Corona EconomyI lavoratori che inseguono i disastri climatici, la manovra in ritardo e i vaccini ai marinai

Nella newsletter di questa settimana: il business miliardario delle aziende che negli Stati Uniti si occupano delle riparazioni dopo uragani e incendi e le condizioni disumane degli addetti del settore, la legge di bilancio che finalmente arriva in Senato, la corsa contro il tempo per il Pnrr e il nuovo smart working divide. E poi anche il nuovo “contratto di impegno” francese e la seconda vita di Slack come piattaforma sindacale. Ascolta il podcast!

(Unsplash)

I LAVORATORI CHE INSEGUONO I DISASTRI CLIMATICI
Acqua e fuoco Mariano Alvarado è una specie di moderno cacciatore di tempeste. Ma il suo non è un hobby. In Honduras faceva il pescatore. Poi la siccità legata ai cambiamenti climatici ha colpito il suo lavoro. Per cui ha deciso di emigrare negli Stati Uniti. E il paradosso è che quegli stessi disastri climatici che nel suo Paese d’origine hanno distrutto il suo unico mezzo di sostentamento, in un altro Paese sono diventati invece quello che gli dà da mangiare. Alvarado è uno dei sempre più numerosi addetti, principalmente migranti, che seguono le catastrofi naturali negli Stati Uniti, dagli incendi agli uragani, lavorando nella pulizia e nella ricostruzione dei territori.

  • Sono coloro che si guadagnano da vivere dragando i fanghi e ripulendo gli edifici colpiti dalle fiamme. Una fetta del mercato del lavoro in piena espansione, perché – mentre si attendono risposte concrete dalla Cop26 – i disastri diventano sempre più frequenti. E chi ha perso il lavoro durante la pandemia sta trovando uno sbocco in questo settore.

 

Nuovo clima, vecchie abitudini Sarah Stillman ha trascorso l’ultimo anno seguendo persone come Alvarado per il suo ultimo reportage pubblicato sul New Yorker, scoprendo le condizioni più che precarie di questi lavoratori, spesso privi di documenti e con livelli di sicurezza e paghe molto basse. «Sono scivolato dal tetto di una casa e sono caduto sul vialetto», ha raccontato Mariano Alvarado, che ha lavorato negli interventi di ricostruzione in Florida dopo l’uragano Michael. «La società non si è presa alcuna responsabilità. Mi hanno a malapena portato in ospedale. Ero in coma e i dottori non sapevano nemmeno chi fossi».

  • Sarah Stillman alla Npr ha spiegato che Alvarado, quando è caduto, non aveva neanche la cintura di sicurezza. Sono lavoratori che operano spesso in subappalto per grandi aziende, ha detto. Spesso vengono promessi loro documenti di soggiorno regolare, ma in molti casi poi questa promessa non viene mantenuta.

 

Business miliardario Intanto sulle ricostruzioni post disastri, negli Stati Uniti si fanno enormi profitti. Prima erano le piccole aziende locali che si occupavano di riparare tetti e finestre. Poi queste aziende hanno cominciato a seguire i disastri in tutto il Paese, allargandosi oltre i confini cittadini. Finché sono diventate giganti economici da miliardi di dollari di fatturato e sono state acquisite dai fondi di private equity. «Le persone in cima stanno facendo un sacco di soldi con il cambiamento climatico», spiega Stillman. «Quelle in fondo alla catena invece guadagnano pochissimo, fanno lavori molto pericolosi, e sono soggette a ogni tipo di abuso».

 

L’altra resilienza La non profit Resilience Force, nata per rappresentare i lavoratori dei disastri climatici, ha portato alcune di queste aziende in tribunale. Ma si sta cercando di premere anche sul Congresso, per avviare per questi lavoratori le pratiche di cittadinanza.

