Che grande discorso, quello di Mario Draghi in Parlamento. Serio, fermo, esatto nello spiegare che cosa sta succedendo in Europa: l’invasione russa, la strategia criminale di Putin, gli arresti dei coraggiosi dissidenti che protestano in patria contro l’invasione, la resistenza commovente degli ucraini, ma anche la rinascita dell’Europa, il coordinamento continentale anche sulle questioni migratorie ed energetiche.
Le sanzioni alla Russia, ha detto Draghi, avranno conseguenze gravi soprattutto per l’Italia, ma questo non scalfisce la determinazione del nostro paese nell’aiutare gli ucraini sotto il giogo dell’aggressore. Semmai ci convincerà a rimediare agli errori strategici dei decenni precedenti che ci hanno reso energeticamente dipendenti dalla Russia.
L’attacco russo è un attacco alla sovranità democratica del mondo libero, aiutare l’Ucraina vuol dire difendere il futuro del nostro paese, ha spiegato Draghi.
L’Italia c’è, e c’è grazie a Mario Draghi, con formidabile chiarezza morale e con aiuti umanitari e sanitari e donazioni materiali per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione del paese martoriato dall’invasore. Draghi ha elencato le misure globali finanziarie restrittive e le attività diplomatiche in corso e delineato la risposta militare in corso nei confronti di Mosca, orchestrata dalla Nato e dall’Unione europea per rispondere all’esplicita richiesta di aiuto del governo democratico dell’Ucraina.
Questo è Draghi. Questa è l’Italia democratica e liberale. Lo hanno applaudito anche quelli che un anno fa si sono battuti per non farlo mai arrivare a Palazzo Chigi, spendendosi senza ritegno per far partire un surreale Conte 3 con il senatore Ciampolillo e gli utili idioti di Putin.
Quelli che non volevano Draghi a Palazzo Chigi sono gli stessi che soltanto qualche settimana fa volevano rimuoverlo dal governo per mandarlo tra i corazzieri con i pennacchi del Quirinale e contemporaneamente sostituirlo a Palazzo Chigi con uno qualunque, se non addirittura con il voto anticipato.
Ora immaginatevi Conte o uno qualunque, che poi è la stessa cosa, ad affrontare questa imprevedibile e delicatissima crisi.
L’incubo non si è concretizzato, grazie a chi ha voluto Draghi un anno fa e chi lo ha tenuto a Palazzo Chigi a gennaio.