Basta un poco di zucchero a veloLa classifica dei pandori del supermercato

È il lievitato natalizio amato dai bambini (e non solo). A differenza del panettone, ci facciamo meno scrupoli ad acquistarlo industriale e ci presentiamo a pranzi e cene armati di questo dolce burroso e zuccherato acquistato il giorno prima nella GdO. Ecco i nostri preferiti

Anche le tradizioni del Natale cambiano. Prima ascoltavamo i cori gospel, ora il singolo di Natale di Elettra Lamborghini. Gli alberi li decoravamo con sfere e personaggi colorati, oggi sembrano laser show con un quantitativo di luci a led pari a quelle usate per sostituire l’illuminazione pubblica nel vostro comune di residenza. Prima c’era il presepe con le casette di carta pesta, ora il villaggio di Natale, dove ogni pezzo che si muove, suona, brilla e costa quanto un appartamento vero.

Ma c’è una cosa che non è mai cambiata nel Natale di tutti noi: la confezione di qualsiasi pandoro del supermercato. Sono lì, come le ricordavamo da piccoli, quando li usavamo per farci dei caschi con i buchi all’altezza degli occhi, per giocare a supereroi ma anche per parare i baci violenti delle zie truccate pesantemente, con rossetti che lasciavano il segno e gioielli che ci sfregiavano la faccia. Il pandoro è tradizione giocherellona, un dolce che non ha mai pretese e non deve averne. Il dolce di cui tutti un po’ sono fan almeno una volta nella vita e, anche dopo, non smettono di volergli bene. Il Max Pezzali dei dolci, che ti fa ricordare gli anni trascorsi, i bei momenti vissuti e che riaffiorano appena lo rivedi. I veri dolci dovrebbero essere tutti un po’ come il pandoro.

Diffidate da chi non ama il pandoro. È burro e zucchero allo stato puro; solo il Grinch e Rosanna Lambertucci possono avere da ridire. A differenza di altri lievitati, il pandoro nasce come prodotto industriale e non viene da una tradizione artigianale come il 99% dei prodotti italiani. È forse anche per questo che questi lievitati burrosi sono ancora l’ultimo prodotto da supermercato che avremmo il coraggio di regalare a qualcuno. Avete mai visto nessuno regalare bottiglie di olio Carapelli o un cesto di pasta Barilla?

Vale la pena allora fare subito la classifica per questo Natale.

Melegatti – 5 ½
Una presenza storica del Natale al supermercato. Melegatti non è solo una marca di lievitati dolci industriali, è anche il nome che corrisponde al creatore del pandoro. Il 14 ottobre 1894, Domenico Melegatti brevetta il pandoro, a Verona. Da quel momento lo zucchero a velo invaderà le tavole delle feste come la neve a Cortina. Come per Bauli, anche qui siamo davanti a una confezione iconica in cui il blu campeggia e supporta le scritte oro. Quanta eleganza. A parte pandori e panettoni, non ci viene in mente nessun altro prodotto da supermercato che si impegni così tanto nelle confezioni. Proviamo sempre una certa tenerezza per chi ha una bella storia aziendale e Melegatti, entra nel carrello di diritto visto che rappresenta il primo pandoro della storia.

Peccato che la poesia finisca non appena apriamo la confezione. Il fondo del pandoro risulta troppo cotto, quasi bruciato. Il burro è terzo ingrediente, prima dello zucchero. Buon segno che però non ritroviamo all’assaggio. Il pandoro non molto soffice, nel complesso il gusto è buono ma i difetti di cottura non ci piacciono. Immaginate di arrivare alla fine di una fetta dove l’ultimo morso, è quello bruciato. Natale rovinato e rapporti familiari incrinati perché, dividendo la fetta con un parente, avete provato e rifilargli la parte inferiore, bruciacchiata.

Galup – 6-
Galup è l’azienda piemontese con sede a Pinerolo che si è fatta strada principalmente per i suoi lievitati diventando forse la prima impresa a fare panettone fuori dalla Lombardia. Abbiamo scelto il loro pandoro che è di certo il più costoso di questa classifica, con prezzo sopra gli 10 euro. Si presta a essere un pandoro da regalare per il suo incarto vintage e curato. Ci aspettiamo materie prime pregiate e particolari lavorazioni ma, a parte l’uso di uova fresche da allevamento a terra, il resto non è assolutamente di rilievo. Non sono indicati aromi naturali e, cosa che ci lascia dubbiosi è la specifica sull’uso di ingredienti non UE. Per un prodotto fatto di farina, burro, uova e zucchero, perché andare così lontano per degli ingredienti?

La forma del pandoro è buona, senza particolari difetti, il colore al suo interno è giallo. Potrebbe essere la presenza del burro ma non possiamo darlo per scontato. L’assaggio fila dritto è buono ma senza effetti speciali. Da un pandoro con una storia e un prezzo notevole credevamo di ricevere più soddisfazione. Ma credevamo anche a Babbo Natale, una volta.

