I conti oltre il QuirinaleTra ristori e bollette, in arrivo più di 2 miliardi per le imprese

Draghi ha due urgenze da risolvere subito, possibilmente entro giovedì: il decreto sostegni per le attività economiche colpite dalle nuove restrizioni anti virus e un nuovo provvedimento per far fronte ai rincari dell’energia. La sottosegretaria Sartore spiega che i sussidi saranno per i primi tre mesi dell’anno. Dubbi sul rifinanziamento della cassa Covid

(La Presse)

Non c’è solo il Quirinale nell’agenda di Palazzo Chigi. E anche se molte questioni sono state congelate in attesa della votazione del Capo dello Stato, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha due urgenze da risolvere subito, possibilmente entro giovedì: il decreto sostegni per le attività economiche colpite dalle nuove restrizioni anti virus e un nuovo provvedimento per far fronte ai rincari dell’energia.

Ieri – come racconta La Stampa – a Palazzo Chigi c’è stata una lunga riunione fra i tecnici di Tesoro, Sviluppo economico e Transizione ecologica per mettere a punto un decreto contro il caro bollette da approvare prima della prima chiama per il Colle.

«Chiediamo con urgenza un tavolo a Palazzo Chigi. Il nostro sistema industriale è a rischio ridimensionamento», hanno fatto sapere ieri da Confindustria. Le voci di una tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche non bastano a rassicurare gli industriali. E anche Stefano Basseghini, presidente di Arera, l’autorità di regolazione dei prezzi energetici, parla di «aumenti senza precedenti nella storia».

I numeri dell’ultima nota del Centro studi di Confindustria dicono che da dicembre 2019, prima della pandemia, i prezzi del gas in Europa sono cresciuti del 723%, dieci volte tanto quel che è accaduto negli Stati Uniti. L’Italia è messa anche peggio, perché da noi il gas vale il 42% del consumo totale di energia, contro il 38 del Regno Unito, il 26 della Germania, il 23 della Spagna e appena il 17 per cento della Francia. Nel frattempo, il prezzo del petrolio è salito a 86,3 dollari il barile, il più alto da sette anni. Sono i prezzi dei beni energetici, come ha certificato ieri l’Istat, che ha dicembre hanno spinto l’inflazione al 3,9%. Un record dal 2012.

Le imprese si aspettano quindi una mossa del governo. Domani, mercoledì 19 gennaio, è atteso al Mise un incontro tra il ministro Giancarlo Giorgetti e i rappresentanti delle imprese energivore. Ma è una corsa contro il tempo. «Ce la faremo», assicura la sottosegretaria all’Economia Alessandra Sartore (Pd) sul Messaggero. «I ristori ci saranno, ma limitati ai settori chiusi dai provvedimenti del governo: sale da ballo, discoteche, ma anche sport e cinema e più in generale il settore dello spettacolo», perché «per lo sport è stata decisa una minore capienza. I cinema e i teatri sono aperti ma sono oggettivamente in sofferenza». E anche per il turismo ci saranno misure di sostegno, che però sarà garantito «per i primi tre mesi dell’anno. Gli aiuti saranno a fondo perduto e a forfait, erogati direttamente dagli organismi competenti».

Sul rifinanziamento della cassa Covid chiesta dai sindacati, invece, «la valutazione è in corso, ma i costi sono alti», dice Sartore. E si sta ragionando pure sull’equiparazione della quarantena alla malattia, anche questa «una misura onerosa», data l’accelerazione dei contagi con la variante Omicron.

I partiti di maggioranza chiedono subito un maxi scostamento di bilancio, mentre il Tesoro per il momento resiste. E non solo perché non ci sono i tempi tecnici per far votare il Parlamento, vista l’elezione del presidente della Repubblica. Ma anche perché in Europa è entrato nel vivo (oggi si terrà l’Ecofin) il dibattito sulla revisione del Patto di stabilità, con i Paesi nordici che reclamano più disciplina nei conti pubblici.

Il ministro dell’Economia Daniele Franco da settimane ha incaricato i tecnici di trovare nel bilancio tutti i fondi non spesi per finanziare in primis i sostegni per i settori colpiti dall’ultima ondata del Covid. E al momento, tra legge di bilancio e fondi ministeriali, c’è a disposizione circa 1 miliardo di euro.

Un altro miliardo, forse un miliardo e mezzo, potrebbe arrivare dalla tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche. I tecnici stanno facendo le simulazioni. Altri 700 milioni dovrebbero arrivare dal dirottamento dei proventi delle aste per il consumo di anidride carbonica.

Ma sarà solo il primo step dell’intervento del governo contro il caro energia. L’altro intervento sarà aumentare, se non raddoppiare, la produzione nazionale di gas. Secondo le previsioni del ministro Roberto Cingolani, si può risalire facilmente a 8 miliardi di metri cubi. Oggi dei 70 miliardi di metri cubi consumati, 66 sono importati da Russia, Algeria, Libia e Paesi nordici.