Le decisioni dei 27L’Ue dice sì al Green Pass all’italiana, ma nessun accordo sull’energia

Il Consiglio europeo ha imposto che il certificato verde duri non oltre i nove mesi dalla seconda dose di vaccino, lasciando la libertà di richiedere il tampone anche a chi ha completato il ciclo. Dopo ore di trattative, Michel ha annunciato che sulle misure contro il caro bollette si proverà a raggiungere un’intesa nel prossimo vertice

(La Presse)

Variante Omicron, migranti, crisi energetica e tensioni con la Russia erano solo alcuni dei temi al centro della fittissima agenda del Consiglio europeo durato fino a notte fonda. Alla fine, i rappresentanti dei 27 Stati membri, tra cui comparivano molti volti nuovi (i primi ministri svedese e bulgaro, il cancelliere austriaco e quello tedesco Olaf Scholz), hanno detto sì alla linea italiana sul Green Pass, con la possibilità di richiedere il tampone anche ai vaccinati provenienti dall’estero. Ma sulle misure per combattere il caro energia l’intesa sperata non c’è stata.

Sul fronte della lotta alla pandemia, si è cercato quel coordinamento europeo che dopo 22 mesi di pandemia ancora non si è raggiunto. Il Consiglio ha deciso di lasciare ai Paesi membri la libertà di utilizzare il “freno d’emergenza” che consente di richiedere il tampone ai non vaccinati. quindi, anche se le conclusioni parlano di «coordinamento» e di «proporzionalità« delle misure, gli Stati saranno sostanzialmente liberi di fare come l’Italia, la Grecia, l’Irlanda e il Portogallo.

Ma la durata del Green Pass sarà uguale per tutti, ovvero nove mesi dalla seconda dose. Finora si trattava di una raccomandazione, la scadenza ora diventerà un obbligo giuridicamente vincolante.

Durante il suo intervento al vertice, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha insistito sulla necessità di stabilire una durata uguale per tutti. Perché – come spiega La Stampa – la questione si intreccia inevitabilmente con la decisione di Roma di imporre il tampone ai viaggiatori vaccinati. Il ragionamento che viene fatto da fonti italiane è che, al di là delle preoccupanti evoluzioni legate alla variante Omicron, è ormai evidente che la copertura garantita dalle due dosi di vaccino cala notevolmente con il passare del tempo. È dunque rischioso consentire ai cittadini vaccinati dieci mesi prima di circolare liberamente.

L’Italia per il momento non intende fare passi indietro e resta convinta che l’obbligo di tampone per i vaccinati sia la strada giusta da seguire. La scelta del governo Draghi di muoversi in questa direzione senza consultare i partner Ue non è piaciuta a tutti, ma nel corso del Consiglio europeo non sono state avanzate critiche esplicite.

Sul fronte delle misure per combattere il caro energia e assicurare la transizione verde, i leader dei 27, dopo ore di trattative notturne, hanno invece deciso di non decidere e rimandare tutto a un prossimo appuntamento. Ad annunciare il fallimento – come racconta La Stampa – è stato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel premettendo che tra i leader c’è stato «un lungo dibattito su una questione molto importante per i cittadini e le imprese». Ma «abbiamo dovuto constatare che le divergenze sul tavolo hanno reso impossibile adottare conclusioni sull’energia. Torneremo sull’argomento in un prossimo Consiglio».