News illustrate In Italia è arrivata la prima rivista di informazione a fumetti

La Revue Dessinée Italia è un esperimento inedito nel nostro Paese, anche grazie alla sua capacità di creare una sinergia tra chi scrive e chi disegna: «La differenza con il graphic journalism è che il giornalista realizza l’inchiesta e poi lavora con il fumettista. Noi facciamo da tramite per la creazione della sceneggiatura», spiega Massimo Colella, direttore editoriale del magazine

Tutto è partito da un’email inviata alla redazione della Revue Dessinée durante il lockdown del 2020. Massimo Colella, art director napoletano a Parigi, propose a Franck Bourgeron, fondatore della rivista francese di giornalismo a fumetti, l’idea di farne una versione italiana. «A sorpresa, un paio di giorni dopo, Bourgeron mi ha risposto, dicendomi di incontrarci non appena fosse finito il periodo di confinamento», racconta Massimo. «E da lì è nato tutto. Si sono mostrati subito entusiasti, ci hanno dato l’autorizzazione a usare il marchio e ci hanno messo a disposizione il loro archivio di storie».

La tavola “Alta velocità”

Dopo il crowdfunding, che ha raccolto 33mila euro e 500 sostenitori, a maggio è arrivata nelle librerie la Revue Dessinée Italia. È un trimestrale di oltre 200 pagine, senza pubblicità, con inchieste e reportage a fumetti firmati da coppie formate da giornalisti e disegnatori. Nel primo numero (la copertina del quale è stata realizzata da Andrea Serio), Francesca Mannocchi e Paolo Castaldi hanno realizzato un lavoro sul calcio sociale, mentre Ferdinando Cotugno ed Emanuele Racca hanno raccontato la rinascita del borgo di Ostana, che si trova in Piemonte, nella provincia di Cuneo. E poi, sempre sul primo numero, della rivista c’è anche un’inchiesta a “otto mani”, scritta e disegnata da una doppia coppia francese e italiana, sulla Tav Torino-Lione. 

«È il primo esperimento di questo tipo nel nostro Paese», spiega Colella, oggi direttore editoriale della Revue Dessinée italiana. «La differenza, rispetto al graphic journalism, è che il giornalista realizza l’inchiesta e poi lavora con il fumettista. Il nostro ruolo è quello di fare da tramite per la realizzazione della sceneggiatura». Di fatto, dice, «è un processo collettivo di trasformazione e traduzione dei linguaggi». 

Da quell’email inviata in piena pandemia, sono trascorsi due anni. Nel frattempo, alla squadra della Revue italiana si sono aggiunti il giornalista Andrea Coccia, oggi direttore della rivista, e i fumettisti Lorenzo Palloni e Alessio Ravazzani. Con una redazione diffusa tra Parigi, Milano, La Spezia e Roma. Dopo la costituzione della società editoriale, è stato lanciato anche un bando di partecipazione per giornalisti e fumettisti. «Ma siamo andati anche noi a cercare i giornalisti che ci piacevano», racconta Coccia, «scegliendo tra le firme di cui apprezziamo il modo di lavorare». Le coppie sono state create seguendo criteri diversi e «tenendo conto della comunanza di interessi e sensibilità o anche scegliendo lo stile grafico che meglio si adatta ai soggetti». 

Una tavola della Revue Dessinée Italia dedicata alla crisi climatica

In ogni numero della rivista italiana, ci sarà sempre anche la traduzione di una storia della Revue francese, oltre a rubriche di cinema, musica, scienza e cucina. E il canale con Parigi è sempre aperto. «Ogni tanto ci passiamo dei soggetti», racconta Massimo Colella. «E loro hanno notato alcuni nostri disegnatori, che pubblicheranno anche in Francia». 

Tra gli obiettivi c’è quello di seguire le orme della Revue francese pubblicando in futuro anche numeri monotematici. Ma prima bisognerà testare il pubblico italiano rispetto a una rivista unica nel suo genere. «Per sostenerci, puntiamo sugli abbonamenti e sulle vendite dirette nelle librerie e nei festival», racconta Coccia. Nel frattempo, si sta chiudendo già il secondo numero di settembre. E, con l’estate alle porte, è previsto un tour di presentazione delle storie con gli autori. Anche nelle città dove le inchieste sono state ambientate.

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