I contagi toccano il nuovo record: 78.313 nella giornata di lunedì, con 202 vittime (mai così da maggio) e oltre un milione di tamponi. Di fronte all’esplosione dei casi dovuta a Omicron, che rischia di fermare il Paese, il governo intende rivedere le regole. È prevista per oggi una nuova riunione del Comitato Tecnico Scientifico.
Tra le ipotesi che saranno considerate figura l’introduzione dell’obbligo vaccinale, destinato ai lavoratori. Significherebbe dire addio al green pass rilasciato sulla base dei risultati da tampone e chiedere a chi lavora un certificato da vaccino o da guarigione e vaccino. Per il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta l’obiettivo è il lockdown dei non vaccinati, condiviso dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Contrari Lega e una parte di M5S. Un’altra ipotesi è di estendere l’obbligo ai lavoratori della PA a contatto con il pubblico.
In ogni caso il sistema di testing, che ormai è dichiarato «saltato», andrà rivisto. I tamponi rapidi forse saranno archiviati e gli addetti saranno impegnati nella campagna vaccinale.
La questione della quarantena rimane quella più dibattuta. Di fronte al rischio di un Paese immobilizzato dalla rapidissima diffusione del virus, i presidenti di Regione chiedono una revisione delle regole. Come ha spiegato il presidente della Liguria Giovanni Toti, «Andiamo verso circa 100mila contagi al giorno e questo succederà a brevissimo, credo. E allora 7-10 giorni di isolamento vogliono dire un milione di persone che finiscono in isolamento. Se si pensa che in media ciascuno di loro ha avuto cinque, o 10 contatti, il rischio è di avere presto 10 milioni di persone in isolamento. Non ce lo possiamo permettere». L’idea è di togliere la quarantena per i contatti di positivi per chi ha avuto tre dosi o due dosi con meno di quattro mesi, o al massimo di ridurla a tre giorni. Per i positivi le regole resterebbero le stesse.
Un altro tema riguarda le mascherine Ffp2, ormai obbligatorie sui mezzi di trasporto. L’ipotesi è di calmierarne i prezzi per favorirne la diffusione.