Motta – 6
Eccoci qui ancora alle prese con Motta, la storica azienda dei lievitati da forno che produce anche il pandoro. Speriamo per loro che le cose possano andare meglio rispetto all’altra classifica. E invece no, tra una cosa e l’altra Motta si mantiene sempre sulla linea della sufficienza. Non porta grossi difetti, ha una lista ingredienti simile agli altri pandori di fascia medio-bassa, ma non ha con sé neanche particolari pregi. Anche la confezione è sufficiente.

Un po’ noia e un po’ sconforto per questo pandoro che non è molto soffice e che quindi sarà destinato a diventare il pandoro farcito che ogni benedetto Natale qualcuno prepara. Panna montata male, rum che sembra l’alcol per pulire i vetri e la granella di pistacchi che fa gourmet. Non lasciatene una fetta a Babbo Natale per la notte della Vigilia o vi ritroverete in regalo solo un libro su come scegliere bene cosa mangiare.

Bauli – 7-
Chiunque si sia occupato di disegnare e colorare la confezione del pandoro Bauli, era già nel futuro. Rompere con i colori tradizionali per usarne uno perfetto, rosa con scritte oro e viola. Il mondo celebra la nascita di un maschietto divino e noi ci presentiamo con il regalo rosa. Niente gender, quando c’è dello zucchero a velo. Per non parlare della forma della confezione: rotonda, ideale per farci maschere e caschi che terranno i bambini lontani dai video Youtube per ben cinque minuti. Al supermercato Bauli ci guarda e ci canta quella canzoncina lì e il pandoro scivola nel carrello come la slitta sulla neve.

Fuori dalla confezione il pandoro ha la classica forma, ma tutto molto tondo, compreso il fondo. Il burro compare come quarto ingrediente in etichetta e il latte è scremato, in polvere. Al naso il profumo di zucchero è netto rispetto ad altri pandori. Al morso la sofficità è netta e il dolce spicca sopra al gusto di burro. Bauli è il pandoro dei bambini o di chi, a Natale, vuole tornare bambino e fregarsene delle frivolezze da palati fini. Un pezzo di storia dell’industri dolciaria italiana che ha costruito l’identità delle nostre feste – niente a che vedere con Coca Cola però, certo-.

Maina – 7
Il pandoro Maina si porta dietro queste confezioni un po’ anonime che ti fanno sentire un po’ braccino corto se le compri, a prescindere dal prezzo. Ma la sostanza c’è. Lo scegliamo perché ha una lista ingredienti in linea con altri marchi di stesso livello (compreso Bauli), dove il burro è il quarto ingrediente elencato. Ci colpisce positivamente però l’uso del latte fresco.

Spolveriamo lo zucchero a velo e affondiamo i denti nel lievitato. Super soffice, gusto piacevole anche se il sapore trainante rimane lo zucchero. Considerando il prezzo e l’assaggio, questo pandoro ci convince assai. È un pandoro onesto che piace in modo trasversale: dai bambini alla nonna, ai cugini adolescenti arrabbiati con il mondo, alla zia che ha fretta di mangiare il dolce perché deve caricare la lavastoviglie.

Tre Marie Il Magnifico – 8+
Andare a colpo sicuro. È una delle cose che ci spinge ad acquistare i prodotti del supermercato ed è la cosa che accade con il pandoro Tre Marie. Anche in questo caso parliamo di un prodotto di fascia di prezzo più elevata della media, sopra i 10 euro. Ma questa volta la differenza è palpabile. Tre Marie ci racconta della selezione di ingredienti ma noi andiamo subito al punto e guardiamo l’elenco. Il burro è secondo ingrediente in ordine e non è un burro qualsiasi ma una AOP francese (la nostra DOP). SI tratta del Beurre Charentes-Poitou, che dovrebbe dare gusto più ricco e avvolgente al lievitato.

C’è da dire però che Il Magnifico Tre Marie non è il loro pandoro tradizionale ma un po’ il prodotto premium che però pare anche il più distribuito nelle catene dei supermercati. A colpirci è anche la forma, perfetta. Potete portarlo a tavola senza vergognarvi delle forme sgorbie che tutti gli altri pandori hanno. Il profumo è nettamente gradevole, il colore dell’impasto non è giallo come altri, ma al tatto il pandoro è soffice, sarà anche merito delle 40 ore di lievitazione. È il miglior pandoro del supermercato e il prezzo più elevato è giustificato dall’uso di ingredienti: dal burro AOP al latte fresco. Ci piacerebbe vedere anche l’uso di aromi naturali.

Forse fuori non nevicherà, forse anche quest’anno non riceverete un regalo azzeccato ma con Il Magnifico Tre Marie ritroverete la magia di quel Natale che pensavate di aver perso. Ma tranquilli. La perderete nuovamente il sette gennaio, rientrando in ufficio.

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