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MANOVRA DI GOVERNO
Bilancio in ritardo Sarà una settimana densa di appuntamenti economici. In Italia il dibattito si focalizzerà sulla manovra di bilancio da 30 miliardi che – dopo l’approvazione del 28 ottobre – finalmente è attesa in Senato. Forse non prima di mercoledì, visto che il ministro Franco oggi e domani è impegnato tra Eurogruppo ed Ecofin. Una versione ufficiale ancora non c’è perché, a quanto pare, i partiti non si sono ancora accordati su alcuni passaggi sensibili. In primis il reddito di cittadinanza, con i Cinque Stelle che sono contrari al meccanismo che toglie o riduce l’assegno con il rifiuto della prima offerta «congrua» di lavoro.

 

Il nuovo Rdc Intanto, dal Comitato scientifico guidato dalla sociologa Chiara Saraceno sono arrivate le indicazioni per le modifiche da apportare al reddito di cittadinanza. Ci sono l’obbligo per i beneficiari di accettare proposte di lavoro con contratti di durata inferiore a tre mesi e la modifica alla scala di equivalenza per aumentare le risorse alle famiglie numerose.

 

All’assalto Molti emendamenti sono già stati annunciati dai partiti. Le sfide principali saranno sul fisco, per decidere come usare gli 8 miliardi destinati al taglio delle tasse, e sulle pensioni. In ogni caso, visti i ritardi, come è già successo altre volte, è probabile che il disegno di legge di bilancio venga discusso solo in un ramo del Parlamento, con un passaggio formale alla Camera.

 

Le mosse dei sindacati La minaccia di sciopero contro la manovra arrivata da Maurizio Landini non ha fatto sobbalzare solo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, che ha parlato di «ricatto», ma anche i leader delle altre sigle. Luigi Sbarra della Cisl parla di «iniziative di mobilitazione costruttiva». Anche dalla Uil preferiscono aspettare la convocazione dei tavoli su fisco e pensioni. Lo sciopero già proclamato dai metalmeccanici della Fiom ha spaccato i sindacati.

 

  • Ma oggi si è tenuta la conferenza stampa unitaria di Fiom, Fim e Uilm per annunciare lo sciopero del 10 novembre del settore dell’acciaio, con la manifestazione al Mise dei lavoratori delle acciaierie dell’ex Ilva e di Piombino. Si chiede la definizione di un piano nazionale per la siderurgia, maggiori investimenti e la salvaguardia dell’occupazione.

 

OCCHIO A BRUXELLES 
Dopo l’approvazione della legge sulla concorrenza, con il rinvio della decisione su concessioni balneari e ambulanti, sono arrivate le critiche della Commissione europea. La nuova legge si limita a prevedere una mappatura delle concessioni balneari, in modo da capire chi gestisce che cosa, da quanto tempo e con quale spesa. Per il momento quindi non c’è traccia della liberalizzazione che l’Europa chiede fin dal 2006 con la direttiva Bolkestein.

  • Si attende la decisione del Consiglio di Stato, anche se, al momento, una delle ipotesi più accreditate è il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia europea. Con tempi supplementari che farebbero slittare anche un eventuale intervento dell’esecutivo.

 

Corsa contro il tempo Il governo ha fatto sapere che sono stati raggiunti 29 dei 51 target del Piano nazionale di ripresa e resilienza da conseguire entro fine anno. Di fatto, mancano 22 obiettivi, tra cui l’assunzione dei tecnici e il cloud della pubblica amministrazione. I tempi sono stretti. E infatti il sottosegretario Roberto Garofoli ha annunciato ai ministri obiettivi settimanali e non più mensili per accelerare. Verrà presentata una relazione al Parlamento sullo stato di attuazione.

  • Ma dal Mezzogiorno sono tornati gli allarmi sul rischio di mancata attuazione del piano, con il neosindaco di Napoli Gaetano Manfredi che minaccia dimissioni se non arriveranno fondi e personale. E la ministra del Sud Mara Carfagna che assicura che arriveranno sia le risorse sia i tecnici.

