Forte, indipendente, democraticaA Versailles, Macron disegna la nuova potenza europea

Nel summit presieduto dalla Francia si discuterà di come rafforzare la capacità di difesa dell’Unione, ridurre le dipendenze energetiche dalla Russia e costruire una base economica più solida per il presente e il futuro di tutti gli Stati membri

AP/Lapresse

«Mi avete sentito parlare spesso di un’Europa potenza, un’Europa indipendente: oggi l’Europa deve prepararsi a essere indipendente dal gas russo, essere indipendente nella propria difesa, essere indipendente in termini di approvvigionamento. Perché stiamo riscoprendo che la nostra democrazia e i nostri valori sono minacciati, che quindi a volte dobbiamo accettare di pagarne il prezzo, quello che comportano le sanzioni e le contro-sanzioni. Dobbiamo essere pronti a difendere questi valori quando attaccati». Il presidente francese Emmanuel Macron, a margine del summit informale di Versailles che ha riunito i capi di governo dei 27 Stati membri dell’Unione, riassume così i temi di discussione della riunione da lui convocata per affrontare l’invasione russa dell’Ucraina.

Sono parole che tutti i suoi omologhi condividono, come dimostra la bozza della dichiarazione finale. Nel documento, i Paesi europei individuano tre priorità da affrontare nei prossimi mesi: incrementare significativamente le capacità in materia di difesa, ridurre la dipendenza energetica dall’estero, costruire una base economica più robusta.

Sui principi, tutti gli Stati sembrano d’accordo, ma le misure concrete per rendere l’Europa «indipendente» sono oggetto di trattativa: malgrado la grande unità mostrata dai Paesi europei nel rispondere all’aggressione decisa da Vladimir Putin, le divergenze su metodo e strumenti rimangono.

Dopo una breve discussione, i 27 hanno escluso la possibilità che l’Ucraina aderisca immediatamente all’Unione europea, concentrandosi poi sui tre argomenti presenti nella bozza della dichiarazione finale. Con ogni probabilità, i capi di Stato e di governo lasceranno Versailles senza aver preso grandi decisioni concrete, che verranno adottate al prossimo Consiglio europeo previsto alla fine del mese.

La Francia, che sembra avere assunto una posizione di leadership dell’Unione, sfruttando anche il suo semestre di presidenza di turno, spinge da tempo per introdurre strumenti seri di coordinamento tra gli Stati affinché l’Europa non resti inerme di fronte agli shock esterni.

L’invasione russa è un esempio perfetto di come una crisi internazionale possa colpire in modo asimmetrico gli Stati europei: alcuni Paesi, come la Polonia, la Romania e gli altri Stati più vicini geograficamente alla frontiera ucraina, stanno affrontando un afflusso di rifugiati senza precedenti, ingestibile senza l’aiuto degli altri Paesi; altri, come l’Italia e la Germania, dipendono di più dal petrolio e dal gas russo, e questo sta creando problemi gravi alla loro economia; altri ancora, come i Paesi baltici o gli scandinavi, sono preoccupati dall’aggressività russa e fanno affidamento sulla solidarietà europea (e americana) per difendersi da un eventuale attacco.

Di fronte a questa situazione, sostiene il presidente Macron, è necessario sfruttare la «potenza europea» per diminuire i rischi e mitigare le conseguenze economiche e sociali, costruendo allo stesso tempo dei meccanismi che permettano in futuro di affrontare meglio simili crisi. Da qui, le tre priorità ricordate nel documento che costituisce il punto di partenza dell’incontro di Versailles.

Per quanto riguarda la prima priorità, la difesa, gli Stati membri sembrano ormai d’accordo sulla necessità di un comportamento europeo più attivo nelle crisi: la scelta svedese e tedesca di fornire armi agli ucraini è un cambiamento di paradigma importante, così come l’annuncio dei due Stati di voler raggiungere in breve tempo il 2% del Pil per le spese militari. Non è ancora chiaro tuttavia se questi aumenti di spesa saranno limitati alle forze armate nazionali, se gli Stati decideranno di destinarli a un fondo comune, come già stato fatto con il fondo europeo di difesa – che al momento dispone di 8 miliardi di euro nel budget europeo 2021-2027 -, o ancora se questo tipo di spese potrà essere finanziato attraverso l’emissione di debito comune.

Quest’ultima è un’eventualità al momento molto lontana: tedeschi e olandesi sono contrari a un nuovo recovery plan per l’energia, la difesa o gli investimenti in «sovranità economica», come richiesto da Emmanuel Macron e Mario Draghi, «totalmente allineati», su questi temi, ha detto il presidente del Consiglio a Versailles.

Sull’energia, i 27 dichiarano di volersi impegnare per ridurre la dipendenza dal gas, dal petrolio e dal carbone importati dalla Russia, un impegno da mantenere entro il 2027, come spiegano alcune fonti europee a La Stampa. Nel frattempo, per assorbire l’impatto dell’aumento dei prezzi, i leader europei stanno ragionando su un possibile tetto al costo del gas a livello europeo, oltre a favorire una riduzione dei consumi per preservare gli stoccaggi. Anche in questo caso, un accordo su un nuovo piano di rilancio europeo sul modello del recovery plan, come richiesto da Francia e Italia, è ancora lontano.

Non può essere escluso che ulteriori peggioramenti della situazione economica possano contribuire a un cambiamento di opinione dei Paesi «frugali», come nel 2020, ma per adesso le condizioni di un nuovo Next Generation Eu non sono riunite. È più probabile che, come chiesto più volte da Mario Draghi, il patto di stabilità e crescita resti sospeso, consentendo agli Stati di non rispettare la regola del 3% di deficit o eliminando dal suo calcolo le spese per l’energia e gli investimenti militari.

Infine, le discussioni a Versailles vertono anche sulla necessità di costruire un’economia continentale più solida e meno dipendente dall’estero per quanto riguarda le materie prime “critiche”, i settori strategici ad alta tecnologia come quello dei semiconduttori, gli approvvigionamenti alimentari e di materiale sanitario. Anche in questo caso, se sui principi l’unità europea è solida, sui passi concreti per raggiungere gli obiettivi lo è molto meno. Non sarà facile decidere concretamente cosa è strategico e cosa non lo è, né in che modo creare dei campioni europei capaci di beneficiare di economie di scala.

Le newsletter de Linkiesta

X

Un altro formidabile modo di approfondire l’attualità politica, economica, culturale italiana e internazionale.

Iscriviti alle newsletter