Neutralità non è indifferenzaAnche la Svizzera prepara sanzioni contro la Russia

In una decisione storica, la Confederazione elvetica si allinea ai Paesi dell’Unione Europea mettendo in campo misure più dure nei confronti di Mosca. Finora si era limitata a escludere alcune personalità e banche dall’intrattenere rapporti economici

di Stephen Leonardi, da Unsplash

Anche la Svizzera ha deciso di colpire la Russia con una serie di sanzioni, accodandosi a quelle decise dall’Unione Europea.

Lo ha annunciato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis: è «molto probabile», ha dichiarato a da lunedì 28 febbraio che saranno congelati una serie di beni detenuti da cittadini russi.

È una mossa che ha un importante valore storico (Berna rinuncia alla sua tradizionale neutralità) e tattico. La decisione va a chiudere una possibile via di fuga finanziaria che avrebbe indebolito le sanzioni dell’Occidente.

Con prudenza, la Svizzera si era limitata, fino a sabato, a creare una lista nera di circa 300 cittadini russi e 4 banche a cui aveva imposto il divieto di intrattenere rapporti d’affari. Questo non avrebbe impedito ai numerosi oligarchi e milionari russi che hanno conti nelle banche elvetiche a continuare ad operare.

Ma il fronte europeo e non solo ha convinto al Confederazione a mettere in campo misure più dure, anche per evitare di mettere a rischio la sua reputazione (come avvenne durante la Seconda Guerra mondiale, quando le banche elvetiche continuarono a lavorare con la Germania di Hitler)

«Neutralità non significa indifferenza», aveva dichiarato il presidente Cassis poche ore dopo l’attacco russo all’Ucraina. «La Russia ha violato in maniera flagrante il diritto internazionale e la sovranità di un altro Stato».

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