 

Ve lo ricordate il Mes? La riforma del Meccanismo europeo di stabilità, che tante tensioni creò all’epoca del governo Conte 1 e Conte 2, è bloccata. E stavolta l’Italia non c’entra. O meglio, il nostro Parlamento non l’ha ancora ratificata, insieme ad altri Stati europei (pochi, tra cui Irlanda, Finlandia), ma il freno maggiore arriva ora dalla Germania per un ricorso presentato dai alcuni parlamentari liberali in Corte Costituzionale. Una questione che peserà sull’Eurogruppo di oggi e l’Ecofin di domani.

 

COSE DI LAVORO
Great Resignation all’italiana Continua il dibattito interessante sull’aumento delle dimissioni dal lavoro che si è registrato anche in Italia nel secondo trimestre. Il punto è capire se si tratta di un fenomeno temporaneo o del segnale di una vera riattivazione della mobilità nel mercato. I dati di Veneto Lavoro, ad esempio, dicono che si tratta di un fenomeno consistente, trasversale a settori e professioni, e non episodico. È presto per dirlo, anche perché da noi l’ondata di dimissioni è partita più tardi. Ma, ha scritto Massimo Taddei, si può ipotizzare che – come sta accadendo negli Stati Uniti – anche in Italia ci si stia spostando verso settori che richiedono un alto livello di competenze e di creatività, offrono un certo grado di flessibilità e garantiscono salari alti. Il punto è capire se i datori di lavoro italiani saranno in grado di soddisfare queste richieste.

Lavoro povero A proposito di salari, uno studio della Fondazione Di Vittorio della Cgil ha certificato che nel 2020 gli stipendi sono calati del 5,8% e che nel 2019, prima della pandemia, 5 milioni di italiani avevano una busta paga sotto i 10mila euro lordi annui. La percentuale di part-time involontario in Italia è la più alta a livello europeo: nel 2020 tocca il 66,2% sul totale degli occupati a tempo parziale, contro il 24,7% dell’Eurozona.

Andamento lento Mentre negli Stati Uniti a ottobre sono stati guadagnati 531mila posti di lavoro, ben sopra le attese, i dati Istat di settembre sul lavoro italiano dicono che l’occupazione è tornata a crescere di poco, sicuramente non in linea con l’aumento del Pil. Si tratta quasi unicamente di contratti a termine, che in un solo mese sono cresciuti di 97mila unità. Continuano a crollare gli autonomi. E dall’inizio della pandemia mancano ancora 314mila occupati. Con i giovani che fanno molta più fatica a riprendersi dopo il crollo del 2020.

E gli smart worker? L’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano ha certificato che nel 2021, con l’avvio dei vaccini, i lavoratori da remoto sono passati da 5,37 milioni nel primo trimestre a 4,07 nel terzo. Si prevede saranno 4,38 milioni i lavoratori che opereranno almeno in parte a distanza (+8%), ma con grandi differenze: 2,03 milioni nelle grandi imprese, 700mila nelle pmi, 970mila nelle microimprese e 680mila nella pubblica amministrazione. E c’è chi parla già di una nuova disuguaglianza nel mercato del lavoro.

 

CONOSCENZE E COMPETENZE Per stare al passo con un mercato del lavoro che cambia in maniera repentina, la soluzione è intrecciare di continuo il mondo delle imprese con quello della formazione. «Le cose possono migliorare ancora se riusciamo a saldare in maniera definitiva le richieste del mercato con le competenze dei lavoratori, soprattutto attraverso l’opera di intermediazione delle agenzie del lavoro, che sono fondamentali in questo passaggio», dice Carlo Messina, General Manager della IG Academy, la business unit di IG Samsic HR dedicata ai progetti di consulenza formativa.

