A Matteo Renzi hanno arrestato mamma e papà e a Maria Elena Boschi hanno martoriato il padre per sette anni. Nessuno dei genitori in questione ha fatto niente di male, tranne che aver concepito e cresciuto due ragazzi toscani che si erano messi in testa di cambiare l’Italia partendo da due paesini di provincia.
Non c’è mai stato bisogno di leggere i capi di imputazione, e adesso nemmeno le sentenze di assoluzione, per capire che si trattava di accuse-spazzatura prodotte dalla più fetida delle campagne reazionarie degli ultimi trent’anni.
Questo breve riassunto di un ribaldo tentativo riformatore e di una conseguente rappresaglia reazionaria è già sufficiente a diagnosticare la catastrofe civile e morale del dibattito politico italiano di questi anni, ma in realtà a rimanerci sotto non sono stati soltanto i parenti di primo grado di Renzi e di Boschi. Il complesso giudiziario-mediatico ha mascariato infatti anche amici, compagni e finanziatori dei due e, una per tutti, anche la ministra in carica Federica Guidi, costretta a dimettersi, infangando le esistenze pubbliche e private di malcapitati che non erano soltanto innocenti ma anche estranei ai fatti contestati.
La feroce rappresaglia reazionaria che ha abbattuto il tentativo riformatore dei renziani ha corrotto anche il processo democratico nazionale e ha aperto la strada al più spaventoso bipopulismo antioccidentale, antidemocratico e antieuropeo che è arrivato fino al governo con l’obiettivo preciso di mutilare il Parlamento, di superare la democrazia rappresentativa, di sfaldare l’Unione europea, di indebolire la Nato, di consegnarsi a Putin e di scimmiottare quel Cialtrone in Chief che poi ha degnamente concluso il suo tragico mandato alla Casa Bianca assaltando il parlamento di Washington, tentando un colpo di stato e lasciando cinque morti sul campo e una ferita alla democrazia americana non ancora cicatrizzata.
La tortura mediatica nei confronti dei genitori di Renzi e di Boschi è stato il momento più osceno di una temperie eversiva e populista che, sopraggiunto il Covid e la necessità di ripristinare la normalità filo-europea per salvarci dall’epidemia e dalla crisi economica, ci avrebbe lasciati a terra stecchiti se proprio Matteo Renzi per ben due volte, prima facendo fesso Salvini al Papeete e poi mettendosi nel taschino Conte, non avesse fatto cadere con le armi della politica i due governi più scombinati e anti italiani della nostra storia recente per aprire, infine, la strada all’arrivo di Mario Draghi.