Il regista Ron Howard ha incontrato José Andrés sei o sette anni fa. Ha raccontato di essere stato colpito dal carisma dello chef e anche di essere stato affascinato dai suoi sforzi per rendere sempre più grande il progetto di World Central Kitchen. È stato colpito dalla velocità con cui Andrés e i suoi collaboratori potevano paracadutarsi in un luogo qualsiasi nel mondo, dopo un’alluvione o un terremoto, e iniziare a servire in brevissimo tempo pasti caldi: «Sono organizzati quasi come un corpo militare”, ha detto.
E da questa esperienza è nata l’idea del regista di realizzare un documentario sulla generosità dello chef. Ma Andrés all’inizio era scettico. Il suo lavoro di soccorso richiede velocità e autonomia: «La guerra in Ucraina è iniziata il 24 febbraio», spiega al New Yorker, «e il 25 stavamo già servendo i pasti. Essere accompagnati da una troupe televisiva rallenterebbe il processo». Ma quando lo chef ha conosciuto Howard si è ammorbidito: «Un pranzo qui, una cena là, un bicchiere di vino sotto la luna», ha ricordato Andrés, che dopo pochi incontri si è convinto: «Come può non piacerti Ron Howard?».
Howard, che ha diretto più di trenta film, vede alcune affinità tra il cinema e il lavoro che fa Andrés, anche se la posta in gioco a Hollywood è decisamente più bassa. «Amo i miei collaboratori, e anche lui», ha detto Howard. «Vuole lavorare con le persone e costruire progetti grazie alla loro energia». Nel documentario, intitolato “We Feed People“, presentato in anteprima su Disney+ il 27 maggio, Howard racconta la capacità unica di Andrés di scendere da un aereo nel caos, trovare alcuni locali pieni di ingredienti e organizzarli come farebbe un esercito di soccorso. «Ogni ristorante del mondo fa parte di World Central Kitchen. Semplicemente, non lo sa», ha detto Andrés.
World Central Kitchen è un’organizzazione non governativa senza fini di lucro che si occupa di fornire pasti dopo catastrofi naturali o in occasione di conflitti. Fondata nel 2010 da José Andrés, l’organizzazione ha iniziato la sua attività preparando cibo ad Haiti in seguito al devastante terremoto che ha colpito l’isola. Negli ultimi mesi, lavorando a un valico di frontiera pedonale aperto 24 ore su 24 nel sud della Polonia, WCK ha iniziato a servire pasti caldi e nutrienti solo poche ore dopo l’invasione della Russia e ha rapidamente mobilitato squadre di cuochi in Ucraina, Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia, Spagna, e Germania. WCK sta concentrando i suoi sforzi per fornire centinaia di migliaia di pasti freschi e decine di migliaia di kit alimentari ogni giorno. E mentre la situazione continua a evolversi, WCK ha l’obiettivo di aiutare nel miglior possibile le persone in fuga e quelle che resistono, fornendo loro un piatto di cibo appena preparato. Sussistenza, sopravvivenza. Cibo che cura e che aiuta le persone in difficoltà a sentirsi meno sole e abbandonate.
Ma questa è solo l’ultima delle esperienze che la realtà no profit porta avanti con caparbietà e convinzione, grazie all’impegno personale del fondatore. Lo spirito di collaborazione era contagioso, tant’è vero che quando la troupe di Howard è arrivata nella Navajo Nation per documentare gli sforzi di soccorso in tempi di covid di Andrés, anche i collaboratori del regista si sono ritrovati a distribuire carichi di rifornimenti invece di filmare. Perché la solidarietà non aspetta e nessuno si sottrae quando c’è da aiutare a dar da mangiare a chi soffre.
Con l’operazione in Ucraina, lo chef sta davvero mettendo in moto tutte le sue capacità: «Stiamo facendo da trecentocinquanta a quattrocentomila pasti al giorno», ha dichiarato. Ma questo per WCK non è l’unico fronte aperto. WCK si è diffuso in otto paesi, per far fronte al crescente flusso di rifugiati e secondo un conteggio, solo da febbraio, ha servito venti milioni di pasti. Sistemando camion, scoprendo depositi di materie prime, riparando frigoriferi e prendendo possesso di cucine abbandonate.
Ciò che ha impressionato di più Howard è stato lo spirito di volontariato sul campo, anche da parte di coloro le cui vite erano state devastate: «In situazioni di emergenza, è molto terapeutico per le persone mobilitarsi», ha detto il regista. «Ma hanno bisogno di struttura. Hanno bisogno che qualcuno dica loro cosa fare».
Quello è Andrés, che con il nutrimento di chi è in difficoltà sa cosa fare prima e meglio di tutti gli altri.