 

ARIA DI CRISI
Tempi supplementari Nello stabilimento della Whirlpool di Napoli, i 320 operai hanno cominciato a ricevere le lettere di licenziamento, mentre il Tribunale del lavoro ha rigettato il ricorso per condotta antisindacale avanzata dai sindacati. I lavoratori continuano a manifestare. La vertenza non è ancora finita – dicono le sigle dei metalmeccanici. E dal governo continua la trattativa per la formazione di un nuovo consorzio di imprese che dovrebbe prendere in carico il sito industriale e pure i lavoratori.

 

Addio, Italia Mentre il decreto anti-delocalizzazioni è fermo, aumentano le crisi. Dopo Ideal Standard, anche Saga Coffee ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento nel bolognese.

 

ORIZZONTI POST QUARANTENA
Modello francese Emmanuel Macron ha presentato il nuovo “contratto di impegno”: lo Stato verserà ai Neet che non lavorano e non studiano un assegno mensile fino a 500 euro. Il pagamento del sussidio è riservato alla fascia 16-25 anni e sarà condizionato all’impegno a una formazione tra 15 e 20 ore settimanali.

 

Vaccini in mare Sanitari e volontari di organizzazioni umanitarie stanno vaccinando contro il Covid-19 migliaia di marinai in più di duecento porti in tutto il mondo. Dopo l’esplosione della pandemia, molti di loro erano stati costretti a restare sulle navi per lungo tempo senza poter raggiungere le famiglie. Non è stato facile però convincere le autorità ad aiutarli, perché spesso sono stranieri, e i diversi Paesi davano la precedenza ai loro cittadini.

 

I soldi non sono tutto Bar, ristoranti e alberghi americani, alle prese con la carenza di manodopera, hanno aumentato le paghe orarie per attirare i lavoratori. Tanto che nel settore dei servizi si sono raggiunti stipendi mai visti prima. Ma la situazione non è cambiata di molto. I soldi non sono tutto, scrive Recode. Prima della pandemia era «una sorta di distintivo d’onore per gli chef lavorare a ritmi forsennati e dormire poco». Ora in tanti hanno deciso di rivalutare l’equilibrio tra vita e lavoro. E questa nuova spinta potrebbe cambiare l’organizzazione dell’intera industria. Il tempo del Work-Life Balance è finito, ora si parla di Life-Work Revolution, scrive Forbes.

 

Nuovi sindacalismi Il software Slack e altre piattaforme simili sono diventate negli Stati Uniti anche nuovi spazi a disposizione dei lavoratori per discutere dei problemi legati alle loro aziende o per organizzarsi a livello sindacale, soprattutto nel settore tecnologico e in quello dei nuovi servizi. È un fenomeno rilevante non solo perché negli Stati Uniti i sindacati sono molto meno radicati rispetto ai Paesi europei, quando non del tutto assenti, ma anche perché rientra in un più ampio fenomeno di maggiore partecipazione e sensibilità delle nuove generazioni alle questioni legate ai diritti del lavoro.

 

AGENDA
8 novembre: A Bruxelles si tiene l’Eurogruppo; mentre in Italia ha preso il via il collocamento della quarta tranche del Btp Futura;
9 novembre: A Bruxelles si tiene l’Ecofin;
10 novembre: Dall’Istat arrivano i dati su produzione industriale a settembre e la nota mensile sull’economia a ottobre; sciopero e manifestazione al Mise dei lavoratori dei gruppi siderurgici di Acciaierie d’Italia e di Jsw Piombino; dagli Stati Uniti arrivano i dati sull’inflazione a ottobre.
11 novembre: È atteso il bollettino economico della Bce
13 novembre: Manifestano le sigle sindacali degli edili.

 

SAVE THE DATE Il 12 e 13 novembre al Teatro Franco Parenti di Milano si terrà Linkiesta Festival. Il titolo del primo dibattito è “Pnrr alla prova – Lavoro, impresa e territorio”, con Benaglia, Marattin, Gribaudo e Malacrida. Qui per prenotarsi.

 

Buona settimana,
Lidia Baratta


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