Pubblichiamo un thread dall’account Twitter di Alexei Navalny, leader dell’opposizione al Cremlino condannato a 12 anni di prigione. In 14 tweet Navalny descrive le dinamiche della propaganda russa, soprattutto per quel che riguarda gli spettatori televisivi.
Che cosa arriva a un normale spettatore televisivo russo (come lo sono io attualmente)?
Ho appreso dei mostruosi eventi di Bucha di ieri mattina attraverso la notizia che la Russia stava convocando il Consiglio di sicurezza dell’Onu in relazione al massacro dei nazisti ucraini a Bucha.
In serata, il conduttore del Primo canale ha spiegato tutto l’accaduto. E non ci avrei creduto se non l’avessi visto con i miei occhi e non l’avessi sentito con le mie stesse orecchie: «La Nato prepara da tempo e ai massimi livelli la provocazione a Bucha. Lo conferma anche il fatto che il presidente Biden ha chiamato Putin un “macellaio (butcher in inglese, ndr)” non molto tempo fa. Sentite quanto sono simili la parola inglese “butcher” e il nome della città “Bucha”. Questo è il modo in cui il pubblico occidentale è stato inconsciamente preparato a questa provocazione».
1/14 How an ordinary Russian TV viewer (one of whom I currently am) sees it.
I learned about the monstrous events in Bucha yesterday morning from the news that Russia was convening the UN Security Council in connection with the massacre by Ukrainian Nazis in Bucha.
— Alexey Navalny (@navalny) April 5, 2022
Per questo vi dico che la mostruosità delle bugie sui canali federali è inimmaginabile. E, sfortunatamente, lo è anche la sua capacità di persuasione per coloro che non hanno accesso a informazioni alternative.
Il punto è che la propaganda di Putin ha cessato da tempo di essere un semplice strumento. Sono veri e propri guerrafondai e sono diventati un partito a pieno titolo.
I conduttori dei tg che strillano all’infinito, e i loro “esperti”, stanno portando a livelli sempre più alti la loro furia e hanno da tempo superato i militari in fatto di aggressività.
Chiedono guerra a oltranza, l’assalto di Kiev, il bombardamento di Leopoli. Neanche la prospettiva di una guerra nucleare li spaventa. Zittiscono ogni voce fuori dal coro con i loro colleghi putinisti in diretta televisiva, se queste solo accennano al fatto che i colloqui di pace sono una buona cosa.
È un tale disgustoso uroboro. La politica russa è come un serpente di propaganda che si morde la coda: i propagandisti creano quel tipo di opinione pubblica che non solo permette a Putin di commettere crimini di guerra, ma glieli chiede, li esige.
I guerrafondai dovrebbero essere trattati come criminali di guerra. Dai redattori capo ai presentatori di talk show ai redattori di notizie, tutta questa Thousand Hills Radio dovrebbe essere sanzionata ora e portata in tribunale un giorno.
Vorrei anche ricordarvi che il National Media Group, che muove i fili di questa macchina della menzogna, appartiene senza dubbio a Putin, ed è persino formalmente guidato dall’amante di Putin, Alina Kabaeva (vedi la nostra indagine “Palace for Putin”).
Dovrebbero essere prese misure più drastiche per rendere più difficile il lavoro di questi eredi di Goebbels. Da un divieto assoluto alle forniture e ai beni, alla ricerca delle loro proprietà in Occidente (che indubbiamente esistono), fino alla loro inclusione nelle liste nere dei visti.
Le mostruose atrocità a Bucha, Irpin e in altre città ucraine sono state commesse non solo da coloro che legavano le mani di persone pacifiche dietro la schiena, non solo da coloro che sparavano loro alla nuca. Ma anche da chi è rimasto a guardare e ha sussurrato: «Dai, spara, dacci del bel materiale per il nostro programma televisivo della notte».