Commentando a modo loro la guerra in Ucraina, i prosseneti di Vladimir Putin hanno spalancato dei nuovi scenari per comprendere meglio chi fosse veramente Adolf Hitler, l’uomo che in soli 12 anni (dal 1933 al 1945) riuscì a distruggere l’Europa e, en passant, ad eliminare sei milioni di ebrei nei campi di sterminio.
Alessandro Orsini, in una delle ultime scorribande televisive (pare che la sua presenza sia una garanzia per lo share dei talk show), ci ha spiegato che il Führer non aveva affatto l’intenzione di provocare la Seconda guerra mondiale. A lui bastava soltanto invadere la Polonia. Anzi il leader nazista «non si aspettava» la reazione di Francia e Inghilterra (pensava di essere ancora a Monaco?). Ma c’è di più. Secondo il “traduttor dei traduttori” di Putin «a differenza di quello che moltissimi pensano, la Seconda guerra mondiale non è scoppiata perché Hitler a un certo punto, deliberatamente, ha deciso di attaccare Inghilterra, Francia, Polonia e Russia». La causa scatenante va cercata, secondo Orsini, in un sistema di alleanze in conseguenza del quale, se viene attaccato uno Stato-membro, gli altri sono impegnati a difenderlo, determinando una sorta di effetto domino che, nel 1939, colse di sorpresa lo stesso Hitler.
Ecco perché, adesso, appartenere alla Nato è un rischio che aumenta con l’ingresso di nuovi Paesi, poiché – ci pare di capire – crescono anche le possibilità che Putin decida di invaderne qualcuno, mettendoci di fronte al dilemma di rispettare gli impegni assunti con gli alleati o di darcela a gambe suonando il piffero per la pace. In sostanza, è meglio stare da soli e in silenzio, nella speranza che il coccodrillo non si accorga di noi. Intanto, i bambini possono trascorrere una vita felice e serena, imparando a crescere senza preoccuparsi degli altri.
Considerando le argomentazioni dei “filoputiniani a loro insaputa” (visto che non si sono resi conto di esserlo) dobbiamo aspettarci una prossima rivalutazione di Adolf Hitler, per le medesimo ragioni che portano a “comprendere” l’invasione russa dell’Ucraina. In fondo, la Germania era stata umiliata dalle potenze che avevano vinto la Grande Guerra. Dai trattati di Versailles erano scaturiti, attraverso dei giri di compasso sulle carte geografiche, dei nuovi Stati, come la Polonia e la Cecoslovacchia, che avevano all’interno dei propri confini milioni di tedeschi, nella condizione di minoranze etniche.
Non si avverte una certa assonanza con le rivendicazioni di Putin di restituire alla Madre Russia i cittadini dispersi in quello che fu l’Impero sovietico e ora sparpagliati in Stati, spesso senza storia alle spalle, scaturiti dalla sconfitta dell’Urss nella guerra fredda? Non dicono, ogni tre parole, i pacifisti a senso unico, che la Russia non può uscire sconfitta dal conflitto in Ucraina (di cui è la sola responsabile) perché una grande nazione e il suo leader non possono essere umiliati?
Io mi aspetto che Orsini sia prossimo a sfoggiare un’altra clamorosa narrazione. Secondo le categorie con cui il professore interpreta le responsabilità della guerra in Ucraina, devono essere cambiati anche i giudizi su quelle che hanno portato al secondo conflitto mondiale. Perché Churchill non volle negoziare con Hitler attraverso una mediazione dell’Italia? Perché Stalin non offrì ad Hitler la resa senza condizioni al momento dell’Operazione Barbarossa, condotta con un impegno di forze tedesche senza precedenti lungo un fronte di tremila Km? Perché il Presidente Roosevelt fece approvare dal Congresso Usa, nel marzo del 1941, una legge (la stessa a cui lavora Joe Biden) che consentiva alla sua Amministrazione di armare l’Inghilterra, la Francia libera, la Cina nazionalista e, da giugno in poi, l’Urss (che senza gli aiuti americani non sarebbe riuscita a rovesciare le sorti della guerra)? Putin non sarà Hitler, ma anche nella paranoia non può non esservi una logica.
Non ci eravamo ancora ripresi per l’esternazione di Orsini, quando il ministro Sergei Lavrov ci ha lasciati di stucco, sostenendo dai nostri schermi televisivi (messi incautamente a sua disposizione) che Hitler era ebreo e proprio in ragione di questa appartenenza voleva sradicare l’ebraismo dall’Europa, perché – secondo Lavrov – gli ebrei sono i più feroci antisemiti. Poi, a pensarci bene anche in quest’affermazione assurda c’è una logica: secondo la propaganda russa non sono forse gli ucraini a bombardarsi da soli e a organizzare set di cadaveri, per mettere in cattiva luce l’esercito di liberazione mandato dal Cremlino?