Ogni anno alcuni multimilionari e miliardari annunciano pubblicamente che non c’è niente che vorrebbero di più che pagare finalmente più tasse. Ogni annuncio di questo tipo attira una grande attenzione da parte dei media. Dopo tutto, c’è una regola che i giornalisti imparano molto presto durante la loro carriera: Il cane che morde il postino non è interessante, il postino che morde il cane sì! Questa è una tipica storia di “postino che morde il cane”.
Negli ultimi giorni, i media sono stati nuovamente inondati dalla notizia che un gruppo di più di 100 milionari di nove paesi ha chiesto ai governi di fargli pagare più tasse.
«Tassate noi ricchi, e fatelo ora», hanno supplicato i gruppi Patriotic Millionaires, Millionaires for Humanity e Tax Me Now. Per molti anni, ho guadagnato una somma decente come imprenditore e investitore immobiliare in Germania, ma il “carico fiscale” sulle mie attività imprenditoriali era quasi il 50% ogni anno. Inoltre non evado le tasse e non eludo il sistema, anche se questo è precisamente ciò che molti sostengono che i ricchi stiano facendo ovunque.
Eppure non c’è un solo studio che abbia mai dimostrato che l’evasione fiscale è più comune tra i ricchi che tra i non ricchi. Quello che mi infastidisce veramente sono i multimilionari che approfittano di una serie di accordi di natura fiscale e poi annunciano pubblicamente che vorrebbero pagare più tasse.
Conosco centinaia di multimilionari e molti miliardari e ho condotto interviste approfondite con 45 di loro per la mia tesi di dottorato, ma non ho ancora incontrato nessuno che pensasse di non pagare abbastanza tasse.
I 100 milionari e miliardari di nove paesi che hanno firmato l’ultima lettera chiedendo di pagare più tasse potrebbero sembrare molti, ma in realtà ci sono 2.755 miliardari nel mondo e più di 50 milioni di milionari, quindi 100 equivale allo 0,0005%. Questi sono i postini che mordono i cani…
In molti casi, i firmatari sono ereditieri che non hanno guadagnato i propri soldi da soli e che ora (per vari motivi) hanno la coscienza sporca e sentono l’impulso di dire a tutti che vogliono pagare più tasse.
Mentre le voci degli anticapitalisti come George Soros e Warren Buffett, che sostengono con veemenza che i ricchi devono pagare più tasse, vengono ascoltate e rilanciate, quelli che credono che le tasse siano troppo alte raramente parlano in pubblico. Benjamin Page e Martin Gilens, due scienziati politici di sinistra che sono essi stessi molto critici nei confronti dei ricchi, parlano del «silenzio pubblico della maggior parte dei miliardari».
«Il silenzio pubblico della maggior parte dei miliardari», riferiscono Page e Gilens nel loro libro Democracy in America, «contrasta con la disponibilità di un piccolo, insolito gruppo di miliardari – tra cui Michael Bloomberg, Warren Buffett, e Bill Gates – a parlare di specifiche politiche pubbliche … Tutti e tre sono a favore di una estesa rete di sicurezza sociale, tasse progressive e regolamentazione dell’economia. Un americano comune che cercasse di giudicare ciò che i miliardari americani pensano e fanno, basandosi su quanto affermano Bloomberg, Buffett o Gates, andrebbe fuori strada».
Questa osservazione è corretta e indica un punto cruciale del problema: la pressione pubblica per criticare il capitalismo è così grande che mette a tacere persino i miliardari, mentre i ricchi che sostengono tasse più alte sui ricchi e più regolamentazione sono liberi di dire la loro opinione senza preoccupazioni.
Anche se alcuni milionari soffrono per la sensazione di non pagare abbastanza tasse, stranamente il conto del tesoro in cui si può trasferire volontariamente il denaro rimane quasi vuoto anno dopo anno.