Guerra d’antanL’Ucraina sta usando anche armi vecchie più di un secolo (e funzionano)

In ogni conflitto la supremazia tecnologica può fare la differenza, ma i soldati di Kiev sfruttano a loro vantaggio le mitragliatrici M1910, insospettabilmente efficaci per difendere alcune postazioni chiave, e altri fucili risalenti ai primi anni del Novecento

AP/Lapresse

La guerra in Ucraina è una guerra altamente tecnologica. I soldati russi e i soldati ucraini usano armi modderne, hanno droni kamikaze Switchbalde, artiglieria pesante, missili intelligenti. C’è una componente fondamentale nell’informatica e nei servizi indispensabili come i “modem” Starlink, il servizio di internet satellitare di SpaceX. In ogni dettaglio può nascondersi un fallimento o un trionfo in una battaglia: nella dottrina militare russa è nota l’importanza di una forte struttura C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance) – cioè un’integrazione fluida fra varie, con capacità di ricognizione e intelligence e cyber – ma allo stesso tempo la scarsa abitudine nell’utilizzare i complessi sistemi d’aviazione moderni stanno complicando la partita al Cremlino.

Curiosamente, però, nel conflitto stanno emergendo protagonisti inattesi, armi molto vecchie su cui poter fare affidamento anche in un contesto così sviluppato. Vale soprattutto per le forze ucraine: nel 2012 il ministro della Difesa ucraino aveva nel suo inventario 35mila armi in deposito, prodotte tra il 1920 e il 1950; nel 2016 ha autorizzato il rilascio di alcune mitragliatrici pesanti Maxim M1910 dalle scorte governative.

Il Maxim M1910 non è semplicemente un’arma vecchia, è un viaggio nel tempo. È la prima vera arma da fuoco automatica al mondo. È stata utilizzata in molti conflitti e guerre, ma oggi queste mitragliatrici si trovano più facilmente nei musei che nei teatri di guerra di tutto il mondo.

Quando le M1910 sono entrate in servizio l’Ucraina faceva ancora parte dell’impero russo governato da uno zar. Era il 1910, appunto. È diventata un’arma standard dell’esercito zarista, con grande protagonismo nella Prima e nella Seconda guerra mondiale.

Secondo la propaganda del Cremlino, l’esercito ucraino sta usando questi «oggetti d’antiquariato» in mancanza di armi moderne. «Ma la verità è più complessa», chiarisce l’Economist. I primi fucili Gatling avevano sei canne che necessitavano essere azionate a mano. Mentre l’arma progettata da Hiram Maxim, inventore americano-britannico, si basa sul principio del corto rinculo di canna: all’atto dello sparo, canna e otturatore rinculano assieme per un tratto, poi la canna si arresta mentre l’otturatore continua a retrocedere fino a sfilare il bossolo esploso. A questo punto, una robusta molla di recupero sospinge di nuovo in avanti l’otturatore, che sfila una cartuccia dal nastro e la inserisce in canna. E il raffreddamento ad acqua consente di sparare per lunghi periodi.

Di conseguenza, tenendo il dito sul grilletto si può scaricare una serie lunghissima di colpi a ripetizione: il meccanismo funziona perfettamente anche con pochissima manutenzione, anche in condizioni ambientali estreme.

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L’M1910 poggia su un affusto in ghisa pesante e massiccio che ha due ruote in legno per il traino: una mitragliatrice che non pesa meno di 74 kg secondo i dati ufficiali. «Ha un’estetica steampunk», scrive l’Economist. Il supporto fisso rende più facile mirare: un soldato ucraino intervistato nel 2016 ha dichiarato che l’M1910 è molto preciso anche a un chilometro, efficace fino a tre chilometri, e non lo avrebbe scambiato con un’arma più moderna.

Un gran bel pezzo d’ingegneria bellica, anche se le moderne mitragliatrici medie sparano le stesse munizioni da 7,62 mm e sono molto più leggere e portatili: l’attuale PKM russo ad esempio pesa meno di un quinto, ma non ha il raffreddamento ad acqua, quindi sparare continuamente per un minuto può causare la deformazione della canna.

L’impiego dell’M1910 è inevitabilmente marginale in una guerra così variegata: se ne sono visti solo una manciata da quando la Russia ha invaso l’Ucraina a fine febbraio, ma si sono dimostrati efficaci per difendere alcune postazioni chiave.

La mitragliatrice progettata da Maxim oltre un secolo fa non è l’unica arma vintage che stanno usando entrambi gli eserciti. I sistemi BM-21, conosciuti come Grad sono lanciarazzi decisamente più moderni, ma sono in servizio dall’inizio degli anni ‘60 e ancora giocando un ruolo importante nel conflitto. È sistema di missili a lancio multiplo (MLRS) montato su grossi camion. Lo scorso 3 aprile, Radio Free Europe ha intervistato un membro dell’esercito ucraino che stava usando un lanciatore Grad nell’est del Paese.

Sono ancora più vecchie le mitragliatrici leggere DP-27, prodotta dal 1927 al 1950 e introdotta come arma in dotazione all’Armata Rossa dell’Unione Sovietica. Un sistema economico e di facile manutenzione, che però ha un caricatore a disco dotato di una capacità piuttosto modesta, appena 49 colpi. Come molte altre armi leggere sovietiche dell’epoca, il DP-27 può essere maltrattato, usato in pessime condizioni e rimane sempre funzionante, anche a temperature molto rigide.

Alcuni osservatori hanno addirittura avvistato, nelle immagini in arrivo dai soldati ucraini, anche il Mosin-Nagant, un fucile a ripetizione manuale prodotto tra il 1891 e il 1959. In questo articolo di India Today viene riportato che «l’arma è stata usata l’ultima volta dalle forze russe durante la Seconda guerra mondiale. La pistola è stata poi fornita al Vietnam comunista ed è stata utilizzata dai guerriglieri vietcong. Ma da allora sono utilizzate raramente».

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