza anche economica. Va bene allontanarsi, va bene la libertà di dissenso, ma senza entrare in gruppi per avere vantaggi».

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter