Il countdown verso il cenone di fine anno è cominciato. Riposti nell’armadio i maglioni con le renne e le candele allo zenzero, alcuni di noi stanno rispolverando l’indumento rosso portafortuna e il vischio per il bacio di mezzanotte. Le tavole saranno presto nuovamente imbandite con tutte le prelibatezze che raccontano la nostra tradizione familiare e regionale. Da nord a sud si respireranno gli aromi dei tortellini e delle vongole, del cotechino e delle lenticchie, dei fichi secchi e degli struffoli, una lista che potrebbe andare avanti all’infinito considerata la straordinaria varietà gastronomica del nostro Paese. Ma cosa si mangia all’estero? Quali sono le pietanze più popolari e i riti di buon augurio per l’anno che verrà? Dalla Grecia all’Australia, passando per la Russia, vi portiamo con noi in un breve viaggio attorno al mondo tra tavole e scaramanzie del 31 dicembre.
Si parte dall’Inghilterra. Re delle tavole, nemmeno a dirlo, è il tacchino, rigorosamente ripieno di castagne e ricoperto con una profumatissima salsa di mirtilli. Per concludere il pasto non può invece mancare il dessert tipico delle feste natalizie, il famoso Christmas Pudding detto anche Plum Duff, un budino molto elaborato a base di farina, uova, mandorle, uvette, mele, canditi, frutta secca, zenzero e brandy. Le origini di questo dolce, citato anche da Charles Dickens nel suo Canto di Natale, risalgono al Medioevo, e ogni famiglia ne tramanda una personale versione rivisitata. Per l’ultimo dell’anno è usanza mettere nell’impasto una moneta d’argento, che andrà al commensale più fortunato. Una tradizione simile si trova in Grecia, con la sua Vassilopita, un ciambellone soffice a base di latte, uova, zucchero e aromi locali come la mastica (una resina con cui si produce anche un ottimo liquore) e il mahlepi (spezia ottenuta dai semi di ciliegio): anche in questo caso chi troverà la moneta nella sua fetta di torta potrà sperare in un anno nuovo felice e prosperoso. La Vassilopita è anche conosciuta come dolce di San Basilio, il vescovo della Cappadocia che, secondo la leggenda, nel 400 distribuì a tutte le famiglie indigenti vittime della tirannia di un generale crudele una focaccia dolce che al suo interno celava una moneta preziosa.
La ricerca della Dea Bendata attraverso l’utilizzo della frutta è una tradizione che accomuna moltissimi paesi: la Spagna, il Portogallo e quasi tutti i paesi del Sudamerica danno il benvenuto al nuovo anno con 12 acini d’uva, uno per ognuno dei rintocchi delle campane della mezzanotte. In Francia si conclude il pasto – per i più tradizionalisti a base di fois gras, ostriche e champagne – con 13 tipi diversi di frutta secca, mentre nelle Filippine la sfida consiste nell’assaggiare 12 frutti differenti purché di forma circolare, come le monete. Se in Brasile, dove è importante vestirsi di bianco per chiamare a sé la pace, a chiudere una cena a base di asado è sempre il melograno, frutto simbolo di speranza e gioia, in Russia non possono mancare i mandarini, emblema di ricchezza e benessere. Una tradizione, questa, legata al periodo sovietico, quando questi agrumi erano l’unico frutto che i cittadini potevano trovare al mercato in inverno. A Mosca e San Pietroburgo ogni cenone inizia con l’insalata Olivier, conosciuta nel mondo come insalata russa, un composto freddo a base di maionese e diversi ingredienti tagliati a pezzetti, bolliti e amalgamati: patate, uova, carote, cetriolini, piselli, cipolle e carne.
Anche negli USA prevale la scaramanzia: tra un tacchino ripieno e una pumking pie, cibi tradizionali del Thanks Giving ma anche del periodo natalizio, a tavola non possono mancare i fagioli con l’occhio nero (black eyes peas), la verza e il mais. Il motto negli States per l’ultimo dell’anno? “Peas for pennies, greens for dollars, and cornbread for gold”, ovvero: fagioli per le monete, verdura a foglia verde per i dollari e mais per l’oro. L’augurio in Giappone è invece legato alla longevità: qui si portano in tavola i toshikoshi soba, lunghissimi spaghetti cotti nel brodo di carne. “Toshikoshi” significa letteralmente “tagliatelle che attraversano l’anno”, mentre “Soba” altro non è che il grano saraceno, cereale in grado di sopravvivere alle condizioni climatiche più avverse e quindi simbolo di grande forza. Questi spaghetti sono molto semplici da tagliare, così come, ci si augura, sarà facile spezzare i problemi e le preoccupazioni dell’anno che se ne sta andando. Nel nostro viaggio virtuale non poteva mancare infine un salto agli antipodi, per immaginare un caldo Capodanno sulla spiaggia e regalarvi un tocco di romanticismo: l’Australia saluta l’anno nuovo con un menù leggero a base di gamberoni alla griglia e pavlova, la grande torta meringa dal cuore morbido guarnita con panna montata e frutta estiva come lamponi, mirtilli e fragole. Una ricetta che sarebbe ispirata alla ballerina Anna Pavlova ideata dallo chef di un hotel neozelandese che la vide danzare e volle così rendere omaggio alla sua straordinaria leggiadria ed eleganza.