Sulla pelle dei profughi. Sulla pelle di una giovane donna siriana che in ospedale a Bialystok, vicino al confine polacco con la Bielorussia, piange davanti alla delegazione di europarlamentari del Pd: «Sono stata brutalmente picchiata, ma non è questo che mi fa paura. Mi hanno tolto i miei due bambini. I poliziotti polacchi non mi dicono dove li hanno portati. La mia paura più grande è non sapere quando li potrò rivedere».
Sulla pelle di una giovane infermiera che si fa venire le lacrime agli occhi, raccontando di una donna curda di 39 anni che aveva già cinque figli, morta di parto mentre la trasportavano dalla zona rossa dove nessuno può entrare, dove la milizia di Aleksandr Lukashenko spinge i profughi verso il confine polacco, respinti dai gendarmi del premier Mateusz Morawiecki.