Eppure non bastaPer salvare il clima dobbiamo cambiare le nostre abitudini

La tutela dell'ambiente è stata inserita agli articoli 9 e 41 della Costituzione ed è un passo avanti nella gestione della crisi climatica. Ma quel che manca sono azioni concrete da parte delle persone

A lake in the shape of the world's continents in the middle of untouched nature. A metaphor for ecological travel, conservation, climate change, global warming and the fragility of nature.3d rendering

Secondo un nuovo studio pubblicato dalla rivista Science, che si basa sui dati raccolti dal satellite dell’Agenzia spaziale europea Sentinel-5P, la mappa mondiale dei maggiori emettitori di metano vede al primo posto il Turkmenistan seguito da Russia, Stati Uniti, Iran, Kazakistan e Algeria. Si stima che questi grandi emettitori rilascino circa otto milioni di tonnellate di metano all’anno, pari all’8-12 per cento delle emissioni totali generate dall’estrazione e dal trasporto di petrolio e gas. Non sono poche le ricerche che dimostrano quanto i pozzi, le condotte e le infrastrutture per lo sfruttamento dei combustibili fossili siano responsabili dell’emissione di grandi quantità di gas serra. E infatti nel novembre scorso a Glasgow, in occasione della conferenza sul clima Cop26, più di cento paesi si sono accordati per ridurle di almeno il 30 per cento entro il 2030.

Tuttavia, anche in un contesto sociale e politico in cui il tema dei combustibili e dell’energia ha assunto un ruolo di primissimo piano, pur nelle differenti coloriture d’approccio e di vedute, quel che manca da sempre è la consapevolezza che occorre inserirlo in un contesto più ampio, serio, realistico e chiaro, che parta dalla gestione della crisi ambientale prima che dalla risoluzione della contingenza.

Eppure, nei giorni scorsi il plauso e l’esultanza per l’approvazione delle modifiche alla nostra Costituzione si sono levati quasi unanimemente. L’inserimento della tutela dell’ambiente e del principio di giustizia intergenerazionale negli articoli 9 e 41 ha generato reazioni e commenti favorevoli sia nel mondo politico sia in quello civile. Il ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani ha definito «epocale» la giornata in cui si è svolto il voto in Parlamento. Grande soddisfazione anche per il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, così come per le associazioni ambientaliste che sottolineano la portata storica di questo voto che rappresenta una svolta non solo per la legislazione futura che a questi principi si dovrà ispirare ma anche per quella presente, che si dovrà adeguare.

Ciò nonostante per molti di noi a livello globale il problema ambientale e più propriamente la crisi climatica, resta un argomento distante, alieno rispetto alle nostre vite, remoto rispetto alla nostra quotidianità. Secondo alcuni studi psicologici a generare questo nostro superficiale atteggiamento di indifferenza contribuisce non poco una comunicazione sbagliata adottata dalle stesse voci di chi, tra scienziati, politici e opinion leader, dovrebbe invece indirizzare la pubblica opinione e il comune sentire. Quel che si riteneva un tempo, e cioè che il fenomeno della distanza psicologica rende generalmente le persone inattive contro il cambiamento climatico e dipende dal non conoscere abbastanza la materia, oggi è stato smentito. Altri studi evidenziano che anche le persone più informate e motivate all’azione spesso non sanno cosa fare nella pratica.

Il tema centrale che la politica, la scienza e gli attori sociali coinvolti nel processo di sviluppo culturale e sociale devono affrontare oggi è come generare una conoscenza procedurale e efficiente, fornire cioè all’individuo e alla collettività risposte concrete alle domande: “quali sono le strategie più efficaci? Come posso intervenire direttamente?”

Altrimenti permarrà la sensazione diffusa che la salvaguardia dell’ambiente e del clima oltre a non riguardarci direttamente comporti molti più costi che benefici. Una volta detto e fatto questo, affinché si possano definire piani di intervento concreto dovremo poi chiederci quando, dove e come vogliamo superare le nostre abitudini e sperimentare finalmente nuovi stili di vita.

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